2° incontro dei Gruppi Famiglia nel Vicariato di C. di Godego a Vallà
27 Ottobre 2002

"Caino e Abele": frequenti realtà di cronaca
La morte della coscienza che sfocia nella morte fisica

Relatrice: Maddalena di Spello
Questo testo della Bibbia è stato molte volte oggetto delle mie meditazioni. Quando mi metto davanti al Signore per pregare mi vengono alla mente interrogativi importanti. La verità che l’uomo è stato creato da Dio non va contro le scoperte archeologiche, contro la paleontologia, anzi scienza e fede per me vanno proprio di pari passo. Gli studi biblico-esegetici confermano l’intervento divino nella creazione dell’Adam senza peraltro escludere l’evoluzione della specie umana lungo i millenni della sua esistenza.
Sono ricordi dei cinque anni di studio all’Università Lateranense, non ho poi continuato a frequentare la Gregoriana per stare a casa ad accogliere i piccoli, i poveri, la gente che soffre e star con Gesù davanti al Santissimo; e far la vita povera affidata alla provvidenza.
Allora questo passaggio era stato per me motivo di inquietudine: questo uomo che alla fine si è alzato in piedi e ha ricevuto quella forma fisica che gli ha permesso di avere una coscienza, ha potuto diventare sacrario dello spirito di Dio. L’uomo ad un certo momento della storia è stato capace di rivolgersi verso il suo Creatore, di passeggiare dentro la creazione (il giardino dell'Eden). Il significato dell'immagine della creazione con l'uomo al centro ha proprio questo significato: l'uomo è stato capace di rivolgersi a Dio e lo spirito di Dio poteva installarsi dentro di lui.
Tuttavia è importate osservare che nel testo ebraico non è solo l'uomo ad essere abitato dallo Spirito perché nella Bibbia lo Spirito di Dio sta anche negli animali (il Qoelet). Jahvè sta anche negli animali, ma nell'uomo c'è una cosa tutta particolare che mi permette di dire che se io sono in vita è perché ho ricevuto da Dio il primo soffio di vita.
Osservate come il bambino, quando esce dalla pancia della mamma, se non si mette a gridare, a respirare non vive. Quel respiro è la possibilità di vita che può avere. Così è anche quella vita che Dio in persona dona. Notate le espressioni del Vangelo, quando Gesù spira. Vuol dire che Gesù ha restituito al Padre questo Spirito di vita. Per il popolo ebreo che usava espressioni aramaiche doveva risultare esplicito questo concetto, cioè ciò che Dio affida a noi nel tempo della nostra vita lo restituiamo al Padre quando moriamo. Il nostro corpo se ne ritorna alla terra fino alla risurrezione finale.
Questo spirito di Dio che è in noi, che ci fa viventi è comunicato attraverso l'amplesso amoroso tra Adamo ed Eva, non c'è altro mezzo per fare i figli, è inutile andare a scavare sotto i cavoletti o affidarsi alle cicogne: è il frutto dell'amore umano. Adamo si unì a Eva e fecero due figli.
Abele era pastore di greggi. Il pastore è una persona passiva che custodisce il suo gregge, che deve sorvegliare, che ama le pecorelle. Quando Gesù più tardi si fa pastore dice che le conosce per nome le sue pecore. Questi due figli uno è una persona mite che si accontenta di avere una ventina di pecore, le munge, le pulisce, le custodisce bene, l’altro, Caino, è uno che sgobba, un coltivatore della terra. Il frutto della terra è anche il frutto del suo lavoro, invece per Abele il latte e le pecore sono solo dono del buon Dio. Il pastore fa poco invece il coltivatore, se non lavora, a lui la terra non dà niente. In uno c'è l'uomo con il suo lavoro, con la sua forza, con la sua volontà con la sua determinazione, con i suoi piani. Se vogliamo mettiamoci pure il ventesimo secolo, mettiamoci tutti noi! Mi ci metto davvero anch’io, mio marito invece è piuttosto un Abele, è un filosofo. Io invece, quando ero infermiera o insegnante, facevo la parte del coltivatore, mi davo da fare in continuazione.
