Foglio di collegamento tra Gruppi Famiglia
GF87 – giugno 2015
25 anni tutti a colori

 

Lettere alla rivista

1-LA RIFLESSIONE DELLA CHIESA SULLA FAMIGLIA

Dal Concilio Vaticano II al prossimo Sinodo dei vescovi

 

di mons. Giancarlo Grandis*

A partire dal Concilio Vaticano II – il quale ha affermato che “il bene della persona e della società umana e cristiana è strettamente connesso con una felice situazione della comunità coniugale e familiare” (Gaudium et spes, 47) – la Pastorale Familiare ha conosciuto un crescendo continuo di attenzione e di riflessione teologica.

Una prima e significativa attenzione da parte della Chiesa italiana alla famiglia l’abbiamo con il documento Matrimonio e Famiglia oggi in Italia (1969). Qui si afferma la necessità “che la famiglia divenga il centro unificatore dell’azione pastorale” (n. 16). Con il successivo documento Evange-lizzazione e sacramento del Matrimo-nio del 1975, la soggettività pastorale della famiglia viene ribadita al punto di riconoscere uno specifico ministero coniugale, quasi analogo a quello dell’ordine sacro ad edificazione della Chiesa. I coniugi – vi si afferma – “in forza del loro ministero non sono soltanto l’oggetto della sollecitudine pastorale della Chiesa, ma ne sono anche il soggetto attivo e responsabile in una missione di salvezza che si compie con le loro parole, la loro azione, e la loro vita” (n. 89).

Con il piano pastorale degli anni Ottanta, i vescovi propongono al centro della riflessione il tema della comunione, e la famiglia viene additata nella sua rilevanza ecclesiale, vale a dire come la prima e principale forma di comunione di persone che si caratterizza come esperienza di ‘chiesa-domestica’.

In questi anni, con il pontificato di Giovanni Paolo II, la realtà della famiglia viene scelta come tema di riflessione del Sinodo dei vescovi.

L’Esortazione Apostolica Familiaris consortio diventerà per gli anni a seguire “una ‘summa’ dell’insegnamento della Chiesa sulla vita, i compiti, le responsabilità, la missione del matrimonio e della famiglia nel mondo d’oggi” (Giovanni Paolo II).

A seguito delle indicazioni qui presenti, la Chiesa Italiana ha elaborato un proprio Direttorio di Pastorale Familiare (1993), che ha attivato e fatto crescere la Pastorale Familiare in ogni Diocesi.

Oggi la famiglia sta ancora al centro della cura pastorale della Chiesa con i due Sinodi, uno straordinario e l’altro ordinario, indetti da papa Francesco, di cui attendiamo le riflessioni e le indicazioni pastorali.

* vicario episcopale per la cultura della diocesi di Verona

grandis.giancarlo@gmail.com

 

Dialogo tra famiglie

2-LA NOSTRA AVVENTURA DOPO 32 ANNI

Per realizzare il “sogno di Dio sulla coppia” e sulla famiglia

 

Non è facile ripensare alla parabola del nostro cammino con i Gruppi Famiglia. Si affacciano tanti volti: famiglie, sacerdoti, vescovi… tanti amici, tanti incontri, tante situazioni… Tutto era iniziato per offrire un sostegno per realizzare il “sogno di Dio sulla coppia” che avevamo presentato ai fidanzati per tanti anni e non ci sembrava giusto “abbandonarli” dopo il rito del Matrimonio. Anche se molto spesso eravamo noi a guidare le scuole o gli incontri quello che abbiamo ricevuto è stato immensamente superiore.

Più tardi tante coppie hanno accettato di essere responsabili dei gruppi parrocchiali e/o interparrocchiali e di essere presenze attive nel Collega-mento nazionale, e allora abbiamo capito che era giunto il momento di farsi da parte.

Come, facendo discernimento avevamo assunto il ruolo di responsabili, così allo stesso modo l’abbiamo lasciato ad altri.

Infatti, quando hai una responsabilità nella Chiesa, sperimenti la ‘grazia di stato’, la presenza dello Spirito la tocchi con mano: nonostante tuoi limiti lo vedi agire nelle intuizioni che hai e ti sorprendono, nei miracoli di cui ti trovi ad essere testimone…

Oggi io mi sento ‘nonna’ dei Gruppi Famiglia e li seguo con l’affetto e la preghiera, di lontano, come i nostri nipotini. Guido ha mantenuto intatta la sua entusiasta vitalità e la esprime a livello professionale: inventa e organizza percorsi per giovani studiosi e per la società civile, in vista del bene comune. Entrambi desideriamo fortemente momenti di silenzio e di preghiera che ci conducano all’essenziale, in un tu per tu con Dio, fino all’abbraccio col Padre... e faremo questo cammino assieme a persone in coppia o rimaste sole, perché la comunità è essenziale al credente.

Anna Lazzarini

 

Attenzione!

Questo è l’unico numero dell’anno che viene spedito a coloro che ricevono la rivista in OMAGGIO (ad esclusione delle provincie di TO, LO, PV, NO, CS).

Confidiamo nel vostro contributo alla rivista!

Potete farlo utilizzando il C.C.P. allegato a questo numero o con un bonifico all’IBAN riportato sullo stesso bollettino. A causa dei costi, il contributo minimo è, dall’anno scorso, di 15 euro.

 

Editoriale

3-COLLEGAMENTO: 25 ANNI INSIEME

Al centro sempre la famiglia cristiana

 

di Antonella e Renato Durante

Il numero della rivista del collegamento che vi trovate fra le mani, ha un profumo tutto particolare: con delicatezza e umiltà raccoglie le storie di tante famiglie e di tanti altri, anche già in cielo, ed è per noi motivo di profonda gratitudine al Signore e a ciascuna delle persone che ha vissuto l'esperienza dei gruppi famiglia.

In una ideale copertina immaginiamo i volti di ciascuno e noi, come bambini, impegnati a riconoscervi nelle foto e ricordare lo sguardo, le parole e le esperienze. I gruppi famiglia sono la testimonianza che lo Spirito realizza, nella vita di tutti i giorni, un angolo di paradiso quaggiù, un'esperienza di chiesa fra le case, accogliente e aperta a tutti.

Il fatto di essere Collegamento ci met-te al riparo dalla gelosia del trattenere per sé i frutti delle proprie fatiche e ci invita alla logica del disperdere il seme ovunque, dell'essere lievito che si perde nella massa.

In famiglia lo si capisce bene, perché ciò che si fa per i figli o l'altro coniuge, funziona se è gratuito e lascia l'altro nella libertà.

Non sono la nostra organizzazione e le nostre forze, peraltro minime, ad essere decisive: è la docilità allo Spirito che ci spinge ai confini delle nostre comunità perché, come ci ricorda papa Francesco, la lieta notizia è per tutta l'umanità.

In piena sintonia quindi con questa stagione della Chiesa segnata dai due sinodi sulla famiglia, testimoniamo la realtà dell'amore che si fa famiglia, che non rimane richiuso su di sé ma si apre all'umanità intera e all'eternità nel tempo, attraverso la fecondità nei figli e nella fede.

Come ben esprime lo slogan dell'incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia: l'Amore è la nostra missione.

Che gioia sentirci in cammino con altre famiglie, riconoscerci fratelli perché quando siamo stanchi e abbassiamo lo sguardo sfiduciati, allora riconosciamo le stesse scarpe consumate ai piedi di chi ci è accanto.

Quanta strada abbiamo fatto assieme, ed è questa strada che ci rende fratelli.

Ci riconosciamo dal cammino fatto di tempi dedicati a noi come coppia, nella formazione continua; dall'apertura verso gli altri, per primi i nostri figli che non lasciamo a casa per fare le cose “serie”; perché essere famiglia crediamo sia una Grazia, e siamo pronti a giocarci tutto per questo.

Ci riconosciamo dall'impegno a metterci in ascolto della Parola, perché è da essa che proviene la nostra forza.

Ci riconosciamo dalla gioia che proviamo quando diventiamo dono l'uno per l'altro, consapevoli della nostra pochezza.

Per dire poter grazie di generazione in generazione...

ren-anto@libero.it

 

4-IN QUESTO NUMERO

 

Scorrendo queste quasi settanta te-stimonianze l’aspetto che mi ha più colpito è la ricorrenza di alcune parole.

La prima di queste è il nome di una persona: Guido Lazzarini. Guido non esisterebbe se non ci fosse Anna, ma nei ricordi delle famiglie è la sua persona, il suo modo di porgersi, la sua professionalità che è rimasta nella mente e nel cuore.

La seconda è campi, che si associa nei primi tempi a scuola di formazione. Ma poi sono i campi a farla da padrone: campi invernali ma soprattutto campi estivi. E qui il merito va a Valeria e Toni Piccin che, dopo tanti anni e qualche acciacco, sono ancora sulla breccia.

La terza è gruppi: questa parola fa parte della nostra denominazione, è la realtà che ci tocca più da vicino.

C’è chi li frequenta da una vita, chi da pochi anni, chi non li frequenta più, ma in tutti resta il ricordo di uno stile e di un metodo.

Allora come non parlare di Lectio divina, il più apprezzato tra i vari metodi proposti? Qui il ricordo va a Renato Baretta, alla passione con cui guidava la Lectio.

Le parole da citare sono ancora tante ma è doveroso a questo punto ringraziare tutte le famiglie che hanno collaborato a questo numero, un numero un po’ speciale, fatto praticamente di testimonianze raccolte in giro per l’Italia, a dimostrazione della validità del Collegamento.

Per farle stare tutte, questo numero ha 28 pagine, per condividerle con tutti la rivista è inviata a praticamente tutto il nostro indirizzario: 2700 nominativi di famiglie, presbiteri e religiosi/e.

Mi scuso se molti troveranno i loro testi ridotti e/o rimaneggiati, ma lo spazio è tiranno! Sul sito Internet sarà comunque pubblicata una versione della rivista che li conterrà tutti senza tagli.

Chiudo con un invito: per festeggiare i 25 anni della rivista ci troveremo a Treviso il 20 settembre; se potete, non mancate!

Franco Rosada

 

5-IL GRUPPO FAMIGLIA OGGI

I campi estivi, i gruppi, le attività durante l’anno: questi sono i tre pilasti della nostra esperienza

 

di Toni Piccin

Dopo più di 25 anni di cammino - per me sono in realtà sono 32 - vorrei fare un po’ il punto della situazione, richiamando “cose vecchie e cose nuove” come fece quel padrone di casa del Vangelo di Matteo (13, 51).

Questa scelta è dettata da alcune ragioni:

• per dare una continuità di lavoro, di metodo e di stile;

• per riaffermare l’identità dei GF:

• per far camminare formazione e informazione in modo parallelo e continuo;

• per saper guardare ad ogni altra realtà che opera per la famiglia - ce ne sono quante se ne vuole - senza scimmiottare nessuno, semmai per cogliere spunti e migliorare quanto già facciamo.

 

Credere nella famiglia

Si parla molto del prossimo Sinodo sulla famiglia. Ma in concreto, cosa possiamo fare, qui e ora?

A mio avviso, la prima cosa da fare è una professione di fede sulle grandi possibilità della famiglia in questo momento di crisi di valori, un “credo” che si potrebbe riassumere così:

• Credo nella famiglia come nell’istituzione capace di ricrearsi di continuo e di trasformare la realtà che gli sta intorno nella “buona e cattiva sorte… tutti i giorni della vita”.

• Credo che non si possa trovare un altro luogo più accogliente.

• Credo che non esista “democrazia” più vera come in famiglia dove convivono grandi e piccoli, uomini e donne, a fianco a fianco e, tutto sommato, si trovano anche bene.

• Credo che la società, senza la famiglia, si auto distrugga, ritornando all’epoca del “homo homini lupus”.

• Credo che solo la famiglia sia capace di atteggiamenti essenziali per la vita, come: gratuità, fiducia, accettazione, fedeltà, recupero. Tutte cose che sembrano impossibili in una società basata sull’ “avere”e sul “piacere”.

• Credo che la famiglia sia la più efficace scuola di umanità e socialità.

• Credo che tenere in piedi oggi una famiglia sia un problema, ma un problema che si può risolvere, che è bene  e necessario risolvere per la serenità e felicità di tutti. In fondo la famiglia è una specie di medico capace di curarsi da sé.

