I GIOVANI E L’AFFETIVITÀ
Un valore importantissimo ma vissuto in modo molto confuso

di Daniele Racca
Quelle che seguono sono soltanto alcune mie considerazioni, frutto della mia esperienza di insegnante di religione in un istituto tecnico commerciale di Orbassano (TO), dove la maggioranza sono allieve. Sono riflessioni disordinate, "a cal-do", poco riflesse, quasi estemporanee, frutto soltanto della mia particolare prospettiva.

I giovani in generale
I giovani hanno dei valori. Non condivido assolutamente la frase fatta: "i giovani non hanno più valori". Come ogni essere umano, anche i giovani hanno bisogno di valori per vivere, li cercano, li seguono e credono in essi. Un segno di questo è che quando vedono in giro persone che vivono davvero i cosiddetti valori sono comunque molto colpiti da queste.
Hanno tempi brevissimi, in tutto. Quello che ieri li entusiasmava oggi li stufa. Faccio alle volte lezioni bellissime, ma se provo a fare il bis la volta dopo vedo già qualche naso storto. Questo ovviamente stride con il concetto di valore, che di per sé fa riferimento a qualche cosa di duraturo, eterno addirittura. Probabilmente questa "brevità" è più generale, della società stessa, loro la bevono soltanto nel latte materno.
Hanno molta confusione in testa. Quello che manca in loro è una visione serena ed ordinata dei "valori". Penso che tale confusione sia più che altro indotta in loro. Quando parlo con loro di questo mi fanno notare che il mondo nel quale vivono non ha nulla da insegnare loro e che gli "adulti" stessi vivono tradendo quelli che loro definiscono valori… Come dargli torto?
In generale a me sembra che non vogliano imparare dagli altri. Essi pensano che a questo riguardo non vi siano cose da insegnare e quindi da imparare. Del resto hanno poca fiducia nel mondo "altro" degli adulti: scuola e società in genere. In certi casi rimane per loro forte la fiducia nella famiglia … perché si rendono conto che rimane uno dei pochi luoghi "sicuri".

I giovani e l'affettività
Venendo al tema affettività ritengo che questa sia per loro essenziale nella scala dei valori. Quando faccio fare loro dei piccoli sondaggi su questo (a 14 e a 17 anni) invariabilmente gli aspetti fondamentali della vita per loro sono: amore, amicizia e famiglia.
La vivono e la cercano però allo stesso modo nel quale vivono e cercano i valori in genere, come ho già detto.
Ci credono nella maniera più assoluta: sono convinti che senza amore ed affetto non si possa vivere.
La vivono in maniera molto confusa: fanno soprattutto mol-ta difficoltà a chiarire il rapporto tra corporeità ed affettività:
• Le uniscono troppo, per cui non sanno concepire l'affettività disgiunta dalla fisicità e sembra loro strano che si possano vivere affetti profondi senza uso della sessualità (anche se a ben vedere sono i tipi di relazione che vivono maggiormente, cioè l'amicizia e la famiglia).
Del resto sono consapevoli di vivere in un mondo nel quale l'eros permea tutti gli ambiti relazionali (basti vedere la pubblicità, che utilizzo sempre come modello di riferimento per analizzare "in tempo reale" la cosiddetta società).
• Oppure le separano troppo nettamente, per cui si fa sesso anche solo per divertimento o per "imparare", per loro non c'è nulla di strano nel farsi le "storie" (brevi, poco profonde) nelle quali però alcuni sono disposti a mettersi molto in gioco sul piano fisico ed erotico.
Un esempio: l'espressione "farsi le coccole" ha modificato molto il suo significato. Da un generico scambio di piccole effusioni e tenerezze ora invece indica una forte intimità fisica, escluso forse soltanto l'atto della penetrazione.

I giovani e gli adulti
I giovani hanno, a mio parere, ormai pochissima fiducia in ciò che il mondo degli adulti dice loro, anche sul tema affettività-sessualità. Per questo l'unico modo per loro di imparare è fare esperienza.
Io credo che quello che spaventa molto noi adulti, ovverosia il fatto che i giovani sono sempre più precoci e disinibiti (hanno la tipa "fissa" già in prima media, hanno i primi rapporti qualche anno dopo se va bene, considerano leciti o quasi comportamenti erotici che noi rifiutiamo nettamente), venga da loro giustificato come bisogno di fare esperienza.
Visto che tu (adulto) non sei in grado di insegnarmi niente, io devo in qualche modo imparare da me.