Qui c’è la differenza essenziale. Diceva un monsignore che ha parlato al raduno del giovani della provincia di Lecce: "Un ragazzo che vuol essere cristiano oggi deve essere un sognatore". Il sognatore non può essere un tipo che vuol far carriera, che vuol accumulare.
Se devo schiacciare i vicini per avere di più è difficile che rimanga nello stile del vangelo perché il vangelo trasmette quella malattia contagiosa che ti porti dentro che è l'amore del fratello: "Ama il tuo fratello come io ho amato te!". Per questo amore c’è chi sa sacrificare non solo la propria persona ma anche i propri affetti, anche i più legittimi. Questo è difficile da capire, qualcuno lo capisce, pochi.
Il sognatore è capace di gratuità. Un adolescente sa ancora sognare, sa guardare il cielo, percepisce ancora il rumore del vento, l’odore della terra, il respiro degli animali, sente la distruzione di tutto quel mondo, bellissimo, che ci è stato regalato dal buon Dio, a causa di un'economia bestiale. Fumi, veleni per la terra e per gli animali che distruggono quella cosa bella che ci è stata data perché tutte queste cose, che sono cose naturali, vengono trasformate per il profitto economico. Se una vacca fa 30 litri di latte ne deve fare 50, se pesa 400 kg. ne deve pesare 500. Tutto perché dietro c'è il denaro, la borsa, i soldi, la potenza.
Questo Caino sono io, è difficile puntare il dito sull'altro e dargli del Caino. Ma posso anche essere Abele se dedico del tempo per lavorare in qualche ricovero, se aiuto qualcuno. O invece dico ai miei figli che devo far soldi e quindi li lascio di qua e di là, e meno male che la società ha pensato a tutto…all'asilo nido, alla scuola materna, alla mensa scolastica,… Quel bambino lo hai fatto solo per un momento di piacere o lo fai crescere e vivere? In un mondo impazzito vivo una vita impazzita, il cristiano invece deve vivere la santità nella vita quotidiana. Oggi diventa difficile perché oltre ad operare delle scelte contro corrente rischio di passare per scemo agli occhi dei vicini se non sono ricco, se non ho una bella casa. Può darsi però che i miei figli siano più felici, non si droghino, non si diano alla violenza, non si facciano mussulmani come i talebani. Anche i cristiani si fanno mussulmani perché viene presentato loro un ideale! Io devo saper dare a mio figlio un ideale! Ma questo non sarà possibile se la casa è già vuota quando un bambino ha solo quattro o cinque anni. Quando rientra trova la nonna, la televisione, il frigorifero pieno di roba. Così i bambini sono gli oggetti della pubblicità, della televisione, di chi comanda, di chi li tiene come delle marionette.
Il Caino posso essere io, l'assassino di mio figlio, di mia figlia perché gli nego la vita dell’anima, la tenerezza, i sogni. E Abele chi è? Ci sono persone che ci vivono male in questa nostra società. Non parlo dell'Abele che sta in paradiso ma dell'Abele d’oggi che preferisce impiccarsi piuttosto che affrontare la realtà.
Se avessi oggi 17 anni mi impiccherei, meno male che sono nata nel 1930 e che ho vissuto la guerra, che ho conosciuto il prezzo della vita, il prezzo di conoscere una persona che è stata ammazzata da quella guerra a Parigi. Ho sofferto molto nella vita e ringrazio il cielo anche per il giorno in cui dicevo di non credere in Dio, ringrazio il cielo di non aver ubbidito ai miei genitori che mi volevano sposata con un ricco. Sarebbe stato come prostituire, vendere il mio corpo, il mio spirito ad un uomo per i soldi; sarei sicuramente partita con un barbone piuttosto che sposare un ricco come una donna che si svende. A noi fanno ribrezzo gli islamici che scambiano le figlie con i cammelli, e non facciamo la stessa cosa per caso quando vogliamo per i nostri figli un matrimonio da sistemati? Che differenza fa vendere la figlia contro 10 cammelli o per milioni di euro?