• Credo nella famiglia capace di rifondare una Chiesa a volte così poco testimone e poco vitale, una Chiesa incapace di seminare vita e speranza.

• Credo nella famiglia perché credo nell’amore, e l’Amore assoluto è Dio.

 

Credo che solo la famiglia sia capace di atteggiamenti essenziali per la vita, come: gratuità, fiducia, accettazione, fedeltà, recupero.

 

La famiglia come soggetto

C’è un fatto da superare, nella cultura odierna, nel nostro mondo.

Si dice: bisogna risanare la famiglia, bisogna investire sulla famiglia, bisogna evangelizzare la famiglia.

In tutti questi discorsi si considera la famiglia come oggetto di intervento psicologico, sociologico, religioso.

Oggetto?! E non si pensa invece che sia nella natura della famiglia essere soggetto. Semmai è la società che ha bisogno di copiare i valori che si vivono in famiglia: la gratuità, l’eguaglianza, la solidarietà, ecc., quando ovviamente questi valori vengono vissuti.

Non vi nascondo che la realtà che è tutt’altro che rosea, parecchie famiglie sono malate. Ma cosa è meglio: prevenire o curare?

Il nostro pórci come GF riguarda soprattutto il prevenire, ossia cercare che nessuno si ammali perché poi la cura non è facilmente applicabile né indolore.

È inutile pretendere una società - ma anche una comunità ecclesiale - sana, ordinata, solida se lasciamo sfasciare la sua cellula di base.

Partendo da queste considerazioni, vorremmo dire alle famiglie: provate a diventare ciò che siete senza paura.

Mettetevi insieme, fate gruppo per educarvi, per trovare in voi stessi tutte quelle potenzialità che servono alla vostra vitalità e alla trasformazione della realtà che vi circonda.

Perché o agiamo noi sulla realtà o non lo farà nessuno, né la Chiesa né lo Stato, né la psicologia né la politica.

È questo il motivo per il quale vale la pena creare un gruppo famiglia.

 

A cosa serve il gruppo famiglia

Perché abbiamo bisogno degli altri, perché abbiamo bisogno di un gruppo di “pari” per vitalizzare la nostra famiglia?

Perché l’ossigeno per respirare mi arriva di fuori di me come il cibo che mangio.

Non tutti abbiamo le stesse doti, gli stessi carismi, le stesse capacità! C’è chi sa fare una cosa e chi ne sa un’altra; tuttavia, se condivise, permettono di superare tante difficoltà.

Non sempre siamo al massimo. Ci sono periodi di stanca, di crisi, di bisogno e ci sono anche i momenti belli che ci confermano nelle scelte.  Condividere questi momenti, sostenerci a vicenda ci arricchisce reciprocamente.

E poi ci sono i figli, una realtà importante per i gruppi famiglia. I figli non si confrontano, specie dall’adolescenza in poi, esclusivamente con papà e mamma. Quante volte una battuta detta da chi non è loro genitore incide profondamente nella maturazione di un giovane!

 

Il gruppo famiglia ci apre alla fecondità, a vivere non solo per noi stessi ma anche per la comunità

 

Un’ultima considerazione riguarda la fecondità. Come una coppia ha bisogno di confrontarsi con altri per la sua vitalità, così ha anche bisogno di dare, è nella sua essenza costitutiva. Un matrimonio che per scelta non sia fecondo non è neppure matrimonio. Per la Chiesa questo aspetto è addirittura condizione essenziale per la validità del sacramento.

 

Il gruppo famiglia in pratica

La nostra esperienza è caratterizzata da tre elementi ormai ben collaudati: le settimane estive come esperienze particolarmente forti e coinvolgenti, il gruppo famiglia e le attività durante l’anno, che garantiscono continuità formativa, e permettono di costruire “mattone su mattone”.

 

La settimana estiva

Si tratta di una esperienza forte che aiuta le persone e le famiglie a cogliere lo spirito del nostro impegno.

Per partecipare ad una esperienza l’adulto oggi vuole decidere da sé e dunque ha bisogno di vedere, sperimentare e capire.

Per questi motivi l’esperienza estiva può essere un passaggio importante nella vita delle persone e va gestita al meglio.

Ci sono alcune cose che vanno evitate tenute sotto controllo. Vediamole:

• Dare troppa enfasi della serata (la serata non è tutto… non siamo intrattenitori di un villaggio vacanze).

• Trasformare il campo in un corso di esercizi spirituali per famiglie.

• Diventare occasione di psicoterapia di coppia (magari con tanto di esperto e training relativo).

• Essere occasione per liberarsi dai figli per qualche giorno (finalmente c’è qualcun altro che occupa di loro e non li abbiamo tra i piedi!).

Non è facile garantire, durante il campo, lo stile di un’esperienza semplice, completa che riguarda tutti i componenti della famiglia: coppia, genitori e figli, in altre parole quello che chiamiamo “cammino parallelo”.

I tre pilastri del campo  sono e rimangono: annuncio, preghiera, festa. Ne ho già trattato più volte e dunque non mi soffermo oltre.

 

Il gruppo famiglia

I campi estivi sono momenti in cui si impara ad essere gruppo famiglia o si accende il desiderio di costituirlo.

In questo caso, per realizzarlo in concreto, serve il contatto personale con altre coppie, il così detto “passa parola”, che può avvenire nella quotidianità oppure in alcune occasioni pastorali come: incontri di preparazione dei fidanzati, dei genitori per il battesimo dei figli, celebrazione degli anniversari di matrimonio, ecc.

A proposito del gruppo, ci tengo a comunicarvi un pensiero personale, ma che ritengo fin troppo vero, e cioè: “Il gruppo che non è fecondo è un gruppo in estinzione”.

Un gruppo che non ha personalità, che vivacchia, che non è vitale, non è un gruppo famiglia. Il gruppo deve creare vita sia al suo interno sia al suo esterno, vita spirituale in particolare, ma anche psicologica, vita rivolta alle singole persone, nel paese, in parrocchia, ecc.

Nel gruppo non ci devono essere “persone carismatiche”, capi e capetti inutili, tutte figure che creano solo dipendenza, adatte solo per chi vuol delegare agli altri le sue scelte di vita.

Invece la crescita e la maturazione dei membri del gruppo è nelle mani dei suoi componenti. Tutti ne siamo ugualmente responsabili con le nostre specifiche capacità.

 

Il gruppo famiglia è soprattutto uno stile che si acquisisce lavorando insieme in sintonia.

 

È una questione fondamentale di stile. Infatti, il termine di “coppia responsabile”, “coppia pilota” non è stato coniato a caso, a dispetto di altri termini come: coppia animatrice, segretaria, coppia delegata, ecc.

 

L’attività annuale

Il cammino annuale va scandito, come nei campi estivi, in vari momenti: di proposta, di riflessione, di confronto, di preghiera, di silenzio.

È l’attività più fruttuosa perché, diluita nel tempo, permette la sedimentazione di quanto appreso, è un elemento importante per formare una vera maturità ed identità. Si tratta di un’attività meno coinvolgente dei campi ma più efficace e produttiva nel tempo.

Questo cammino contino aiuta a superare, tra l’altro, la troppo frequente “schizofrenia religiosa”.

La schizofrenia è quel male psichico che si manifesta appunto nella dissociazione tra la mente (il pensiero) e la realtà. Ovvero la dissociazione tra ciò che si pensa e ciò che si dice, tra l’essere e il fare.

Il sapere, le nozioni, sono molto importanti ma i diplomini esibiti non servono a nessuno, non fanno pastorale. Quello che davvero occorre è  essere credibili, e non solo credenti. Credente è chi crede nel Vangelo, credibile è chi lo mette in pratica ogni giorno.

 

Per concludere

Quanto ho scritto fin qui è un insieme di “cose vecchie e cose nuove” che prese in modo teorico possono anche essere condivisibili, ma che nella realtà non sono facili da realizzare.

Vorrei concludere dicendo che si tratta sì di “cose”, ma soprattutto di uno stile e lo stile si fa osservando, cercando di cogliere il meglio, lavorando in sintonia, aiutandoci senza troppi pregiudizi. È un fatto esperienziale e teorico insieme.

segninuovi@interfree.it

 

LA STORIA DEI GRUPPI FAMIGLIA raccontata da coloro che l’hanno vissuta

Dal Piemonte alla Calabria, passando per il Veneto, la Lombardia e tante altre regioni d’Italia

 

Attraverso le testimonianze raccolte in queste pagine, abbiamo cercato di ricostruire la storia dell’esperienza del Collegamento tra Gruppi Famiglia, dalle origini fino ad oggi.

 

6-Le origini a Rimini

Anna e Guido Lazzarini, fondatori e per due volte, nel corso degli anni, coppia responsabile del Collega-mento tra Gruppi Famiglia, sono entrambi romagnoli. Hanno respirato l’aria del Concilio a Bologna, dove a quel tempo alla guida della diocesi vi era il cardinal Lercaro.

Entrambi insegnanti, si trasferirono a Torino per amore della sociologia e qui hanno svolto gran parte del loro servizio a favore delle coppie e delle famiglie.

 

Conosciamo Anna e Guido da quando abitavano in Romagna. Agli inizi degli anni '70, con un piccolo gruppo di fidanzati, ci si incontrava per un cammino di preparazione al matrimonio. Noi e gli altri partecipanti al gruppo man mano ci siamo sposati, Anna e Guido si sono trasferiti a Torino.

È sempre stato bello dialogare con loro e da due vulcani in continua eruzione come Anna e Guido non potevamo che aspettarci qualche novità: dopo qualche anno di servizio nei CPM, inventano i Gruppi Famiglia!

Abbiamo partecipato agli incontri di Castelnuovo Fogliani e a un campo estivo nel 1990 con i nostri figli.

Continuiamo ora a seguire attraverso la rivista di collegamento il lavoro dei Gruppi Famiglia e siamo sempre vicini col cuore ad Anna e al “ragazzo” Guido.

Agostino e Carmen Palumbo, Rimini

 

Da due vulcani come Anna e Guido uscivano in continuazione delle novità: l’ultima in ordine di tempo furono i Gruppi Famiglia.

 

7-Il CPM

Giunti a Torino, sono attivi nel CPM, Centri di Preparazione al Matrimonio. È in quest’ambito che iniziano a tenere i corsi di preparazione per i fidanzati, è qui che maturano progressivamente l’idea di accompagnare i giovani sposi anche dopo il matrimonio, è qui che nasce il cammino della scuola di formazione.

Le testimonianze che seguono sono di coppie che li hanno conosciuti in questa realtà.

 

Abbiamo preso coscienza della profondità e della bellezza del matrimonio cristiano dopo oltre 20 anni di vita coniugale vissuti lontano dalla Chiesa, segnati anche da difficoltà e crisi molto gravi.

Abbiamo cominciato un nostro percorso di formazione con il CPM sin dal 1988, in seguito ad un incontro con Guido e Anna Lazzarini, dopo un campo estivo a Nebbiù in provincia di Belluno, dove abbiamo vissuto con la loro guida una bella e intensa settimana di esperienza formativa per tutta la famiglia.

Il CPM di Torino, sin da allora, ci ha dato stimoli e conoscenze importanti, soprattutto grazie all’amicizia di Guido e Anna Lazzarini, cui siamo grati per la loro disponibilità, competenza e la testimonianza di vita cristiana.

Giuliana e Ilario Dal Ben, Pralormo (TO)

 

Vi scrivo volentieri queste poche righe relative all’esperienza, sia pur breve, che ho assaporato, con mia moglie Manuela, dei gruppi famiglia per l’amicizia, e non solo, che vi ab-biamo trovato.

È partito da Toni e Valeria Piccin il nostro incontro con i gruppi famiglia in quel di Salice d’Ulzio durante un cam-po estivo.

È stato facile inserirsi nello spirito del gruppo che ci ricordava alquanto quello degli incontri allargati dei CPM; con forse una valenza in più perché erano nuclei familiari, e non solo coppie, a vivere in spirito di amicizia e di preghiera comunitaria.

Oggi la partecipazione dei figli a questi incontri, nel tempo in cui si tenta di sfilacciare la famiglia, cambiandone i connotati, ci sembra sia un’ottima scelta per riaffermare l’unicità, come voluta da nostro Signore, in quanto unico, vero, importante tassello del mosaico umano.

