3° Incontro dei GRUPPI FAMIGLIA a Musano (TV)
04 Marzo 2001

PUDORE E CONTROLLO DELLE IMMAGINI DI NUDITÀ
Iniziazione selvaggia alla sessualità. La prostituzione: impatto culturale e sociale

Don Battista Borsato (vedi anche Piccin_99_14.html)
Il tema che dobbiamo affrontare è molto vasto, delicato e certamente importante.
Proveniamo infatti da anni in cui la sessualità era tabù. L’argomento fondamentale della predicazione e della catechesi erano il sesto e nono comandamento, per cui tutto ciò che riguardava la sessualità era peccato, anzi l’unico grave peccato, tutto il resto passava in secondo ordine.
Oggi invece non se ne parla per niente per cui i giovani, i ragazzi in modo particolare, non hanno più punti di riferimento, non tanto per ritornare di nuovo al tabù della sessualità ma per sottolinearne la gioia e soprattutto l’importanza.
Questo silenzio non è costruttivo: si è passati da peccare per un tabù del tutto vietato, a peccare per un tabù del tutto permesso, senza regole. Queste non sono certo regole che vengono dall’esterno ma dall’interno.
Leggendo il passo di S.Paolo ai Corinti voglio sottolineare un primo aspetto:
"Chi si dà alla fornicazione (con tutti i significati che può avere questo termine) pecca contro il proprio corpo". Non pecca contro l’anima o contro Dio. Il corpo così diventa meno corpo, meno sessualità.
Se oggi manca il desiderio sessuale da parte di molte persone, anche dei maschi e non solo delle donne, è perché non si vive bene la propria sessualità, non con regole che mortificano, ma con regole che aprono.

La prostituzione
Vorrei partire da un tema scottante: la prostituzione.
Ciò che dirò non si basa su statistiche o studi specialistici ma su letture, colloqui, dialoghi. La mia riflessione, che non ha grandi pretese, certamente ha dalla sua una lunga frequentazione di coppie.
Non voglio parlare di come riscattare le donne che si prostituiscono o i loro clienti più o meno abituali, ma vorrei essere uno che con voi si interroga sul perché di questo fenomeno per trovare le carenze relazionali, le stesse carenze che ci vedono in difficoltà nell’educare i figli.
Il senso del nostro incontro è maturare una cultura diversa della sessualità, anche per poter maggiormente capire e correggere le carenze di coppia.
L’obbiettivo è perciò duplice:
- la relazione di coppia a livello affettivo sessuale;
- l’educare i figli ad una sessualità liberata, liberante, responsabile.
Perché lo sposo cerca rapporti occasionali con prostitute? Perché un figlio, un fidanzato è attratto dal desiderio di avere rapporti con una prostituta?

Da cosa nasce la sessualità selvaggia
La sessualità "selvaggia" nasce da un eccesso di erotismo.
Ciò che appare nella cultura di oggi è una attenzione per non dire una cultura del corpo che si manifesta in cose come: tenersi in forma, fare ginnastica, massaggi, cure dimagranti. In questa realtà il corpo della donna è soggetto a maggior attenzione, ma il culto del corpo non è finalizzato alla salute del corpo, che è un valore.
La bibbia dice che Rebecca era molto bella, la Genesi racconta che Dio disse che ciò che aveva fatto era molto buono. "La bellezza salverà il mondo" dice Dostoevskij nell’ "Idiota".
Nella cultura del corpo viene sollecitato il richiamo alla sessualità e solletica il desiderio sessuale senza che venga soddisfatto. Televisione, film, pubblicità alimentano questa ambiguità: mostrano l’offerta amorosa ma negano la soddisfazione. Ciò provoca un disagio, uno squilibrio che può portare a comportamenti di violenza verso il partner o all’autoerotismo o ancora alla prostituzione.
Il filosofo Max Weber diceva che viviamo un eccesso pulsionale che non è corretto, coltivato e finalizzato. La cultura greca di cui siamo figli ci mostra l’anima imprigionata nel corpo, essa doveva liberarsi dal corpo per essere se stessa; oggi si dice che è il corpo imprigionato dall’anima, perché si vorrebbe non avere più regole, non più un’etica ma pura istintività.
Quando un corpo diventa oggetto manca l’anima, è già un corpo prostituito e la prostituzione esterna ne è solo una conseguenza. Il dilagare della prostituzione è la conseguenza di una cultura che ha cosificato la persona, la ha resa un oggetto, la ha ridotta a corpo.
Allora ci può essere una prostituzione anche all’interno della coppia, se tu ti rapporti con il tuo partner come con un oggetto (lo diceva già il Papa qualche anno fa).