Gesù Cristo ha consacrato la persona, la ha resa santa dentro, perciò è sacra. Per questo ognuno deve andare dove lo guida la sua stella, dove lo guida il suo cuore con la dimensione di Gesù dentro di lui, cioè con la gioia di essere innamorati, di resistere alla tentazione del possedere, di lasciare le cose sciocche ed inutili. Quante coppie che si sposano, giovani che dicono di volersi bene poi la vita di lui o di lei diventata un inferno; perché si tradisce o perché si immagina di essere traditi, lo si costruisce nella propria mente anche se non è vero. Da quel momento la vita diventa impossibile. È un problema di coscienza di ognuno nella coppia, io non posso giudicare mio marito ma devo invece vedere come io mi comporto! Se mio marito è trascurato, se guarda le altre donne forse io per lui non sono una vera donna.
Questo può avvenire anche per una religiosità sbagliata. C’è chi si fa il segno della croce prima di abbracciarsi! Ma è peccato abbracciarsi nel matrimonio? Il Santo Padre Paolo Giovanni II ha detto delle cose stupende circa l'amplesso. Questo significa che il momento di fare l'amore, che il linguaggio dell'amore è sacro.
Donne stecche, stuzzicadenti, uomini superficiali ricordatevi che il linguaggio dell'amore è l'amplesso tra il marito e la moglie. Certo con tutte le sfumature e le attenzioni del volersi bene: sapersi accarezzare, fare un complimento, ridere, stare bene insieme. Metti la testa contro la mia spalla e io sto con te, e sto bene a immagine del Signore che ha inventato l'amore. L'amore tra un uomo e una donna è meraviglioso però non dovete mettere il prete nelle vostre lenzuola, è un'oscenità! Siete un uomo e una donna che si amano, amatevi e basta!
Io sono una convertita, sono stata battezzata a Spello da Carlo Carretto, avevo 26 anni e conoscevo già mio marito. Mi sono convertita a Gesù Cristo e lo ho amato amando mio marito. Amo Gesù e mio marito per tutta le vita, e con Gesù e mio marito sto bene perché se mio marito fa il muso io vado da Gesù che non fa mai il muso. Ma avviene anche che mi sento abbandonata da Gesù nella tristezza del mio cuore. I giorni duri della vita o addirittura la disperazione possono arrivare, in quei momenti in modo particolare mi appoggio a mio marito che mi aiuta a portare la croce. Ogni tanto questo avviene anche se nessun uomo può contare su nessun uomo e su nessuna donna. "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo", dice la Sacra Scrittura, Benedetto l'uomo che confida in Dio". Questa frase bisogna viverla in tutti i momenti e far attenzione a non confidare troppo nella persona umana perché siamo tutti fatta della stessa pasta. Sei sicuro di te, dei tuoi sentimenti, sei bravo, sei buono fino ad un certo punto. Nessuno di noi, solo il Signore è buono fino in fondo e io posso sempre confidare nel Signore.
Nella coppia allora quando le cose vanno male la prima tattica sono i bacetti, se i baci non vanno si dialoga, e quando anche il dialogo diventa difficile si prega. Occorre levarsi dalla mente che basta la sessualità, o peggio l’oscenità. L’oscenità disgusta non piace né a me né a mio marito. Nell'amore tra lui e lei c'è Dio, c'è qualcosa di sacro nel far l'amore. C'è prima di tutto che il buon Dio ci ha fatto così, in secondo luogo è un modo di fare crescere l'amore.