Grazie per il vostro impegno in questo importante settore!

Manuela e Lelio Blangetti, Genova

Già presidenti nazionali dei CPM

 

8-Gli inizi del cammino dei Gruppi Famiglia

L’idea di una proposta specifica per  accompagnare gli sposi dopo il matrimonio prese forma a partire dal 1983. In quell’anno, partecipando ad un convegno nazionale di pastorale familiare a S. Bene-detto del Tronto, ricevettero una richiesta di “aiuto” dal delegato per la pastorale familiare della Diocesi di Vittorio Veneto. Non potendo recarsi facilmente fin là (figli ancora piuttosto piccoli, insegnamento, distanza notevole) nacque l’idea dei Campi Estivi. Una settimana nella quale si iniziò a sperimentare i moduli di quella che sarebbe poi diventata la scuola di formazione per Gruppi Famiglia.

 

Non è così semplice dire qualcosa sulla genesi e lo sviluppo dell’esperienza estiva per famiglie perché, come ogni realtà, è stato un vissuto maturato in un lungo cammino.

Tutto iniziò con una breve esperienza sotto le tende nel 1983, per continuare in una baita di montagna nella quale si ebbe il coraggio di ospitare, tra piccoli e grandi, più di 100 persone in due enormi cameroni ex fienili.

Contribuirono a quel tempo a dare delle idee di base anche Anna e Guido Lazzarini.

Dopo alcuni anni, approdammo ad una vera e propria casa alpina che finalmente aveva dei bagni comuni in ogni piano, non più in un box di lamiera in mezzo al prato. Oggi, per fortuna, utilizziamo strutture ben più dignitose e confortevoli!

Anche l’esperienza di S. Giovanni di Spello ebbe un inizio fortuito e curioso. Ci fu chi passò qualche giorno in quella casa e, di ritorno, sentenziò che lì era impossibile fare una qualsiasi attività con le famiglie. Qualche tempo dopo partimmo, Valeria ed io, per darci un’occhiata senza sapere bene dove si trovava questo posto.

A Spello solo dopo molte peripezie riuscimmo a trovare la casa ma, una volta arrivati, ci siamo resi conto perché Francesco d’Assisi si inventò il presepio vivente: era davvero un luogo che ispirava essenzialità.

È proprio vero che camminando si scoprono tante strade!

Valeria e Toni Piccin, Vallà (TV)

 

Correva l'anno 1988 e noi sposini da appena cinque anni benché maturi (49 e 56 anni) abbiamo incontrato Anna a Guido ad Arona e avanti con riflessione sulla famiglia e poi lavori di gruppo, lectio... Un pomeriggio intensissimo come non ci era mai capitato, e ci siamo innamorati subito di quel linguaggio diretto per la coppia. Timidamente ci siamo poi accostati ai campi estivi ed invernali tanto da collezionarne un record.

L'esperienza dei campi è stata travolgente sia per i temi trattati sia per la grande atmosfera di famiglia allargata, gioiosa, oc-casione di dialogo con famiglie provenienti da diverse parti d'Italia… E poi la sera quei birbanti di animatori si divertivano a proporre agli adulti il titolo di un film da presentare agganciandosi al tema del campo. Anche l'esperienza “teatrale” è stata motivo di scoprire quei doni creativi che albergavano dentro di noi e non lo sapevamo.

Il desiderio di comunicare ad altre famiglie la ricchezza spirituale ed umana che avevamo conosciuto ci ha visto impegnati con la commissione famiglia locale per far vivere il progetto Gruppi Famiglia.

Negli ultimi anni ci siamo occupati di volontariato ma quando facciamo “colpo” perché siamo una bella coppia, sappiamo che il segreto sono i Gruppi Famiglia!

Irene e Canzio Pellegrini, Comignago (NO)

 

A partire dal 1983 il progetto dei Gruppi Famiglia inizia a prendere forma.

 

Una sera di maggio del 1988 (abbiamo trovato anche la data esatta in vecchio quaderno di appunti), grazie a Toni e Valeria Piccin abbiamo conosciuto Guido Lazzarini.

Eravamo alcune giovani coppie che stavano muovendo i primi passi all’interno della Pastorale Familiare.

Dopo quella serata abbiamo invitato Guido a trascorrere una giornata con noi in montagna, durante un primo tentativo di campo-famiglia. Eravamo solo 5 coppie, con al seguito una nidiata di bimbi molto piccoli.

Da lì e dalla nostra partecipazione al Campo di Val Malene con Toni e Valeria, è nata l’anno successivo la prima Scuola di Formazione per Coppie nella nostra Parrocchia.

I nostri sacerdoti ci sostenevano e da quell’esperienza hanno preso avvio diversi gruppi.

È vero, forse non ci siamo impegnati molto nel tenere i collegamenti a livello nazionale, anche perché sentivamo e sentiamo tuttora la necessità di rimanere collegati alla nostra Chiesa locale, al Vicariato e alla Diocesi. Con il tempo ci siamo aperti ad iniziative di formazione che ci venivano proposte dal Centro Famiglia di Treviso o dalla Pastorale Familiare Diocesana.

Molto dobbiamo ai Gruppi-Famiglia, in particolare l’interiorizzazione di un metodo per il lavoro di gruppo, fatto di ascolto, di rispetto, di non giudizio; abbiamo poi sperimentato la gioia di accostare la Parola di Dio in profondità attraverso la lectio divina. Grazie ai Gruppi Famiglia abbiamo conosciuto tante persone, instaurato amicizie e vissuto momenti di vera fraternità.

Daniela e Angelo Stangherlin, Castello di Godego (TV)

 

9-Castelnuovo Fogliani

Dopo sette anni di gestazione, nel giugno del 1989 si tenne a Castelnuovo Fogliani il convegno sul tema: “I Gruppi Famiglia nella parrocchia e nella diocesi”.

Le relazioni furono tenute da mons. Franco Costa, allora responsabile dell'Ufficio Famiglia della CEI e da don Beppe Anfossi, delegato per la pastorale della famiglia della diocesi di Torino; erano presenti ai lavori don Giacomino Piana e i coniugi Blangetti, rispettivamente assistente nazionale e presidenti del CPM.

Da quel convegno prese il via la proposta del Collegamento nazionale tra Gruppi Famiglia.

 

Mons. Giuseppe Anfossi, oggi vescovo emerito della diocesi di Aosta, nella notte del 2 febbraio di quest’anno è stato vittima di un grave incidente automobilistico, vicino a Casale Monferrato sulla provinciale che porta a Torino.

Ricoverato prima ad Alessandria e poi a Torino, a causa delle sue condizioni è stato posto in coma farmacologico. Le sue condizioni di salute hanno avuto un andamento accidentato e solo dopo un mese ha potuto iniziare ad alimentarsi autonomamente.

Lo abbiamo incontrato il 24 marzo presso l’Ospedale Cottolengo di Torino, dove stava seguendo un percorso di riabilitazione, e ci ha concesso questa brevissima intervista.

- Come ha vissuto questa sua ultima esperienza?

- Mi sono abbandonato nelle mani del Signore!

- La vedo bene: lucido, tranquillo…

- Ho perso qualche chilo… ma adesso mangio con buon appetito.

- Ora le vorrei chiedere una cosa: i GF campiono 25 anni, ci vuole lasciare un pensiero?

- La relazione che si stabilisce all’interno dei GF è sempre valida per la coppia.

- Anche adesso che la realtà della famiglia è così cambiata, ci sono le convivenze…

- È ancora valida, crea dei legami che fanno bene.

- Quindi possiamo sperare in altri 25 anni?

- Speriamo!

Testo raccolto dalla redazione

 

Eravamo giovani sposi quando fummo invitati a prendere parte all’incontro di collegamento tra Gruppi Famiglia di Castelnuovo Fogliani. Noi siamo di Asti e all'epoca partecipavamo anche ai lavori della Commissione Diocesana Famiglie, nella quale rappresentavamo la componente giovane.

L'incaricato diocesano per la pastorale familiare era il nostro parroco, il compianto don Gino Bosticco, che riponeva tanta fiducia nella nostra partecipazione all'esperienza dei Gruppi Famiglia anche nella prospettiva di suscitare la creazione di gruppi nelle nostre parrocchie astigiane.

 

Ancora oggi, dopo 32 anni, la relazione che si stabilisce all’interno dei GF è sempre valida per la coppia

 

A distanza di pochi anni queste esperienze si persero, non rimasero che pochi frutti.

Cosa è mancato? Il coraggio, l'affidarsi con fiducia alla misericordia di Dio, la forza del Vangelo vissuto.

Abbiamo letto recentemente questa esortazione di papa Francesco: “Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti e ricordare quello che disse il Signore a San Paolo: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza" (2Cor 12,9)”.

Nicoletta e Walter Atzori, Asti

 

Siamo sempre stati convinti che il Signore accompagna il nostro cammino permettendo incontri, esperienze, amicizie che ci aiutano a crescere. Uno di questi momenti, nella no-stra vita di coppia, è stato l’incontro con i Gruppi Famiglia av-venuto, per la prima volta, nel 1989 quando, giovani sposi, abbiamo partecipato alla due giorni a Castelnuovo Fogliani.

In quell’occasione abbiamo conosciuto amici splendidi come Anna e Guido, Toni e Valeria, Franco e Noris che con tanta semplicità e tanto entusiasmo hanno condiviso con noi la gioia di essere sposi e la voglia di crescere, ogni giorno, come coppia.

Così ci siamo avvicinati allo stile dei GF riuscendo, negli anni a venire, a proporlo nella nostra parrocchia coinvolgendo anche coppie di paesi vicini.

Le coppie che con noi hanno fatto il cammino dei GF hanno conservato il ricordo (e la nostalgia) dei bei momenti di crescita vissuti insieme, ma soprattutto hanno imparato che è possibile coltivare l’amore reciproco anche nelle difficoltà del vivere quotidiano.

Maria Teresa e Angelo Negri, Somaglia (LO)

 

10-L’accoglienza nelle diocesi

Il Collegamento tra Gruppi Famiglia non nasce per far concorrenza alle iniziative parrocchiali e diocesane ma per essere al loro servizio.

I gruppi che nascono sono gruppi parrocchiali, le iniziative cui collabora sono diocesane.

Che cosa offre in più il Collegamento?

Uno stile e un metodo di lavoro per dare solidità ai gruppi e l’apertura verso la Chiesa Universale.

L’ambito parrocchiale è a volte autoreferenziale e “limitante” mentre la famiglia ha necessità di respirare a pieni polmoni tutto ciò che, nella Chiesa, serve alla sua crescita.

 

Siamo negli anni ’90, circa vent’anni fa: il prof. Guido Lazzarini tiene corsi di sociologia alla facoltà di Economia e Commercio di Novara.

In quegli anni sono direttore dell’ufficio diocesano della famiglia e vengo a sapere che Lazzarini incontra gruppi di famiglie in diocesi, a Borgomanero e altrove.

Lo contattiamo e lo invitiamo a guidare una “lectio” per le famiglie in una “giornata diocesana”.

Successivamente organizziamo con lui un corso di formazione biblico-spirituale per famiglie della durata di qualche mese presso il nostro seminario di Novara.

Si stabilisce così una collaborazione intensa che ci porterà ad accogliere in diocesi (Galliate) un convegno interregionale di Gruppi Famiglia da lui presieduto, con ottima partecipazione.

Di Guido Lazzarini ho sempre apprezzato con la sua preparazione scientifica, la passione per la famiglia, l’approccio alla Parola di Dio (Vangelo-vita) e la spiritualità familiare.

Sento di dovere esprimere a Guido un grande ringraziamento per il suo spiccato senso di amicizia cordiale e sincera, per la sua didattica chiara e calorosa, ricca di agganci concreti all’esistenza, la sua capacità di lavoro instancabile, sempre entusiasta e pieno di sentimento.

Don Dino Bottino, Novara

 

IL nostro primo contatto con i GF avvenne nel 2002 in occasione di un incontro di formazione per le famiglie promosso dal Centro per la Pastorale della Famiglia della nostra Diocesi, cui parteciparono il prof. Guido Lazzarini e la figlia Paola.