Cos’è l'erotismo
Anche la cultura, la teologia ortodossa parla de monaci come di persone erotiche, appassionate. Noi invece viviamo un cristianesimo senza "eros" cioè viviamo un cristianesimo del dovere, della legge, del rito, della formalità, ma senza passione, senza eros.
Quindi erotismo spirituale, se lo intendiamo nel senso positivo della passione che può anche essere passione corporea e sessuale come nel caso del matrimonio. Allora si parla della spiritualità dell’erotismo: se io rendo con il mio corpo felice l’altra persona divento spiritualmente erotico.
Erotismo però nell’accezione comune in campo psicologico ed etico è "l’atteggiamento che privilegia le forme della vita sessuale in modo da proporle come valori assoluti".
Vuol dire che l’erotismo è dare più importanza, privilegiare le forme della vita sessuale e renderle valori assoluti perdendo la sostanza. Mettere cioè in primo piano la forma esterna a discapito della relazione personale.
L’erotismo è ridurre il rapporto solo al corpo dimenticando l’interiorità e la personalità. Per capirci noi diciamo che l’incontro sessuale è non tanto di due corpi, ma di due persone senza escludere che sia anche incontro di due corpi.
Una volta si diceva è un incontro di due persone, e se non c’è il corpo tanto meglio, perché sembrava fosse inquinante la sessualità. Inoltre la relazione coniugale in cui si dialogava senza usare il corpo, rinunciando al piacere sessuale, era considerata cosa buonissima dal confessore: "Questa sì che è una coppia cristiana!" E invece no! Perché il Concilio dice che attraverso la sessualità e l’uso del corpo non solo l’amore si esprime, ma cresce. Se tu non dai importanza al corpo, tu non fai esprimere l’amore, non lo fai crescere.
Oggi la tendenza è di considerare esclusivamente il corpo quando appunto si privilegiano le forme e non c’è una dimensione interiore. Erotismo è avere rapporti principalmente verso l’esterno, ma senza forma, senza storia, senza coinvolgimento interiore.
Il corpo in questa definizione è visto positivamente, però si parla di assolutezza delle forme. Allora è importante cogliere che l’assoluto non è soltanto il corpo, l’assoluto è la persona e la persona si esprime sia attraverso il corpo che attraverso altre realtà come l’anima e l’intelligenza. Quindi spirito e corpo sono relativi alla persona, il piacere è esperimentato dalla persona che così si sente amata.

Prostituzione e dintorni
L’allarme prostituzione, che crea disagio in molti quartieri, ha tre motivi:
- la visibilità di queste persone danneggia l’educazione dei bambini;
- la violenza che inevitabilmente segue gli interessi economici connessi alla prostituzione;
- l’aumento del traffico nelle ore di riposo e non.
Queste proteste non sono di intonazione etica, ma sociologica e in alcuni casi anche venata di razzismo o xenofobia.
L’allarme contiene in sé due fatti:
1) lo sfruttamento di ragazze a volte adolescenti, quindi un fenomeno sociale ed economico che va combattuto a tutti i livelli.
2) La riduzione della persona a corpo senza una relazione, senza una storia di condivisione, di comunione.
Qualcuno dice che anche la nostra morale cattolica ha contribuito a questa cultura del soddisfacimento del proprio bisogno, senza relazione, nel senso che la Chiesa ha sempre predicato che la sessualità ha come fine principale se non unico i figli, e non ha messo in rilievo che la sessualità è relazione, creando una mentalità funzionale. Oggi per fortuna la Chiesa anche in questo è cambiata e dice che la sessualità ha un fine unitivo e procreativo. Certamente una sessualità che serve solo a fare figli è una sessualità che rende funzionali, "prostituti".
Perché c’è la ricerca della prostituzione? Chi sono queste persone che si prostituiscono?
Alcune risposte. In parte queste persone provengono da ambienti sociali, familiari, culturali carenti di sensibilità e di affetto.
Paolo Ricca (pastore valdese protestante) sostiene che senza l’esperienza dell’essere amati non nasce un’autentica relazione con l’altro. Altra risposta, secondo alcuni deriverebbe da una struttura gerarchica e violenta della società. La nostra vita è fatta di rapporti funzionali, senza calore, senza amore e non sono consentiti errori. Siamo in competizione e la sessualità diventa rifugio per scaricare le proprie tensioni, le proprie insoddisfazioni.
L’altro motivo, penso il più valido per noi, è l’immaturità affettiva (es. i timidi, quelli che tentano di vincere i propri complessi sessuali, quelli che credono di educarsi sessualmente in questo modo).