Un ultima considerazione: i giovani vivono nell'immagine. Questo secondo me sta creando qualche scompenso nel modo di vivere l'affettività. Da una parte essi sanno che amore e affettività appartengono alla sfera del personale e dell'intimo, d'altra parte essi stanno imparando che è vero ciò che si vede, o meglio che ciò che si vede diventa reale e quindi … essendo intelligenti traggono le loro conseguenze. Volete fare un'esperienza esaltante? Guardatevi una puntata di "Uomini e donne" su Canale 5 alle 14.45, è il programma più seguito in assoluto dalle mie allieve e anche da molti miei allievi!

Facciamo comunque molta attenzione a parlare di "giovani". Sarebbe come pretendere di fare un'indagine sui valori degli "adulti" o degli "anziani".
Anche il mondo dei giovani non è una cosa a sé e forse non esiste nemmeno un mondo dei giovani. Esistono i giovani, per fortuna molto diversi tra di loro.
danielesimona@lillinet.org

DOVE SONO GLI EDUCATORI?

Guardiamoci intorno. Mancano adulti significativi capaci di incarnare valori autentici e in grado di rapportarsi con i giovani. Il mondo giovanile è sempre più privo di queste figure.
È vero che il mondo degli adulti è cambiato: i sacerdoti giovani che fungevano da educatori sono spariti nelle parrocchie assieme a folti gruppi di animatori che li fiancheggiavano senza che altrettante figure di adulti o di coppie li abbiano sostituiti. Invece dobbiamo fare i conti con genitori, insegnanti, personaggi vari di basso livello, dalle idee sballate e confuse (tutt'altro che educatori).
Non è raro trovare tra questi buonisti degli accaparratori di simpatia che, invece di indirizzare, plagiano.
I giovani in sé non sono né meglio né peggio di ieri, ma sono per certi aspetti più svantaggiati nel costruire una propria identità. Se tuttavia vengono educati a sfruttare le grandi opportunità che il mondo d'oggi offre loro sotto forma di ideali possono davvero diventare "grandi". Del resto senza una propria autonomia è impossibile oggi navigare in una società libera e diversificata come quella attuale.
In questo quadro la famiglia risulta la grande assente (latitante) sul piano etico e educativo e appare come una grande ossessionata "allevatrice".
In molte famiglie si è di un rigore estremo per la salute, per l'immagine, il denaro, il divertimento e, contemporaneamente, si dimentica, o quasi, la signorilità, il rispetto, la meraviglia, l'onestà… quelle che sono le vere virtù spirituali.
La Chiesa, da parte sua, ha spesso confuso formazione con cultura religiosa e sono venute a mancare in maniera diffusa le figure di riferimento. Manca una comunità vera, vivente, dinamica, efficace, entusiasta… Ci sono ancora poche figure sparse e isolate, volutamente dimenticate dal perbenismo di un mondo cattolico teorico e pieno di preconcetti. In questo mondo il giovane non si ritrova.
Tony Piccin

IL "NUOVO" CHE EMERGE DALLA VITA DEI GIOVANI OGGI

di Domenico Cravero*
Dalle storie di vita che ho raccolto tra i giovani emergono, a mio avviso, elementi di ammirazione e speranza.
Infatti, nel mondo degli adolescenti, al di là di una prima impressione negativa, si possono leggere segni di speranza e tracce di trascendenza, sensibilità emergenti che vanno colte e valorizzate.
Tutto ciò non è frutto di una semplice impressione personale ma è il risultato di alcune ricerche e iniziative che ho realizzato in questi ultimi anni.

La discoteca
Questa è, per i giovani, uno dei principali luoghi di iniziazione sessuale, ma è anche un laboratorio di cose nuove. L'età in cui si viene considerati adulti è sempre più spostata in avanti, decidono sempre i "grandi". Così questo "popolo della notte" si è inventato uno spazio e un tempo per essere protagonista, per avere l'illusione di essere un po' più se stesso.
Frequentando questo ambiente ho colto, tra l'altro, due elementi:
1. Il cambiamento del ruolo della donna, la nascita di una nuova autocoscienza femminile che si esprime attraverso atteggiamenti che una volta erano tipici dei maschi.
2. Alcuni valori che consideriamo definitivamente tramontati, come la verginità, riemergono nell'ambito della discoteca.
La merce più banalizzata è la sessualità che, per quanto ridotta a "bene di consumo", non perde il suo valore simbolico, anzi rimanda al di là del sesso in sé.
Per questo la verginità, o meglio la perduta verginità, viene vissuta con rammarico, rimanendo questa simbolo di un dono totale di cui la nuova donna coglie ancora tutta l'importanza.
I "mercanti" del divertimento banalizzano la sessualità e ne utilizzano tutta la sacralità, sfruttando il bisogno dei giovani di intendere la vita come epopea.
Tocca a noi educatori ridare significato alla sessualità recuperandone la sacralità in un contesto "eroico" e non di mero appiattimento sulla norma morale.