Tramite loro e l’ing. Albert, responsabili GF dell'epoca, abbiamo iniziato a conoscere la storia dei GF, di cui abbiamo da subito apprezzato la metodologia e le dinamiche seguite nelle loro riunioni di gruppo.

Da quel momento in poi abbiamo mantenuto sempre vivo il collegamento con i GF, tant'è che diverse famiglie della nostra Diocesi continuano a ricevere il Foglio di Collega-mento che è diventato per tutti, oltre che un ottimo stimolo a promuovere la nascita dei Gruppi Famiglia, anche un validissimo strumento di formazione. Nel corso di questi anni abbiamo avuto modo di conoscere anche i coniugi Nicoletta e Corrado Demarchi e Antonella e Renato Durante.

Siamo certi che questa collaborazione che è nata tra noi anche in futuro contribuirà a un reciproco arricchimento per l'evangelizzazione delle famiglie.

Pina e Nandino Sergio, Rende (CS).

Responsabili dell’Ufficio Famiglia dell’arcidiocesi di Cosenza

 

Era il 1998 quando Corrado e Nicoletta Demarchi, allora responsabili dell’Ufficio per la Famiglia diocesano, proposero il cammino di un Gruppo Famiglia nella nostra parrocchia, e ci sembrò in quel momento che la Provvidenza desse veramente una risposta a ciò che stavamo cercando.

L’incontro con la Parola nella Lectio, fatto insieme ad altre famiglie, ci ha arricchito sia da un punto di vista umano sia cristiano ed è diventato un punto fondamentale nella nostra vita.

La partecipazione alla scuola, a giornate di collegamento regionali, ad alcuni campi estivi ci hanno spinti a non tenere per noi questa ricchezza ma a volerla condividere con altre famiglie, così nel 2005 abbiamo dato l’avvio ad un secondo gruppo nella nostra parrocchia, che ora cammina da solo con una decina di famiglie partecipanti.

Non essendoci più spazio per nuove famiglie, l’anno scorso abbiamo deciso di rimetterci in gioco con un nuovo gruppo che è ora agli inizi del proprio cammino e che ci auguriamo possa crescere e consolidarsi, per questo invochiamo la luce dello Spirito che guidi i nostri passi.

Anna e Ferruccio Sanmartino, Pinerolo (TO)

 

11-La scuola di formazione per Gruppi Famiglia

La gestazione dei temi della scuola di formazione, se avete letto le pagine precedenti, è stata lunga e articolata.

La scuola, partita nel 1983, ha visto la sistematizzazione del suo programma all’inizio degli anni ‘90. Oggi non sembra più richiesta ma scorrendone i testi ci si rende conto della loro freschezza e attualità.

Un discorso a parte meritano le scuole di Vallà e Castelfranco Veneto. Si tratta di realtà locali ancora oggi molto attive che producono ottimi frutti.

 

Esisteva già nella nostra Parrocchia SS. Nazaro e Celso di Bresso (MI) un gruppo familiare, quando il nuovo Parroco, avendo letto un annuncio su una rivista, alla fine degli Anni Ottanta ci propose di partecipare a un incontro interregionale di famiglie impegnate nella pastorale familiare.

Nei vari incontri del Collegamento e della Scuola cui abbiamo poi partecipato erano sempre presenti in modo complementare e non esclusivo due orientamenti: la cura della vita spirituale con l’ascolto della Parola e la revisione di vita in coppia e in piccoli gruppi; l’attenzione al sociale con l’impegno civico per assicurare a tutti una promozione umana, sbloccando le contraddizioni che possono paralizzare i più deboli e i confusi.

Come erano stimolanti gli interventi dei Lazzarini, dei Piccin, dei Rosada, degli Antonioli e di tanti altri!

Il nostro gruppo familiare progredì e si moltiplicò anche grazie al contributo ricevuto dagli esperti dei Gruppi Famiglia venuti personalmente a Bresso con i quali si poté confrontare nei momenti di debolezza e di difficile discernimento al presentarsi delle grosse problematiche della famiglia nella società.

Poi, per ragioni contingenti, si sono rarefatti i contatti diretti, ma alcuni di noi continuano ad essere fedeli alla rivista “Gruppi Famiglia” giovandosi delle preziose letture che informano, approfondiscono e formano trattando le tematiche del complesso mondo familiare in tutte le età dell’esistenza.

Nazarena e Mario De Regibus, Bresso (MI)

 

Era il lontano 1995 quando l'amato Guido Lazzarini tenne una serata alla scuola genitori dell'istituto salesiano San Lorenzo in Novara.

Fummo folgorati dallo stile di comunicazione del relatore e proposi subito di invitarlo nella nostra parrocchia di Romentino per tenere una serata sull'educazione dei figli.

Da lì nacque l'invito a formare dei gruppi di famiglie non solo a Romentino ma anche nel vicariato e in diocesi, a dare avvio ad un percorso di formazione intensiva, una vera “scuola per la coppia e per la famiglia”. I partecipanti furono circa una ventina di coppie.

Sono passati ormai molti anni ma a Romentino il Gruppo è tutt'ora vivo, anche se non ci si incontra tutti i mesi.

I componenti apprezzano molto la metodologia degli incontri fraterni, l'ascolto, la lectio, la condivisione, e i riferimenti vivi e concreti che la Parola fornisce per la vita concreta della coppia e per la relazione con i figli.

Ferdinando Valcarenghi, Romentino (NO)

 

A fine anni ‘90 una famiglia di amici ci ha invitato a partecipare ad un campo organizzato dai Gruppi Famiglia in Veneto.

In passato avevamo partecipato a dei campi come giovani e come animatori ma mai come famiglia. Il vivere una settimana insieme a famiglie più rodate ci ha aiutato molto.

Abbiamo avuto modo di vedere che alcune difficoltà non erano solo nostre e abbiamo potuto anche conoscere alcune delle soluzioni possibili.

A fine campo eravamo entusiasti e volevamo poter continuare l‘esperienza anche da noi in parrocchia, ma non sapevamo come.

Ci è stato prontamente suggerito: “Ma voi non siete di Torino? Lì vivono Anna e Guido, provate a chiedere a loro!”.

L’abbiamo fatto e grazie alla loro disponibilità abbiamo iniziato due anni del cammino chiamato “Farsi coppia nel Signore”.

Successivamente a quella esperienza è nato un gruppo famiglia che ha continuato ad arricchirci per diversi anni tra momenti più intensi e momenti più tranquilli.

Ora dobbiamo dire che il cammino del gruppo famiglia è un po’ in difficoltà. Tra le nostre famiglie alcune attualmente desiderano ancora fare un cammino intenso di fede mentre ad altre è sufficiente stare insieme nell’amicizia.

Frequentando la nostra parrocchia ci accorgiamo che vi sono diverse “belle famiglie”. Molte di queste sono cresciute anche grazie alle riflessioni, agli incontri e ai campi proposti dai Gruppi Famiglia. Un grazie di cuore ai Gruppi Famiglia!

Emma e Mauro Bajardi, Torino

 

Erano gli anni 90 quando nel nostro vicariato è stato proposto un incontro per genitori sull'educazione dei figli, tenuto dal prof. Lazzarini.

Quel pomeriggio ci siamo accorti che prima di educare bene le nostre tre figlie era necessario formarci come coppia.

Capimmo che era urgente farci aiutare da chi in quel momento stava programmando un campo famiglia.

Eravamo già alla ricerca di qualche cosa in più della messa domenicale, quindi partecipammo al nostro primo campo-famiglia. Avevamo trovato, per noi coppia e per noi famiglia, le cose di cui avevamo bisogno: preghiera, amicizia, accoglienza, divertimento semplice, crescita, non solo per noi ma anche stimolo per la nostra parrocchia e il nostro vicariato.

Con altri amici si è riusciti per anni fare scuola di formazione e vari campi famiglia.

Nelle nostre unità pastorali siamo riusciti ad avere, per un certo periodo, parecchie coppie con le quali ci si incontrava con regolarità per la lectio e altre giornate di formazione.

Ora facciamo parte degli animatori del corso prematrimoniale. Le nostre figlie, ormai sposate, sono inserite molto bene nelle loro parrocchie.

Ringraziamo i Gruppi Famiglia per averci dato l'opportunità di crescere e maturare come persone e come famiglia.

Isabella e Luciano Faccin, S. Maurizio d'Opaglio (NO)

 

Da anni alcuni gruppi famiglia del Veneto appartenenti a parrocchie diverse e a volte non proprio vicine hanno deciso di darsi un appuntamento comune con cadenza mensile per la stagione che va da ottobre ad aprile. Si trovano insieme per partecipare all'Annuncio, tutti, grandi e piccini.

Ci ritroviamo perché i temi trattati ci fanno incontrare non solo nuovi relatori, ma anche gli amici e i nostri ragazzi che alla fine condivideranno il nostro percorso, sullo stesso tema ovviamente a loro portata e con gli animatori.

 

Chiunque può partecipare ad una scuola per gruppi famiglia. Nessuno ti chiederà perché sei lì, l'importante che hai deciso di esserci.

 

Anche se non capiamo molto dell’Annuncio non importa, perché ci sarà tempo di risentire o meglio rileggere le cose dette nel corso delle successive settimane. Infatti, il materiale viene trascritto e preparato in modo che ogni singolo gruppo, composto di 5 o 6 famiglie, possa poi ritrovarsi e calare nella sua realtà quanto ascoltato, con le modalità che preferisce.

E poi non ci si può lasciare senza un momento conviviale, semplice e veloce, poco impegnativo e frutto della gratuità e della piccola generosità di chi partecipa.

Teniamo questi incontri la domenica pomeriggio, durano un paio di ore e si svolgono in un luogo accogliente e per tutti (ragazzi e genitori).

Non importa quanti si è; se ci sarà spazio per i figli, ci sarà spazio anche per i genitori. Sono i figli quelli che non fanno mancare i genitori ad ogni incontro. In tutto questo il vero segreto sono gli animatori, ai quali come sposi dobbiamo non solo la gratitudine perché stanno con i nostri figli, ma anche il tempo per poterli accompagnare nella scoperta della loro strada verso l'amore.

E grazie alle coppie che si impegnano a turno a preparare l'incontro, a contattare i relatori e a preparare i materiali.

Antonella e Renato Durante, Musano di Trevignano (TV)

 

12-La Lectio divina

All’inizio dell’esperienza dei Gruppi Famiglia i metodi di lavoro proposti da Anna e Guido erano più di uno: l’Annuncio, la Lectio, la Revisione di Vita, la Condivisione.

A distanza di anni, il metodo più diffuso, oltre all’Annuncio, è quello della Lectio divina. Questo metodo ha permesso a molte coppie di imparare ad accostarsi ai Vangeli senza timore e di farli diventare strumento concreto e personale di preghiera.

 

Quando nel 1987 decidemmo di sposarci, padre Francesco, che ci seguiva nel cammino di fidanzamento, ci consigliò di partecipare al corso per fidanzati di Anna e Guido perché davano spessore anche spirituale al cammino di coppia e insegnavano un metodo per dialogare positivamente. Fu un momento formativo che diede ottime basi al rapporto fra noi e consuetudine all'ascolto della Parola.

Quando, dopo alcuni anni di matrimonio, ci trasferimmo da Torino nel Pinerolese, ci fu proposto in parrocchia di partecipare ad un gruppo famiglia dove ritrovammo il metodo imparato da Anna e Guido e per alcuni anni gustammo la Lectio a misura familiare. Ne scaturì una bella esperienza di piccola chiesa e un'amicizia sincera con le altre famiglie del gruppo con le quali abbiamo condiviso le gioie e le fatiche dell'educazione dei figli.

Anche se ora non partecipiamo più agli incontri, siamo grati di aver “ereditato” da tante coppie incontrate negli anni all'interno dei Gruppi Famiglia (Anna e Guido, Anna e Luigi, Maria Rosa e Franco, Donatella e Alberto, Mariangela e Fabrizio, Cristiana e Domenico, Nicoletta e Corrado...) la passione per la famiglia che cerchiamo di tradurre anche, attraverso il nostro lavoro, in proposte editoriali per la coppia e l'universo familiare.