E poi è davvero importante il dialogo. Quando una persona fa come Caino si chiude ad ogni forma di comunicazione ed anche di possibilità di riflessione su se stesso.
Questo povero Caino era tra i primi uomini sulla terra, io almeno la vedevo così, come faceva a sapere che non doveva ammazzare? Nessuno glielo aveva detto! E come faceva a lottare contro se stesso e la sua gelosia? Era geloso perché aveva visto che il sacrifico di suo fratello era gradito a Dio mentre il suo, dopo aver sgobbato, molto più di suo fratello, non era gradito a Dio e il fumo gli veniva nel naso al posto di andare su nel cielo. Dunque tutto quel sentimento dentro di odio, di gelosia, d’invidia lo faceva dire: "Non è giusta questa faccenda, io faccio tanto offro i frutti della terra… invece l'altro dava animali belli e pronti…, ma, Signore mio, è ingiusta questa storia!". Ho trovato questa parola, che voi avete messo in corsivo, che in ebraico è molto più concreta: coscienza. "Il Signore gli disse: ma perché fai il muso?". La faccia che cade, il muso. Quando la faccia cade, quando si fa il muso diventi come un animale, la coscienza diventa pesante.
Dice Dio a Caino: "Il peccato è accovacciato alle porte del tuo cuore". Dio dunque fa capire che la coscienza, il sacrario di Caino, era anch’esso abitato dallo Spirito di Dio. Dentro il suo cuore c'è stato un momento in cui poteva scegliere e capire da se stesso il motivo di tutto questo disturbo: perché il male era accovacciato alla porta del suo cuore. Lo Spirito di Dio glielo aveva fatto capire: "Il peccato è accovacciato alle porte del tuo cuore ma tu, dice il testo, vincilo; è un ordine". E Caino non dice niente, va invece ad ammazzare il fratello.
Allora in famiglia questo peccato, che è in ognuno di noi, ci fa sparlare per esempio della suocera e tu sai benissimo che non può portare un frutto buono perché alla fine il marito sarà dispiaciuto, soprattutto in Italia dove gli uomini sono piuttosto mammoni! È un po’ colpa delle madri che trattano i figli come se avessero sempre tre mesi. Vi confesso però che anch’io sono uguale, perché quando ho visto mia figlia di 49 anni con il primo capello bianco mi sono messa a piangere. Mi sta bene che io invecchio ma perché deve invecchiare mia figlia? Siamo un po’ tutti uguali però dobbiamo lottare contro questo sentimento d’accaparramento dei figli.
Che differenza c'è tra ammazzare una persona con un coltello oppure ammazzarla con le parole?
C'è una leggera differenza solo perché al prete si dice: ma io non ho ucciso nessuno! Veramente?
Tu non sparli mai di nessuno? Perché si uccide anche con la parola e non solo con le armi! È scritto: "Non giudicate, perché come giudicate gli altri sarete giudicati anche voi". Se io dovrò essere giudicata dal Padre Eterno come io giudico certe persone, il parroco per esempio che non è mai presente all'adorazione, e glielo dico anche in faccia, faccio male perché in un certo senso lo ammazzo. Gesù Cristo però mi dirà: io chiedo conto a te di ciò che hai fatto e lascia in pace in tuo parroco.
Siamo tanto bravi a costruirci un favola di bontà, un’aureola di santità tutta per noi e riempiamo di cattiveria gli altri. Eppure ci conosciamo bene, e sappiamo di essere persone come tutte le altre con alti e bassi e che ci vuole la perseveranza che viene dal Signore per superare tanti problemi che non possiamo togliere dalla nostra vita.