Due atteggiamenti da imparare
Primo atteggiamento di fondo: iniziare a parlare di amore e meno di sesso, nel senso che non venga slegato il sesso dall’amore. Oggi la cosa più grave è separare il sesso dall’amore; oggi si fa sesso, lo si consuma in totale assenza del sentimento dell’amore.
Natale Perin dice che l’erotica moderna tende a far incontrare l’uomo con se stesso in una maniera narcisistica, cioè nell’incapacità di comunicare con l’altro. Viviamo nello strabismo dell’autoreferenza.
Oggi il sesso, l’eros diventa mortale (dice George Battoie nel libro "Le lacrime dell’Eros"): vuol dire che se io cerco nell’altro la propria soddisfazione, l’altro deve rispondere alle mie esigenze, quindi l’altro non è più se stesso ma lo riduco come voglio io. La sessualità senza relazione diventa la morte dell’altro e di conseguenza la tua.
Il sesso senza relazione non deve esistere.
Secondo atteggiamento di fondo: recuperare il valore della sessualità attraverso la riscoperta del pudore e la difesa, la promozione della sessualità. Qualcuno ha definito il pudore il custode della sessualità.
Quando manca il pudore, il desiderio perde tutta la sua vivacità. Il pudore è il talismano che tiene l’amante presso la sua amata. Pudore vuol dire passare dall’essere guardati al guardarsi dentro e conservare la propria dignità.