Gabriella e Paolo Pellegrino, Cantalupa (TO)

 

Correva l’anno 1996, quando iniziammo ad incontrarci per una cena di condivisione con amici della Parrocchia: “vecchi”, come Gabriella, mia compagna di banco sin dalla prima elementare, che ci coinvolse in questa iniziativa iniziata all’insegna dello “stare insieme”, in semplicità, condividendo il pasto serale e i giochi con i bambini nel “dopo cena”un sabato sera, insieme con altri “nuovi”, come Corrado, Nicoletta, Ferruccio, Anna….

 

La Lectio è caratterizzata da quattro gradini spirituali: la lettura, la meditazione, la preghiera, la contemplazione

 

Iniziammo poi un percorso un po’ più impegnativo con la “Lectio divina”, ogni tre settimane, seguendo il percorso tracciato da Dario Berruto nel suo “Fede dono di Dio forza dell’uomo” che leggevamo e commentavamo a turno.

Passammo poi alla lettura “intensiva” del Vangelo di Matteo, con l’aiuto di una coppia che ci aiutò ad “alfabetizzarci” e a prendere dimestichezza con quella modalità di lettura del Vangelo che ancora oggi stiamo utilizzando.

E, ora, “Siamo già al Vangelo di Giovanni!”: mi viene da commentare qualche volta con entusiasmo un po’ infantile… Scherzi a parte, vogliamo davvero ringraziare il Signore per questa opportunità di approfondire la sua Parola insieme a coppie che, come noi, non si stancano di cercare di alimentare e rafforzare la propria fede.

Carla e Mauro Quadro, Pinerolo (TO)

 

Tutto è cominciato nel 1988 con un invito del parroco durante la Messa. Ci sarebbe stato nel pomeriggio un incontro in parrocchia sulla famiglia: noi due eravamo gli unici presenti, insieme ad Anna e Guido, gli organizzatori. Da questo momento, umanamente “fallimentare”, ha preso il via la nostra esperienza di coppia con i Gruppi Famiglia che continua tuttora.

Cosa ci siamo portati a casa in tutti questi anni? La passione per la Parola, per la preghiera con altre coppie. Anche nei momenti più difficili della nostra vita familiare, anzi soprattutto in quelli, ritrovarsi in un gruppo “alla pari” per pregare la Parola è stato un grande sostegno, una forte consolazione.

Ancora oggi, se per qualche mese non facciamo questa esperienza, ne sentiamo la mancanza. Perché è una cosa insegnare la Lectio ad altri, un conto è viverla con i “fratelli” nella fede.

Noris e Franco Rosada, Torino

 

13-Il Gruppo Famiglia

Il gruppo non nasce per caso ma da una coppia o da un sacerdote che se ne fa promotore.

È comunque frutto di un minimo di formazione ed esperienza che si ottiene o seguendo una scuola, o partecipando ad un campo, o grazie all’aiuto di una coppia pilota.

Il gruppo è prima di tutto a servizio delle coppie, della loro vocazione nuziale, della loro crescita umana e cristiana. Ma un gruppo di famiglie non può essere “sterile”, è chiamato ad aprirsi al servizio, secondo la vocazione di ciascuno.

 

Quando eravamo fidanzati io e mia moglie abbiamo vissuto molte belle esperienze di formazione e quindi è stato naturale, una volta sposati, continuare a prenderci del tempo per momenti di riflessione e crescita.

Inizialmente conoscevamo poco la realtà dei Gruppi Famiglia ed eravamo un po’ critici soprattutto per la difficoltà di capire il rapporto tra questi gruppi e le parrocchie, poi ci siamo informati e molte cose ci sono state più chiare.

Molto spesso i “gruppi famiglia” vengono criticati per la loro “chiusura” rispetto alle iniziative delle parrocchie, quando invece dovrebbero essere ammirati per l’impegno di formazione messo in atto dalle famiglie che vi partecipano e la loro apparente “chiusura” dovrebbe essere vista di più come “unità” e “possibilità di condivisione” che si raggiungono solo in un piccolo gruppo di persone che si conoscono molto bene.

E, al loro interno, la dimensione del servizio nella comunità parrocchiale è ben presente.

Alessandra e Massimo Bonato, Montebelluna (TV)

 

Dopo anni di gruppi giovanili noi e i nostri amici ci siamo sposati tutti, ma continuavamo a ritrovarci pur cercando un momento formativo adatto alla nuova situazione che stavamo vivendo: quella di essere coppia.

Così 25 anni fa appena sposi, un invito ci portò ad un week end a Sestri Levante. Lì incontrammo Guido e Anna. Abbiamo partecipato su loro invito ad una segreteria che ci ha permesso di conoscere un cammino per famiglie entusiasmante, fatto di incontri e relazione tra persone, di formazione seria.

Abbiamo anche conosciuto un nuovo volto della Chiesa, fatta da famiglie per la famiglia. Da quell’incontro incominciò anche per Bra l’avventura dei Gruppi Famiglia. Seguiti a passo a passo dai carissimi Caterina e Renato, Maria Rosa e Franco, si formarono ben sette gruppi.

La Lectio vissuta a casa di Renato qualche mese fa rimarrà nel nostro cuore come il segno tangibile di quanto le relazioni profonde intessute nei campi famiglia e negli incontri di gruppo, lasciano il segno e soprattutto non vanno perse.

Con profonda riconoscenza

Enzo e Antonella Barbero, Bra (CN)

 

Nell’anno 1995-96 le coppie più giovani della nostra parrocchia sono state affiancate per tutto l’anno pastorale da Franco e Maria Rosa, mitica coppia di Airasca, dando così vita al nostro gruppo famiglia Parrocchiale. Quel primo anno è stato davvero ricco di doni, innanzitutto per la presenza fedele, competente e umanamente assai ricca dei Fauda.

Al loro fianco, però, operavano in modo discreto ma assai incisivo le coppie più “grandi”dei gruppi famiglia già esistenti, adoperandosi per organizzare week end formativi, attività di sostegno ai CAV in occasione delle Giornate per la Vita, nonché trasmettendoci esperienze e testimonianze in seguito così preziose per il nostro successivo cammino in autonomia. Negli anni si è arrivati a contare fino a cinque gruppi famiglia a Candiolo, ciascuno composto da 5 a 10 famiglie.

Ogni gruppo eleggeva una coppia responsabile, che restava in carica per un anno, l’anno successivo l’incarico toccava ad un’altra famiglia.

Ogni gruppo si ritrovava con una frequenza mediamente mensile, alternando un incontro di tipo formativo tenuto da una coppia del gruppo (annuncio), seguito il mese successivo da un incontro di preghiera sul Vangelo preparato da un’altra coppia (lectio).

I gruppi che ne avevano bisogno potevano contare sulla collaborazione dagli altri gruppi per l’attività di baby sitter per i figli, poiché la gran parte degli incontri avveniva in casa. Da alcuni anni i gruppi sono andati riducendosi, è rimasto solo il nostro che è tuttora attivo e molto partecipato.

Carla e Corrado Bolla, Candiolo (TO)

 

Abbiamo cominciato a frequentare un gruppo famiglia pochi mesi dopo esserci sposati.

È stato un desiderio maturato durante il corso fidanzati a farci incontrare con altre coppie, ed ora sono esattamente dieci anni che ne facciamo parte.

Non conoscevamo particolarmente bene gli altri componenti del gruppo e neppure la realtà di supporto organizzata a livello di unità pastorale.

Quello che ci aveva spinto allora, e crediamo sia quello che ci spinge ancora oggi, è stata la consapevolezza di non poter bastare a noi stessi ed il bisogno di confrontarci nella fede con altre persone, famiglie come noi.

Quante cose sono cambiate in questi anni! I nostri incontri col tempo sono divenuti sempre più costanti e partecipati, ed ogni coppia ora mette volentieri a disposizione la propria casa e l’accoglienza familiare.

Il gruppo è per noi una fratellanza tra sposi, un punto di sostegno, di ascolto e di aiuto reciproco, un appuntamento per confrontarsi ma anche per confortarsi a vicenda, mettendo in comune quello che si ha: l’amore di Dio.

Stefania e Daniele (GF di Bra, CN)

 

Il Gruppo Famiglia noi l'abbiamo cominciato a frequentare prima di essere sposati. Proprio così!

D'altra parte dopo innumerevoli corsi fidanzati, un po' prima di sposarci abbiamo deciso (più Silvia a dire il vero, come sempre...) di frequentare il Gruppo Famiglia o meglio, insieme ad amici coetanei (sposati o in procinto), di costituire quello che era il GF numero 4 di Candiolo; era un periodo di abbondanza!

Negli anni qualche coppia si è sfilata, qualcuna è arrivata ma il "file rouge" per noi è rimasto sempre lo stesso: dedicare del tempo insieme ad altre coppie per formarci e continuare a formarci in merito alla famiglia, secondo la visione cristiana.

Nel tempo poi abbiamo introdotto piacevoli abitudini (tutt'ora in vigore) quali unire l'utile (annunci e lectio divine) al dilettevole (mangiare pranzo o cena tutti insieme).

Negli anni i figli sono cresciuti e qualche difficoltà a mantenere l'assetto familiare al completo agli appuntamenti mensili lo abbiamo incontrato ma tutto sommato il bilancio complessivo è assolutamente positivo.

Anche oggi che siamo rimasti l'unico e ultimo GF di Candiolo, ci teniamo a divulgare la nostra esperienza assolutamente positiva e arricchente!

Silvia e Fabio Cavallin, Candiolo, (TO) (con Francesca, Nicolò e Miriam)

 

Il gruppo è chiamato ad essere una fratellanza tra sposi, un appuntamento per mettere in comune l’amore di Dio.

 

Facciamo parte dei gruppi famiglia da quando ci siamo sposati.

Sono trascorsi 25 anni e per noi il gruppo ha significato trovare un luogo dove potersi confrontare con altre coppie, imparando dapprima a vivere insieme come coniugi, per poi aprirsi alla vita di famiglia con l’arrivo dei figli.

Potersi confrontare tra pari con altre famiglie, ha fatto sì che non ci sentissimo soli sulle problematiche che via via incontravamo e abbiamo ricevuto la possibilità di creare nuove reti amicali per noi e i nostri figli, all’interno delle quali possiamo realmente parlare con profondità di questioni a volte anche delicate.

Aver potuto fare questo con l’ausilio di un metodo ha fatto sì che la nostra vita coppia abbia potuto camminare in modo consapevole. In più, la formazione ricevuta ha fatto sì che la trasformazione che in noi stava avvenendo si incarnasse nella quotidianità.

Daniela e Aldo (GF di Bra, CN)

 

Abbiamo conosciuto e siamo entrati in un GF quando, freschi di un anno di matrimonio ed in attesa del primo figlio, abbiamo sentito l'esigenza di condividere con altre famiglie la nostra esperienza confrontandoci alla luce della Parola di Dio.

Sono passati diciannove anni, difficili da condensare in sole quattro righe ma possiamo ringraziare il Signore di averci offerto questa opportunità di crescita come coppia cristiana nella condivisione, nella preghiera e nello stare insieme ad altre famiglie.

Fabrizio e Chiara (GF di Bra, CN)

 

14-La rivista di collegamento

Il foglio di collegamento, o giornalino come l’abbiamo chiamato per tanti anni, è stato uno dei “pallini” di Guido. Ci voleva, diceva, uno strumento che tenesse collegati i vari gruppi.

Nel tempo il giornalino è cambiato, dal B/N si è passati al colore (grazie all’insistenza di Toni) e ora ha le caratteristiche di una rivista monografica (senza troppe pretese).

Ed è rimasto uno strumento di collegamento: questo numero è frutto di oltre sessanta collaborazioni!

 

Conosciamo i Gruppi Famiglia da 20 anni, eppure non ne abbiamo mai fatto parte, pur seguendo da vicino questa esperienza ed essendo da sempre abbonati alla rivista.

È andata così: quando siamo arrivati ad Arona, si era appena concluso un percorso di Gruppi Famiglia e dei nostri cari amici ricordavano spesso con rimpianto quel periodo, e ce ne hanno parlato con tanto entusiasmo che noi siamo rimasti incuriositi e coinvolti, e abbiamo partecipato con loro ad alcuni weekend su temi sempre vari e interessanti.