L'unica cosa che posso dirvi dal giorno che ho conosciuto Gesù, nel 21 marzo del 56, è che ho iniziato a dedicare un'ora sola del mio tempo per lui tutti i giorni dopo aver letto una frase di un grande dottore della chiesa che si chiama Teresa D'Avila, e questo ha cambiato la mia vita. È per questa frase che io sono qui oggi, che ero a Lecce una settimana fa. Dice questa frase: "Se uno dedica tutti i giorni un'ora di preghiera silenziosa al Signore io, Teresa, gli prometto che conoscerà Dio".
A venticinque anni allora era proprio quello che volevo: conoscerlo ed essere riconosciuta da Lui, essere penetrata da Lui, penetrare Lui. Conoscere in senso ebraico è penetrare l'altro e far germinare. Lo si dice di Adamo che conobbe Eva e nacque Caino e poi Abele.
Questa donna mi ha illuminato la vita. Mi sono detta: non posso fare grandi cose, ho figli, devo lavorare, ho una vita occupatissima, sono povera, ma tutti i giorni della mia vita darò un'ora a Gesù.
In una casa però dove una donna che si mette a pregare e per questo il suo uomo diventa schizofrenico… Mi alzavo ogni mattina alle cinque, bevevo un caffè senza svegliare nessuno e mi sedevo a terra nella mia camera. Per me la preghiera è così, semplice, mi esce dal cuore, dicevo il rosario pensando ai misteri e alla vita di Gesù.
Nonostante la fatica di alzarsi alle cinque dicevo a Gesù io sto qua per te, unicamente per te, perché poi ho tanto lavoro da fare, devo lavorare per guadagnarmi la vita. Allora avevo due figlie piccole, una casa, e facevo tutto, un lavoro da schiava, però quest'ora non la ho mai tolta al Signore. Alle sei mi alzavo, correvo alla messa a Nizza che durava 25 minuti, tornavo a casa alle sei e mezza. Nessuno si accorgeva, neanche mio marito che si alzava alle nove perché alla sera sta alzato fino alle due di notte. La preghiera cambia la vita a tutti.
Una piccola donna della Utet a Torino è venuta a casa nostra e si era un po’ spaventata nel vedere ragnatele, insomma la casa della Povera Gente non ha corridoio come nelle vostre case, è un buco da topi, perché una persona deve saper entrare nel buco del sorcio per pregare, cioè rivoluzionare completamente le sue abitudini. Quel corridoio è la prima accoglienza! Quella donna, arrivata con le sue valige di pelle, tutta fine, ha passato da noi un tempo abbastanza lungo. A Spello non si fanno tanti discorsi ma ognuno, per conto suo, si dedica all'adorazione. Siamo insieme poco tempo per il resto ognuno ha i suoi lavori. Nella comunità ci sono le tre sorelle, i tre marocchini, i barboni, persone giovani che vengono a pregare, che vogliono cantare, parlare fino alle 10.30. Poi tutti vanno a letto. Nella comunità dovete venire; trovate Ester e Claudia, trovate Hassan, Tiberio un tipo strano omosessuale. Ma devo mandarlo a dormire sotto la pioggia? Le mie sorelle a volte sono dure e non vogliono certe situazioni, ma come si fa a mandarlo a dormire al parco pubblico d'inverno? Non è neanche un uomo deciso sul sesso che tiene e la sua unica passione è andare al sabato sera in discoteca a fare il cretino sul cubo. Io non sono sicuramente una buona cristiana, non lo sono proprio perché buoni cristiani, secondo me, sono i santi e la Madonna. Mica sono capace di amare come loro! Cosa vuol dire accogliere un povero? Credete che sia difficile? Vi private solo di una grandissima gioia! Non sono una persona particolare, non ho niente di particolare, ho rifiutato anche di essere fondatrice di una pia unione nella chiesa quando c'è stato il cambiamento del diritto canonico. Allora sono andata dal vescovo e gli ho detto di togliermi dalle spalle questo peso della pia unione perché il Signore Gesù che mi ha fatto capire tante cose, verificate dai vescovi della chiesa e anche dai padri spirituali, che mio hanno sempre detto di continuare perché era disegno di Dio, non mi ha proprio detto di fondare un nuovo istituto religioso.