Alcune attenzioni educative.
Ne provo a citare, innanzi tutto due:
1- dare il primato ai sentimenti, dare spazio al cuore. Coltivare l’affetto verso l’altro, soffrire con l’altro.
2- saper godere, imparare a godere, tenendo conto di quanto detto riguardo all’erotismo, alla sessualità, al come educare ed educarci.
E poi vorrei sottolineare alcune altre cose:
Una volta si diceva c’era l’amore senza il sesso, senza corpo, oggi ci può essere sesso senza amore. Però è sempre insidiosa la tentazione platonica, quella che senza corpo ci può essere benissimo l’amore coniugale; come pure c’è sempre l’insidia più forte di un corpo prevaricatore, istintivo, sensuale.
Per la mia esperienza la donna, per cultura o forse delusa dal rapporto di coppia, rifiuta a volte il rapporto sessuale.
Sappiamo che dopo qualche anno di matrimonio subentra la delusione, qualche volta la frustrazione, i mariti invece sarebbero più soddisfatti del loro matrimonio e non capiscono perché la donna ne sia delusa. Quando subentra la delusione anche il rapporto sessuale diventa meno richiesto, sentito, desiderato e può creare problema.
Allora credo sia importante far emergere nella vita di coppia queste difficoltà, parlarne in coppia o con qualcun altro, uno psicologo o un esperto, perché credo che avere un’intesa sessuale e coltivare il desiderio sessuale sia forza positiva e di grande valore.
Il rapporto sessuale è il momento saliente, dopo però aver coltivato la gestualità affettiva. L’affettività va curata già da fidanzati. Occorre capire che solo con la gestualità affettiva il rapporto sessuale può oggettivarsi.
L’abbraccio, il bacio, la carezza, il fiore, l’attenzione, il dialogo sono gestualità affettive che vanno coltivate e che poi approdano al momento culminante, importante, così denso dell’incontro sessuale. Quando c’è più sentimento, più affetto e quindi più amore anche il rapporto sessuale è più ricercato.
Occorre una verifica costante della presenza dei sentimenti, senza accusarsi, senza ferirsi. Ricordiamoci che l’uomo e la donna sono diversi in questo ambito. Max Weber dice che l’uomo e la donna hanno tempi diversi e non cessano mai di fraintendersi.
Ciò che importa è sottolineare il problema, se è giusto rilevare che oggi può esserci una sessualità senza amore, è anche vero che sempre è ricorrente il rischio di vivere una amore senza sessualità.
Come spiegare la sessualità ai figli?
Non è un tema semplice ma lo è ancora meno fare in modo che questa realtà non sia solo immagine esterna ma anche contenuto.
Il rischio oggi è che attraverso alcune riviste, film e pubblicità si metta in rilievo una immagine di solennità sessuale senza storia, senza coinvolgimenti, senza azioni, ma fatta solo di immagini, e questo è rischioso.
Dire come spiegare non è facile, comunque io indicherei due cose:
1) dobbiamo distinguere, purtroppo non viene fatto neanche nella scuola, fra educazione sessuale ed informazione sessuale.
Ciò significa sì far conoscere i meccanismi procreativi, per prevenire malattie e a volte maternità (purtroppo oggi un ragazzo di 13 anni può già avere rapporti ed è ben giusto che sappia a cosa va incontro!).
Da sola questa istruzione potrebbe essere pericolosa, perché non crea calore, fervore, sentimenti come invece avviene nell’educazione. Educazione sessuale significa educare al sentimento, compreso anche il corpo che ne è il tramite.
2) i genitori che parlano ai propri figli di queste cose sbagliano meno di un insegnante, di uno psicologo, di un esterno, anche se si trovano a disagio e non sanno come parlarne. Dobbiamo renderci conto che le riviste e TV sono viste dai ragazzi.
Non bisogna avere l’idea che sono ancora bambini. Parlarne in modo giusto, ma attenzione perché sono bombardati da offerte di conoscenza molto forti e banali.
Forse se i genitori ne parlano, possono comunicare che l’unione di due persone significa che si vogliono bene, vogliono condividere insieme la vita e che il corpo è positivo, è segno di un coinvolgimento emotivo, relazionale.
Ma come farlo? Si tratta di cogliere l’occasione di dirlo. A volte per esempio commentando un bacio visto in TV o la notizia di una ragazza violentata. Sono tutte occasioni per parlarne in maniera disincantata, ma con dentro tutta una carica reale di sentimento e di amore.

Perché nascono i sentimenti
I sentimenti nascono dall’esigenza di rispondere agli altri e a se stessi. I Padri della Chiesa, i maestri orientali dicono che ciascuno di noi ha un maestro interiore, quello che noi diciamo coscienza. Ascoltarsi e ascoltare la verità che è dentro e fuori di noi. Oggi diventa più difficile suscitare sentimenti, è un po’ tutto piatto perché le immagini di baci ed altro sono frequenti e superficiali in TV, sono appunto senza storia. Se i ragazzi vedono un bacio, per loro non è più una scoperta come lo poteva essere una volta.
Però quando subentra l’innamoramento, l’altro è sempre una scoperta e il bacio con una persona che lui ha scoperto di amare, non è il bacio visto alla televisione. Il sentimento che prova è inedito (anche oggi i ragazzi di fronte alla ragazza che amano sono timidi, impacciati proprio come una volta).
Per questo l’età dell’amore non toglie i sentimenti, non li dà per scontati.
Sono convinto che l’amore che uno prova per un’altra persona fa scoprire sentimenti che, se anche visti in tivù o al cinema, sono assolutamente nuovi.
Credo che educare al sentimento verso l’altro possa portare a capire l’emozione che si prova di fronte alla persona che si ama sinceramente.