In quelle occasioni abbiamo conosciuto persone che ci hanno colpito con le loro esperienze e così abbiamo sempre mantenuto i contatti attraverso la rivista, anche se nella nostra città la pastorale familiare si è avviata per altre strade e noi non siamo mai riusciti a partecipare ai campi estivi.

Le riflessioni pubblicate sulla rivista sono sempre profonde e strettamente legate alla vita concreta della famiglia, ed è per questo che le leggiamo sempre volentieri e troviamo sempre qualcosa che ci riguarda e ci aiuta.

Il fatto che questa esperienza, piccolina, non costituita in un grande movimento nazionale, con scarse risorse economiche, vada comunque avanti e porti i suoi frutti, è un segno che anche lì soffia lo Spirito, e anche da lì nascono buoni frutti, peccato che non siamo in tanti a conoscerli e a poterli gustare!

Elisabetta e Mauro Lucchi, Arona (NO)

 

La rivista è per noi fonte di ispirazione: per la riflessione, per organizzare un incontro o un momento di preghiera.

 

Abbiamo faticato a ricordare quando abbiamo conosciuto l’esperienza dei Gruppi Famiglia, però siamo quasi sicuri che è stato intorno al 2000; noi eravamo la coppia responsabile della Pastorale Familiare del Decanato di Vimercate, formato da 29 Parrocchie.

In una di quelle riunioni abbiamo conosciuto Ernesta e Gianprimo Brambilla e altre coppie di Ronco Briantino che facevano parte del gruppo famiglia e che ci hanno dato copie del giornalino di collegamento.

Abbiamo fatto amicizia con loro, ci siamo rivisti più volte e ci hanno invitato ad andare ai campi estivi: la cosa ci interessava molto perché avevamo fatto incontri per coppie e anche due o tre giorni di vacanza insieme ad altri.

Infine abbiamo accettato la proposta dei campi estivi: Bousson nel 2004, Chiappera nel 2006, Piani di Brunino nel 2008.

Il giornalino è stato una fonte inesauribile per noi e per i nostri amici, infatti molti numeri sono stati prestati e mai ritornati, ma va bene così! In casa abbiamo ancora tanti numeri in bianco e nero ma nessuno butta niente. Sono sempre fonte di ispirazione in momenti particolari, per la riflessione, per organizzare un incontro o una preghiera comune.

Abbiamo molti amici e fratelli spirituali, c’è un gruppo d’ascolto, momenti di preghiera insieme, ma… noi che leggiamo il giornalino, sappiamo che i gruppi famiglia sono un’altra cosa!

Franca e Mariano Monachello, Vimercate (MB)

 

Son passati tanti anni da quando Toni Piccin e don Luigi Condotta ci invitarono a partecipare alla Scuola per Famiglie tenuta da Guido e Anna Lazzarini. Eravamo giovani con bambini piccoli, pieni di problemi, ma la cosa ci piaceva e ci entusiasmò.

Toni Piccin ha inventato il cammino parallelo coi bambini preparando dei formidabili animatori. Era la prima volta che qualcuno ci pensava come coppia e non solo come genitori.

Da allora abbiamo sempre partecipato agli incontri senza soluzione di continuità. Abbiamo fatto per circa 25 anni gli animatori ai fidanzati e siamo tuttora parte di un gruppo che partecipa agli incontri e si ritrova a riflettere sui vari argomenti alla luce del vangelo.

Abbiamo conosciuto un sacco di gente ai campi scuola e ci ritroviamo con piacere negli incontri nazionali. I nostri figli ora sono grandi e ci hanno regalato 4 splendidi nipotini.

In questo cammino ci ha sempre accompagnato il giornale dei gruppi famiglia che, a dir la verità per noi con poca istruzione all’inizio era un po’ difficile, con un linguaggio teologico per noi ostico, ma era comunque un’occasione per provare a capire, anche se con tanta fatica.

Ora non so se sia diventato più semplice o se noi con la vecchiaia siamo diventati più bravi, ma lo leggiamo sempre tutto e molto volentieri. Grazie a chi per tutti questi anni ha voluto caparbiamente tener duro a costo di sacrifici, ma vi assicuro che ne vale la pena.

Chiara e Cesare Roberti, Vedelago (TV)

 

15-I campi estivi

L’aspetto più importante del Collegamento tra Gruppi Famiglia è stato rappresentato, fin dalle origini nel 1983, dai campi estivi. Il fatto che ancor oggi siano l’elemento qualificante della nostra esperienza è merito di Valeria e Toni Piccin e del gruppo che, nel tempo, hanno saputo costituire per realizzarli.

Il campo estivo ruota intorno a un tema, presentato da uno o più relatori, tema che coinvolge tutti, grandi e piccini, in un contesto di fraternità e spiritualità coniugale e familiare.

Ma il campo non è solo tempo di riflessione ma anche di svago, gioia, condivisione, amicizia.

 

Nel 1990 abbiamo partecipato ad alcuni incontri per le famiglie.

Gli incontri erano tenuti da Guido e Anna che vogliamo ricordare come umili servi del Signore per la loro grande missione e testimonianza.

Così, nell'estate 1991, insieme ad altre cinque coppie siamo partiti per il campo estivo di Casteltesino dove ci aspettava Guido. Per noi era la prima esperienza, inizialmente non fu semplice integrarsi, ma l'accoglienza fraterna che abbiamo trovato ci ha ben presto coinvolto e ci ha fatto sentire in sintonia con le persone del gruppo.

Personalmente poi non è stato facile capire la Lectio divina e cominciare a vivere la preghiera spontanea dello Spirito, ma al termine del campo siamo ritornati a casa con una nuova ricchezza interiore e pieni di entusiasmo per l'esperienza vissuta.

Al nostro ritorno sono continuati gli incontri in parrocchia, in forania e in diocesi per circa dieci anni.

Durante tutto questo tempo, i componenti del nostro gruppo hanno dato la loro disponibilità in vari servizi: coro, catechismo, liturgia, sostegno al gruppo giovani A.C. e ad altre attività parrocchiali. Poco a poco hanno cominciato a partecipare alle attività anche giovani coppie che sono attive anche attualmente.

Nella fiducia che il buon seme porta sempre frutti, porgiamo il nostro grazie a tutti i responsabili per il lavoro svolto in questi anni, anche attraverso il giornalino del collegamento nazionale.

Giuseppe e Anna Maria Borga, Chiarano (TV)

 

Ci siamo sposati nel 1998 e abbiamo iniziato a conoscere i gruppi famiglia dopo circa un paio d’anni di matrimonio.

Il nostro parroco di allora, infatti, ci invitò nella primavera del 2000 a formare un gruppo familiare assieme ad altre coppie di giovani sposi della nostra parrocchia; accettammo con curiosità ed entusiasmo anche perché per noi era un occasione per conoscere famiglie del nostro nuovo paese, in quanto andammo ad abitare in un paese diverso da quelli di origine. L’aspettativa iniziale però ben presto si scontrò con le difficoltà a proseguire l’avventura in quanto, una dopo l’altra, le varie coppie abbandonano il progetto.

Nel 2002 inizia la nostra avventura nei Gruppi Famiglia. Padre Francesco Pellizer, il sacerdote che seguiva il nostro gruppo famiglia parrocchiale, ci propone una settimana di campo famiglia in Val Sella organizzato dal collegamento di Vallà.

Eravamo titubanti perché non avevamo mai fatto vacanze di questo genere, non conoscevamo nessuno e non sapevamo a cosa andavamo incontro. Il risultato fu che dopo una settimana tornammo a casa rinfrancati nello spirito e abbiamo ripetuto l’esperienza dei campi più volte.

Grazie ai Gruppi Famiglia che abbiamo capito quali sono i nostri ‘punti deboli’ e ci stiamo impegnando per migliorarci perché siamo certi che attraverso il matrimonio passa la nostra stessa salvezza.

Marzia e Maurizio Bragagnolo, S. Martino di Lupari (PD)

 

Era il lontano 1996 quando su invito e proposte di nostri amici partecipammo al nostro primo campo per famiglie, destinazione: Colfalcon (BL). Adattarsi per noi non fu semplice: stare in 90 persone in una struttura dotata di grandi cameroni senza avere la possibilità di vivere momenti esclusivi di famiglia, ci metteva a disagio.

Ma in breve fummo travolti dall’allegria dei bambini, dall’esuberanza degli animatori, dal desiderio di confronto con le famiglie. Fu un’esperienza bellissima. A quelle ne seguirono altre nove.

Quanti ricordi: famiglie belle che seppur tra le fatiche di ogni giorno desideravano vivere alla luce delle parole di Dio! E quanti giochi e canti, le sere, tutti insieme! Consigliamo a tutti, in modo particolare alle giovani coppie, questo tipo di vacanze “alternative”.

Non si pensi che rinunciare ad una settimana di ferie esclusivamente per la propria famiglia significhi la perdita di qualcosa. Al contrario, è una ricchezza aggiunta alla propria vita personale e familiare, un’opportunità per nuove amicizie, un’occasione di vivere nella gioia per grandi e piccini.

Ci sentiamo di dire un “grazie” sincero ed affettuoso alle coppie responsabili, ai cuochi, agli animatori che con il loro impegno generoso hanno reso possibile svolgimento dei campi trasformandoli davvero in vacanze.

Claudio e M. Rosaria Trevisan, Torino

 

Al campo i figli non sono più solo i tuoi ma anche quelli degli altri.

 

IL nostro primo incontro con i gruppi famiglia è avvenuto grazie alla rivista “Noi, genitori e figli“ di Avvenire che nell’estate del 2000 presentava una vacanza “alternativa” del gruppo famiglie di Vallà a Casteltesino (TN).

Cercavamo un momento di riposo familiare che ci potesse far crescere come persone, includendo anche i nostri 2 figli, e il tema proposto “La pace su questa terra nasce dall’amore verso l’altro” ci sembrava perfetto.

Già all’arrivo ci siamo sentiti attesi, chiamati per nome attraverso un ciondolo preparato con cura per ognuno di noi che ci siamo subito messi al collo.

Anche se non conoscevamo nessuno, ci siamo sentiti “in famiglia” e Valeria e Tony Piccin ci hanno introdotti in una dimensione di amicizia semplice e spontanea con tutti che non pensavamo possibile tra persone provenienti da tanti luoghi diversi.

Sulla porta della stanza a noi riservata c’era un angioletto con il nostro cognome e questo faceva casa. La prima cena condivisa anche nei servizi a tavola è stata già una festa di accoglienza e i nostri figli hanno iniziato ad assaporare le amicizie.

Ogni pasto vicino a persone diverse era più buono non solo per il sapore squisito ma soprattutto per i racconti di vita scambiati tra un boccone e l’altro. E i figli non erano più solo i tuoi ma anche quelli degli altri. Persino i bagni in comune erano un momento di scambio gioioso e di abitudini condivise nella semplicità. Speciale ci è subito sembrata poi la presenza di Gesù e Maria in tutta la giornata, ad iniziare con il saluto del mattino che avviava il tema di grandi e piccoli fino alla messa prima di cena che riportava a tutti quello che era stato fatto in ogni gruppo. Ci siamo detti che proprio così dovevano essere state le prime comunità cristiane… famiglia di famiglie che tutto mettevano in comune nella semplicità e nell’amore che permetteva loro di affrontare qualsiasi avversità.

Le riflessioni per noi adulti erano guidate da don Roberto e da Giovanni Scalera, mentre i figli, divisi per gruppi di età, con dei bravissimi animatori trattavano i nostri stessi argomenti attraverso storie e giochi. E le serate erano mitiche… tutti cantavano e ballavano nonostante la stanchezza… altro che la TV!

È stato un crescendo in continuo per tutta la settimana, assaporato in ogni attimo da ognuno di noi: era come se il tempo andasse più lento, le preoccupazioni fossero lontane con più tempo per noi coppia e i nostri figli, con tanti amici con cui giocare e crescere! Mattia aveva 9 anni e Nicola 4: entrambi conservano ricordi speciali!

Bellissima poi la scatola che ogni famiglia aveva e che alla fine conteneva i saluti di ognuno... per portare a casa quello che si era condiviso!

Dopo quel campo ne abbiamo fatti molti altri, l’ultimo nel 2013, ma quello di Casteltesino resta per noi memorabile!