Il Signore, che mi ha chiesto di abitare in Italia, e io ci sono venuta, ho fatto ciò che ha voluto, mi ispira di dirvi che ciò che faccio io tutti lo possono fare perché non è niente aprire la porta a un povero e non è niente vivere il Vangelo che dice: "Da a chi ti chiede."
Il Vangelo non dice da la carità e rifiuta tutti i poveracci che incontri, ma fa la carità. Dai a chi chiede e accogli la persona che chiede perché li è Gesù, non voltargli le spalle, questo significa vivere il Vangelo. È semplice non occorre il dottorato in teologia per capirlo. Andiamo a vedere il Vangelo di San Matteo al capitolo quinto e sesto, quello che comincia con le Beatitudini, e quando andiamo a confessarci interroghiamoci prima su quelle pagine. Bisogna andare una volta al mese a confessarsi per avere una coscienza bella e trasparente. Con i vetri delle finestre pieni di polvere e sporcizia non si può avere una bella visione. Se la coscienza è come certi vetri appannati non si capisce niente, non si vede più chiaro nella vita. Una persona che non si confessa mai non è cattiva, soltanto non capisce perché il suo cielo è oscurato, non è pulito, non va a lavarsi alla doccia santa del sangue di Cristo che la ripulisce e la rimette davanti al Padre con il profumo di Gesù.
Abbiamo avuto un grande professore di teologia, San Francesco, che ha vissuto il Vangelo alla lettera senza glosse. San Francesco è piaciuto così al Signore che lo ha trasformato a sua somiglianza da dargli le stigmate. È vero che ha vissuto come un povero dimenticato ed emarginato nel suo tempo, mentre la teologia diceva fiumi di parole che servivano solo ad allontanare dal Vangelo. Il Vangelo è semplice da seguire però per vivere il Vangelo occorre la grazia di Gesù. Senza di Lui non ce la fai a vivere il Vangelo; questa è la chiave: dedicare ogni giorno del tempo al tuo Signore.
Tutti a questo mondo nasciamo nudi e moriamo nudi, perché la morte ci fa tutti uguali. Ognuno di noi è un essere debole e, tra la nascita e la morte, disponiamo di un po’ di tempo, poco.
E Gesù ci dice: " Voi senza di me non potete fare niente", e ancora "Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei secoli". Se è veramente con noi fino alla fine dei secoli, e se è vero che senza Lui non possiamo fare niente è anche vero, come dice San Paolo, che possiamo tutto in colui che ci conforta. Anch'io, Maddalena, posso tutto in Dio anche se sono sofferente nell'intestino, nelle ossa, ecc. Se sono di cattivo umore è perché non sono Dio, sono Maddalena, però in Cristo posso andare in qualsiasi posto lontano anche quando sono sfinita dalla stanchezza.
Ci andrò nel momento preciso in cui li mi darà la forza perché posso tutto in colui che mi dà la forza. È Lui che mi da la forza e non me stessa; se io conto su di me mi conviene andare subito al ricovero. Se invece conto su Gesù, Lui non può mancare nell’affidarmi qualsiasi compito. Se quello che fai da tanti anni è quello che corrisponde alla volontà del Signore, almeno si spera, lo farai sicuramente, altrimenti quando sei troppo stanco non ti resta che l’esaurimento nervoso.
Per obbedire al Vangelo occorre pregare: "Entra nella tua camera chiudi la porta… quello che vede nel segreto…". Lo Spirito Santo, se tu ci credi, vedrai come farà cambiare il tuo lavoro, vedrai come la vita quotidiana ti sembrerà bellissima. Non che sarà facile la vita con Dio, non è facile per nessuno, forse siamo contenti a momenti, mentre in altri giorni è pesante. È così per tutti.