Il centro commerciale
Nelle mattinate lavorative il centro commerciale è frequentato da ragazzi che "tagliano" da scuola e si godono il "dolce far niente". La mia idea è stata quella di coinvolgere questi ragazzi in un progetto che attivasse il loro "pensiero", facendo produrre loro "pensieri" da proporre ad altri. Da qui è nata l'idea di un giornalino, da distribuire gratuitamente a chi frequenta il centro.
Abbiamo raccolto trecento articoli e, catalogandoli, abbiamo individuato tre tematiche principali:
1. Gli affetti; essere innamorati; la forte delusione che prende quando l’altro/a ti tradisce; il dolore che ne segue.
2. Il valore della famiglia. Da un lato i giovani tengono molto alla famiglia (anche se agli adulti non pare), dall'altra il dolore, il senso di tradimento che provano nei confronti dei genitori che si separano.
3. Le droghe. Sono considerate una "fregatura" ma anche l'unico rimedio per affrontare il dolore che nasce dalle delusioni. Non potendo modificare la realtà i giovani provano a modificare il modo di percepirla.
Ne emerge un suggerimento: fate raccontare la vita ai vostri ragazzi!

La palestra
Osservando i giovani in palestra si scopre la nuova percezione che hanno del loro corpo, qualcosa che puoi trasformare a tuo piacere.
Allo stesso modo, se si corrompe il "codice dell'amore", il corpo diventa una frontiera che si può violare.
Ma la realtà della palestra è basata su una disciplina molto faticosa: per essere accettata deve diventare piacevole, ne deve valere la pena. In palestra si scopre che non c'è nulla di buono che si possa ottenere senza disciplina, ma questo principio si può applicare anche alla virtù, che è disciplina in vista di un bene, p.e. la castità. Rendere piacevole una cosa bella è una sfida.
Da qui può nascere un percorso diverso sull'affettività: disciplinare la sessualità in modo piacevole.
* parroco, coordinatore di progetti di prevenzione educativa rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie. Testo raccolto da Emilia Emanuele.

METTERE SU FAMIGLIA HA ANCORA IL SUO FASCINO

Per fortuna, esistono ancora coppie di adolescenti che vivono l'esperienza affettiva in atteggiamento di rispetto reciproco. Per contro, abbiamo un altrettanto esigua fetta di adolescenti che vivono esperienze ormai non più definibili come affettive.
Ma la maggior parte degli adolescenti gestisce la propria vita affettiva più o meno secondo queste modalità:
Tanto per fare... spesso la coppia non è equilibrata: solo uno dei due è in-namorato, l’altro accetta di "stare in-sieme", perché comunque... "è da sfigati essere soli"! Pertanto, la prospettiva del rapporto non può che essere:
Fin che dura... danno per scontato che quella storia non sia quella definitiva; per il momento va bene così, ma qualsiasi prospettiva a lungo termine fa paura. Nonostante ciò...
Tutto e subito! L'esperienza viene comunque vissuta nella sua totalità, bruciando tutte le tappe. Si arriva al rapporto fisico talvolta dopo cinque giorni, spesso dopo cinque settimane, raramente dopo cinque mesi. I genitori mostrano grande condiscendenza, sono moltissimi quelli che "lasciano la mansarda a disposizione dei ragazzi, perché hanno diritto alla loro intimità".... Ma ovviamente:
Va' dove ti porta il cuore... L'esperienza affettiva è vissuta sull'onda dell'emozione allo stato puro: se di colpo mi innamoro di un'altra persona, si cambia! Oppure nascono complicatissimi "menages à trois", fatti di indecisioni, picche e ripicche... e sms a gogò!
Eppure, se chiedete a un adolescente come si immagina da adulto...
"Voglio sposarmi ed avere dei figli" è la risposta dei più... La famiglia ha ancora il suo fascino, indipendentemente dai fallimenti dei genitori, dalla convivenza sempre più diffusa, dalle difficoltà lavorative ed economiche.
Ma l'interrogativo è: come arriveranno alla meta di una famiglia solida e stabile attraverso un'educazione sentimentale così sbilenca?
È su queste confuse aspirazioni mescolate ad un vissuto di segno contrario che gli educatori sono chiamati a rimboccarsi le maniche e lavorare sodo.
Elisabetta Lucchi