Maria Clelia e Luca Giusto, Meolo (VE)

 

Abbiamo iniziato a frequentare il gruppo famiglie parrocchiale quando i nostri figli erano piccoli e subito ci siamo sentiti accolti e in comunione di fede e preghiera.

Nell’estate del 2009 Ernesta e Gianprimo ci hanno proposto un campo famiglie, a Pollenza nelle Marche, e qui abbiamo conosciuto i Gruppi Famiglia.

Il relatore del campo era Pietro Boffi: in quell’anno Pietro ci ha spiegato i capitoli di Genesi “… maschio e femmina li creò …”.

Negli anni successivi abbiamo quindi deciso di ripetere l’esperienza: siamo stati per due estati a Casteltesino, una a Spello e per la prossima estate ci attira molto il campo famiglie a Pesaro-Urbino.

Durante uno di questi campi mio marito, mia sorella Emi ed un’amica, Anna, hanno prestato servizio come cuochi, nessuno di loro è un professionista della cucina ma con la passione e il credere in un servizio hanno reso il campo anche molto gustoso e goloso! Oltre alle belle esperienze si portano a casa anche un paio di kg in più ma ci si sente coccolati! Ed infine un aspetto fondamentale di questi campi è la spiritualità: una settimana di preghiera, riflessione personale e di coppia, la preghiera in famiglia si ricarica.

Relatori di rilievo quali Pietro Boffi, gli psicologi “nonno Nanni” di Siena, Rita Ciceri; Maria Grazia Mussi con le bellissime icone, le varie esperienze di spiritualità quali i conventi di clausura, le case di accoglienza… tutte queste belle persone grazie alla loro esperienza, la loro capacità comunicativa e soprattutto la loro fede riescono a riempire, rinfrescare, risanare la nostra spiritualità un po’ soffocata da una quotidianità ricca di impegni (forse troppi!).

Elena e Sergio Magni, Ronco Briantino (MB)

 

Proveniamo da due famiglie d’origine completamente diverse, che però ci hanno in egual misura insegnato e trasmesso i valori fondamentali della vita, l’onestà, il rispetto per il prossimo, la dedizione al lavoro. Due famiglie cattoliche che, pur non frequentando la Chiesa, ci hanno indirizzato ai valori e ai Sacramenti Cristiani.

Diventati giovani, la parrocchia è diventato per noi un “luogo” lontano, solo un ricordo della nostra infanzia e adolescenza.

Ci conosciamo e frequentiamo da trent’anni ma siamo approdati al matrimonio solo 15 anni fa. Abbiamo vissuto un “lungo” fidanzamento contrassegnato prima dallo studio e poi dalla realizzazione professionale, dal tempo libero con gli amici ai viaggi, senza sentire il desiderio di crearci una famiglia tutta nostra.

Solo a seguito di alcune vicende familiari, decidemmo di “uscire di casa”, e di fare “famiglia”. Così acquistammo un grazioso appartamento e andammo a vivere assieme.

La convivenza, seppur breve, è stata una bella esperienza, un passaggio nel nostro cammino verso il matrimonio.

Ci sposammo in chiesa il 1° maggio del 2000 e, da quella scelta, incominciò il nostro cammino di fede insieme. Nel 2006 facemmo conoscenza dei Gruppi Famiglia. Furono Antonella e Renato ad invitarci al nostro primo campo estivo, quello di Arcinazzo.

Fu un’esperienza impegnativa, soprattutto perché avevamo nostre prime due figlie, Alice e Chiara, ancora piccole, ma molto profonda e bella (ora c’è anche Lorenzo).

Da allora abbiamo partecipato quasi ogni anno ai campi estivi per famiglie, e possiamo dire che sono stati tutti unici e irripetibili, sempre di stimolo per parteciparvi nuovamente l’anno successivo.

Stefania e Luca Cavasin, Caerano S. Marco (TV)

 

Abbiamo conosciuto i Gruppi Famiglia una ventina di anni fa.

Eravamo da poco arrivati alla fede ed eravamo stati coinvolti nella vita parrocchiale e comunitaria da una famiglia, i Bernardi, che ci aveva seguito in forma privata nella “preparazione” al nostro matrimonio religioso (dopo 14 anni di matrimonio civile).

Provenivamo tutti e due da due contesti familiari non religiosi e sentivamo l'esigenza di conoscere meglio questo Dio per noi ancora un po’ estraneo. Franco e Fernanda allora ci hanno invitato a partecipare alla Lectio divina che si teneva mensilmente a Cavour, a casa di Caterina e Renato Baretta.

 

Nei campi si ricevono tante coccole, ci si può confidare, ti senti amato.

 

L'accoglienza di questa coppia è stata un'esperienza forte dell'amore di Dio, e le coppie che partecipavano non erano da meno!

Abbiamo poi partecipato a tre campi estivi ed altrettanti campi invernali e sono state esperienze bellissime, an-che se a volte come coppia abbiamo avuto qualche difficoltà perché poco abituati ad aprirci reciprocamente. A me però piaceva moltissimo!

Nei campi si ricevono tante coccole, ci si può confidare, si portano a casa tanti bigliettini con parole gentili, che ti danno coraggio e ti fanno sentire amato. Per me è stata un'esperienza travolgente!

Anche per i nostri figli è stata una vera festa (Silvia adolescente e Nicola che frequentava le elementari).

Hanno potuto essere supportati da amici un po' più grandi (figli delle altre coppie) ed avere un aiuto per la propria vita.

Marina Cerri Mezzanatto, Piscina (TO)

 

16-Il servizio ai campi

Organizzare un campo non è solo un problema di relatori ma riguarda anche sacerdoti, animatori, cuoche, approvvigionamenti.

Un campo si tiene ad agosto ma si inizia a preparare a febbraio e le case si prenotano da un anno all’altro. Di solito i campi sono autogestiti, cioè si affitta una struttura e tutto il resto è a carico di chi organizza: cuochi, animatori, ecc.

Ma per molte altre cose sono gli stessi ospiti che provvedono: la pulizia dei servizi igienici, il servizio a tavola, la rigovernatura delle stoviglie, ecc. Una vacanza di “servizio” insomma.

 

Nell'estate del 2003 ho vissuto un’esperienza di lutto che mi ha segnato. Condividendo il dolore con Antonella e Renato, miei amici dal tempo dell'animazione in Azione Cattolica, m'imposero - sì devo dire che fu una “amorevole imposizione” -  di partire con loro alla volta di Spello per il Campo Famiglia di quell'estate.

Le persone che ho incontrato, le loro esperienze di vita, il condividere il quotidiano per una settimana, fu per me come fare il tragitto che porta ad Emmaus, sostare con Gesù, fare memoria di quanto aveva operato nella mia vita, e riprendere il cammino dandomi la forza di tornare alla mia Gerusalemme per testimoniarlo con nuovo slancio.

L'anno seguente, Anto e Renato mi chiesero di dar loro una mano nell'animazione dei ragazzi, sempre per il campo a Spello. Questa esperienza confermò e consolidò in me l'importanza di trattare i bambini ed i ragazzi come persone, pensando per loro un cammino dedicato, che ne rispetti e ne risalti la personalità e che dica la ricchezza che apportano in ogni famiglia.

Credo però che il culmine della mia esperienza con i Gruppi Famiglia fu l'anno che mi aggregai come cuoca per il campo a Brunino, ma non da sola perché con me venne anche mio papà invalido. Non so descrivere la ricchezza di quella settimana senza commuovermi. Anche questa è una particolarità dei gruppi famiglia, ogni persona è preziosa in qualsiasi fase della sua vita, in qualsiasi condizione si trovi, è ricchezza nella famiglia e nella collettività.

Paola Bolzonello, Nervesa della Battaglia (TV)

 

Ho conosciuto i GF nei primi anni del 2000, ero reduce da una dolorosa separazione e alcune coppie di amici mi hanno proposto di partecipare ad un campo famiglia a Tonadico.

Era strana la mia situazione, ma non mi sono mai sentita particolarmente a disagio tanto che a quel primo campo ne sono seguiti molti altri a Casteltesino e Spello, ho incontrato tante persone e con alcune di esse continua una sincera amicizia anche se siamo un po' distanti e non riusciamo ad incontrarci molto sovente.

Devo confessare di avere a volte percepito un po' di rifiuto e di freddezza nei miei confronti in alcuni dei partecipanti ai campi, soprattutto al primo impatto, ma poi credo che tutti mi abbiano accettato così com'ero.

La mia sensibilità è cambiata nel corso degli anni e così ad un certo punto ho capito che non mi serviva più il campo, ma non volevo perdere questa bella esperienza di comunità e allora ho chiesto di “passare” dall'altra parte e di aiutare nell'organizzazione, così da diversi anni partecipo come staff di cucina al campo di Spello, che è il campo che preferisco per il suggestivo paese che ci ospita e per le bellissime persone che si incontrano.

Antonella Ronchegalli, Cavour (TO)

 

Ho iniziato a fare l’animatrice ai campi dei Gruppi Famiglia un po’ per caso. Per me era, all’inizio, un’esperienza interessante ma da archiviare finita la settimana estiva.

Ma da quell'esperienza iniziale sono passati ben sette anni perché quando si inizia ad essere animatore nei Gruppi famiglia difficilmente ci si allontana. Anche perché si instaurano legami così forti con le persone incontrate nel tuo cammino che non riesci più farne a meno.

 

In un campo ci sono tante persone che “lavorano”: gli organizzatori, i cuochi, gli animatori, le stesse famiglie partecipanti.

 

Da punto di vista pratico, il ruolo che noi animatori abbiamo sembra facile e banale (babysitteraggio) ma non è così.

Per organizzare una settimana estiva iniziamo a lavorare un mese e mezzo prima e ci troviamo, noi animatori con i responsabili del Campo, per organizzare attività, giochi, lavoretti.

Passando così tanto tempo insieme si finisce per diventare una quadra: i problemi, i dubbi, le paure di una singola persona sono di tutti. Poi finalmente arriva l'inizio della settimana estiva e lì mettiamo anima e corpo per le persone che abbiamo attorno.

Stiamo con i bambini/ragazzi dalla mattina appena svegli fin che la serata è finita - circa 13-14 ore - ma lo facciamo volentieri. Infatti, non c'è gioia migliore che vedere un sorriso sul volto di un bambino appena ti svegli.

Certo non mancano le difficoltà che possono nascere ma è proprio perché siamo una grande famiglia, e non più singoli individui, che riusciamo a superare ogni avversità.

Finita la settimana estiva continuiamo ad essere animatori anche durante l’anno, in occasione degli incontri mensili dei gruppi famiglia.

Credo che ogni ragazzo dovrebbe provare ad essere animatore, per provare con mano la gioia che si prova ad essere persona donata 100% agli altri.

Irene Guidolin, Vallà (TV)

 

17-I relatori nei campi

Coloro che prestano questo servizio ai campi lo fanno gratuitamente. Dispongono quindi di una certa sensibilità verso le tematiche familiari e coniugali.

Nonostante ciò, sovente rimangono colpiti dallo stile e dalle modalità con cui si svolge un campo.

L’aspetto che li sorprende di più riguarda i bambini, il loro coinvolgimento, la loro partecipazione. E, su tutto, quello di ritrovarsi in una grande famiglia, in cui anche loro diventano parte integrante.

 

Abbiamo conosciuto i Gruppi Fa-miglia attraverso suor Anna Roberta. Anna Roberta era stata invitata a tenere una delle relazioni del campo di Spello ma, essendo impossibilitata, aveva comunicato a Ernesta e Gianprimo Brambilla i nostri nominativi. Loro ci hanno contattati e così siamo andati a conoscere la loro bella famiglia, avendo da subito un senso di serenità familiare.

Ci hanno proposto di fare la relazione che era di Suor Anna Roberta e così siamo andati a Spello, invitando una giovane coppia di nostri amici, come noi soci dell’associazione La Comune Luigi Bottasini Onlus.

L’esperienza è stata utile e necessaria per entrambe le nostre due coppie.

Quello che ci è piaciuto di più di questa esperienza è la vita d’insieme e la condivisione delle giornate. Ci è servito anche per analizzare il nostro vissuto di coppia/famiglia molto impegnata con un progetto in Nicaragua che ci lascia poco tempo per noi stessi. Un altro aspetto molto soddisfacente sono state le relazioni con gli altri partecipanti, l’interesse comune nel capirsi e conoscere le varie esperienze di vita.