Per pregare chiudi la porta della tua camera, ma non sul naso di tuo marito, di nascosto prega…, puoi anche andare in un eremo, una settimana a Spello ma con il suo permesso. Si tratta di fare le cose non con la violenza ma con la croce; croce e non violenza vanno insieme. Vai e ritrova te stesso in modo da essere una persona cosciente davanti a tuo marito pur con le tue contraddizioni forti, i tuoi litigi, ma con Gesù che opera. In questa preghiera, che sembra così difficile, perché della bontà non si dice niente, non si fa niente. Anche nella nostra casa non facciamo nient'altro che mettere la gente davanti al Santissimo. Il primo giorno sono come i cavalli che non hanno la biada, sono convinti di perdere tempo prezioso per parlare, leggere, ecc. Già dal secondo giorno iniziano a dire: quando si esce di là si sta bene.
Il terzo giorno ci vanno volentieri perché hanno trovato la chiave. È stata data loro in mano la chiave della loro vita. Quelle piccola donna della Utet ha iniziato a casa sua, a Torino, a sedersi a terra, in camera sua, e dopo poco ha deciso di spendere la sua vita in modo davvero bello al posto di far soldi alla Utet.
In questa casa editrice era un personaggio importante invece si dedicò ad un nipote che aveva la talassiemia grave e rischiava di morire. Questa donna, alta 1.46m., calabrese, ha fatto una casa grande sopra Fano e vive unicamente di provvidenza. Magari lo crediamo per Madre Teresa, ma per lei, no.
Noi ci facciamo abbagliare solo dalle cose straordinarie, eppure anche questa piccola Maria Pia ha fatto delle cose straordinarie nella sua casa. Lei ha fatto questa casa per le famiglie povere e la ha fatta con la provvidenza e quante vite umane ha salvato! Tutto questo frutto del sedersi a terra. Nel garage trasformato in cappella ha il santissimo anche lei, ha messo Gesù e quando è preoccupata di notte va a pregare. Questa è una vera cristiana, una cristiana che ha iniziato solamente a dare un'ora della sua giornata a Gesù.
A questo punto avrete una sacra fifa e direte: per carità io non do mai un'ora a Gesù Cristo perché se per caso… facciamo le corna! Il Signore non ti dice di cambiare orientamento, lei non è sposata, se fosse stata sposata, il Signore non le avrebbe chiesto di vivere in quel modo, era libera, aveva le facoltà intellettuali, la forza, la fede e poi conosceva centinaia di persone ricche e dunque ha saputo avere la forza di dire il suo sì.
Ma se tu sei sposata e hai famiglia è chiaro che il Signore non ti chiede di piantare in asso il marito e di andare a fare clarissa ma ti chiederà semplicemente, ciò che Giovanni Paolo II suggerisce, di propagare il Vangelo intorno a te, di essere missionaria del Vangelo senza andare di qua a di là. Siamo già missionari quando il marito arriva e gli facciamo un sorriso al posto di presentargli una faccia da limaccia.
La preghiera ti dà la libertà. Dice Gesù nel Vangelo: "Io sono la verità", e due righe dopo, "La verità vi farà liberi".
Volete essere liberi? La libertà è ciò che c'è di più bello al mondo non c'è niente d’uguale alla libertà. Se il marito ti rende una persona schiava non ti ama e se tu rendi tuo marito un bambolotto che ti deve seguire, che non è libero, non lo ami. Questa è strumentalizzazione familiare. Un uomo e una donna liberi e insieme perché si possano amare.
C’è chi sa vedere Dio nel creato, nelle montagne, nel cielo, nel mare, in mille creature. Noi non lo vediamo, abbiamo occhi e cuore annebbiati e non vediamo più niente. Per fortuna c'è ancora gente che sa vedere, che sa ascoltare il vento tra gli alberi e che è consolata da questa voce di Dio che parla nella creazione. Mio marito è uno di questi.