Di questa esperienza ci rimane, innanzitutto, la voglia di riprovarla e l’amicizia con alcune di quelle famiglie.

È rimasto il senso di condivisione dei tempi, dei temi, degli sguardi per conoscerci, le parole scambiate alla ricerca di una conoscenza interiore. Ci rimane anche la sensazione di pace, i sorrisi, le risate, la gioia dei bambini, la vivacità degli adolescenti. Più nel profondo del cuore e nella mente, la saggezza di vita e il pensiero positivo delle persone che hanno tenuto le relazioni.

Gloria e Dino Verderio, Carugate (MI)

 

18-I campi invernali, Taizé, Medjugorje

Se i campi estivi si sono rivelati l’esperienza “principe” del Colle-gamento, non sono mancati altri momenti d’incontro, in primo luogo i campi invernali: campi caratterizzati dalla presentazione e dalla riflessione di un libro della Bibbia. A questi si sono affiancate altre esperienze di spiritualità, come quella ecumenica di Taizé (Fr) e quella mariana di Medjugorie (BiH). La distanza di queste due località dall’Italia fa sì che queste esperienze non riescano ad essere proposte sistematicamente.

 

Abbiamo vissuto molti Campi Famiglia e ognuno era a suo modo “unico”, ma esiste una sostanziale diversità di "atmosfera" tra i Campi estivi e i Campi invernali.

A dire il vero, da alcuni anni ci è venuta a mancare quest’ultima esperienza e nel ripensarli sopraggiunge una sorta di nostalgia, come quella che accompagna i ricordi del Natale in famiglia quando i bambini erano piccoli e si viveva con maggior stupore ed entusiasmo la Festa.

Il Campo invernale è di pochi giorni, solitamente tra il Natale e l'Epifania, si parte già sapendo che occorre vivere pienamente il poco tempo a disposizione scegliendo il meglio di quanto sperimentato in altre occasioni di condivisione tra famiglie.

L'atmosfera è bianca, i rumori attenuati, i luoghi riscaldati e le attività condivise più intime perché in spazi più ridotti. Richiama per davvero il clima del focolare.

A partire dalle Lodi mattutine fino alla Messa serale, le riflessioni messe in comune avevano un sapore più intenso.

Ancora oggi, il periodo natalizio ci riporta al clima comunitario vissuto al Campo.

Ci fa piacere condividere nel nostro giornalino questo breve ricordo e speriamo ci sarà nuovamente occasione per ritrovarci con altre famiglie non solo in estate ma anche sotto la neve!

Giulia e Mario Olivo, Vigone (TO)

 

Nel campo invernale, a partire dalle Lodi mattutine fino alla Messa serale, tutto ha un sapore più intenso.

 

Franco ed io abbiamo servito i Gruppi Famiglia, come responsabili nazionali, dal 1995 al 2000.

In quei cinque anni abbiamo conosciuto e seguito centinaia di famiglie, nei numerosi campi estivi ed invernali e nelle Scuole di formazione in Piemonte. Il nostro personale contributo si è sviluppato anche nel tessere rapporti con la CEI, collaborando con mons. Bonetti, allora responsabile dell’Ufficio famiglia della CEI, nel proporre ed organizzare le Settimane della Famiglia a Roma (presso la struttura di Mondo Migliore a Rocca di Papa).

Ricordo che Mons. Bonetti venne ad Airasca, a casa nostra, proprio per conoscere la realtà dei Gruppi Famiglia, che, non essendo un movimento, riuscivano a dare un notevole contributo alle parrocchie senza togliere loro risorse.

Ma vorremmo accennare anche ad una nostra esperienza di coppia che poi abbiamo condiviso con altre famiglie ed importato nei Campi.

Stiamo parlando della Comunità ecumenica di Taizé (Fr), una realtà che abbiamo vissuto come incarnazione di un angolo di paradiso, con la sensazione di sentire e percepire la comunione dei Santi, in cui si vive un grande dono: la Pace!

Per anni abbiamo "esportato" il loro modello di preghiera fatto di canti, alternati a silenzi e a testimonianze, sia durante i campi, sia nelle parrocchie che accoglievano l'invito a provare un'adorazione della Croce sulla falsariga di Taizè.

Di tutto ciò ci è rimasto un sogno: vivere tutta la Settimana Santa in quel luogo benedetto! Rilanciamo l'invito ai nuovi responsabili dei gruppi: volete fare l’esperienza di Taizé? A Dio piacendo, noi ci saremo e saremo disposti ad organizzare l’impresa!

Maria Rosa e Franco Fauda, Airasca (TO)

 

Due anni fa abbiamo avuto modo di partecipare a Medjugorje al campo organizzato da Corrado.

Ciò è stato possibile grazie ad un annuncio che avevo letto sulla rivista “Noi, genitori e figli“ di Avvenire.

Da qualche tempo, infatti, desideravamo fare un viaggio-pellegrinaggio in quella località, con un’altra coppia di amici.

Corrado ci aveva fornito tutti i dettagli del soggiorno! Raggiunta senza difficoltà la meta abbiamo trovato un'accoglienza familiare, come se ci fossimo sempre conosciuti.

Sebbene noi quattro un po' più maturi, non abbiamo avuto difficoltà a confrontarci nelle varie tematiche proposte.

Potrei dire ancora tante cose, ma non mi dilungo oltre.

Voglio ringraziare ancora tutto il gruppo per i bei giorni trascorsi nella preghiera e nelle varie esperienze. Conservo ancora un bel ricordo di tutte le persone.

Eugenia e Fiorello Bettoli, Costa Volpino (BG)

 

19-Il collegamento e l’intergruppo

Gli incontri di collegamento a livello nazionale hanno caratterizzato i primi anni della vita dei Gruppi Famiglia.

In realtà, oltre ad essere momenti d’incontro erano anche momenti formativi. Questa dimensione è andata perdendosi nel tempo e questo tipo d’incontri da sistematico è diventato sporadico. Ma vi sono altre forme di collegamento che continuano ad essere attuate: quelle a livello regionale o di intergruppo, quelle informali tra coppie di diverse regioni, quelle tra i responsabili dell’associazione.

 

Come passa veloce il tempo! In questi anni, passati così velocemente, ci siamo resi conto di quante cose abbiamo fatto.

Quando siamo partiti, 30 anni fa come gruppo di fidanzati, pieni di entusiasmo e con la voglia di essere protagonisti della nostra vita, non avremmo mai pensato di trovarci dopo 25 anni con tanta strada alle spalle, ma sopratutto con tante esperienze positive che ci hanno migliorato e a volte fatto tornare con i piedi per terra, donandoci anche un po’ di umiltà.

Possiamo dire che il cammino dei gruppi famiglia ci ha aiutato nel dialogo di coppia e ci ha chiamati ad essere più consapevoli nell'educare i nostri figli, a trasmettere loro quei valori che come famiglia cristiana cercavamo di vivere.

Ci ha interrogati se potevamo fare qualcosa per gli altri al di fuori della nostra famiglia, facendoci diventare animatori per accompagnare i fidanzati nel loro percorso di preparazione al matrimonio. Ci ha aiutato a maturare la consapevolezza di dover diventare genitori dei nostri genitori ormai anziani, di star loro vicino, anche se a volte “rompono” di più dei nostri figli.

E tra le tante altre cose, riconosciamo nel collegamento, un momento importantissimo per i gruppi, perché nei momenti meno felici o di difficoltà del nostro, ci ha dato il coraggio di continuare ad andare avanti e questo ci ha permesso di superare la crisi del momento o la difficoltà che vivevamo così da riprendere il cammino con più energia.

Fiorenza e Toni Bottero, Castelfranco Veneto (TV)

 

Restare “collegati”, respirare a pieni polmoni la dimensione di Chiesa, fa maturare e crescere.

 

Nel 2000, appena tornati a casa dal campo di Casteltesino abbiamo scoperto che Dio stava per farci un altro regalo speciale e inatteso: un nuovo figlio che in segreto era con noi già al campo! L’amicizia speciale con Massimo e Marina (Perusia) ci ha portati ad essere loro ospiti a Nichelino e il figlio che stava per nascere si chiama Marco proprio perché il loro Marco era un caro amico del nostro Mattia. Ricordiamo con affetto anche Maria Pia e Vincenzo (Cutri) e Giovanna e Massimo (Morello).

Nel 2002 abbiamo avuto il piacere di ospitarli a casa nostra e con loro abbiamo visitato Venezia. Questo perché gli amici incontrati al campo famiglie restano nel cuore e nelle vite per sempre e il tempo è relativo... ti puoi non vedere per anni ma quanto ti rivedi è come fosse stato ieri.

Maria Clelia e Luca Giusto, Meolo (VE)

 

Un punto fermo dell’esperienza dei GF è l’organizzazione in rete degli stessi, attraverso un coordinamento di zona chiamato intergruppo, cui partecipano le coppie responsabili di ogni GF presente nell’area.

Tra le coppie responsabili ne viene eletta una che funge da coordinatrice dell’intergruppo, con il compito di ricordare gli impegni comuni e preparare il materiale necessario per la riflessione dell’intergruppo.

Alle riunioni dovrebbe essere presente il sacerdote che segue l’esperienza, incaricato dal vicario foraneo.

L’Intergruppo si riunisce periodicamente, partendo dalla lettura e discussione della relazione trascritta del momento di approfondimento periodico (annuncio) che si fa a Castelfranco Veneto, per preparare la revisione di vita a partire dallo stesso, e coordinare l’attività di ogni gruppo.

È il momento per ascoltare le singole realtà, gli eventuali problemi, allo scopo di sostenere e rimotivare le coppie nel loro cammino e impegno.

Alcuni incontri vengono dedicati per raccogliere le proposte dei gruppi, fare una verifica sull’attività svolta, proporre i temi del programma annuale degli incontri di approfondimento a Castelfranco ed eventualmente delle settimane estive.

Roberto Vescovo, Fanzolo di Vedelago (TV)

 

La Segreteria (il "Collegamento") è stato uno degli assi portanti della nostra aggregazione. In futuro forse internet, skype… potranno fornire altri strumenti di contatto e comunicazione, ma penso che nulla possa sostituire, almeno un paio di volte l'anno, l’incontro personale, la convivialità, il guardarsi negli occhi e scoprire nell'altro la gioia dell'incontro.

Siamo sempre stati coscienti, quando eravamo coppia responsabile del Collegamento, che ciascuno (ciascuna coppia) arrivava al collegamento portando tutta la storia, nel bene e nelle difficoltà, del suo GF di appartenenza. Si partecipava desiderando uno scambio in cui ciascuno potesse cogliere, nell'esperienza offerta, un’occasione di riflessione per trovare nuove soluzioni alle difficoltà oppure un momento in cui condividere la gioia per un’iniziativa riuscita ed avere un incoraggiamento per continuare.

Guido, sovente, è stato un vulcano di idee, di nuove piste, tutte originali, da discutere, mettere a fuoco, calare nell'esperienza concreta di ogni situazione locale. Anna a sua volta ci ha richiamato con forza a concentrarci sull'essenziale, sulla Parola, sulla Carità che sono il fondamento di ogni azione che vuole essere al servizio del prossimo.

A volte le discussioni sono state intense, appassionate; ricordo quelle con Gigi sul ruolo degli animatori nei campi e nei gruppi, punti di vista ed esperienze diverse, ma anche vero ascolto, buona volontà e desiderio di trovare soluzioni condivise, pur nelle diversità dei punti di vista.

Il Collegamento è sempre stato un dare valore a ciò che si faceva, anche se poteva apparire "poco", ma comunque fatto con l'aiuto del Signore, un aiutarsi a guardare con realismo la realtà della Chiesa locale in cui ciascuno viveva e vive, senza non lasciarsi scoraggiare, ricordandosi che le famiglie erano e restano un punto di forza per le comunità parrocchiali.

Céline e Paolo Albert, Chieri (TO)

 

20-Con i presbiteri

Per operare all’interno della Chiesa è necessaria la collaborazione tra laici e consacrati. La proposta dei Gruppi Famiglia, pur operando al servizio della comunità parrocchiale, non sempre viene recepita. È vero, infatti, che all’interno del gruppo viene chiesto al sacerdote di porsi alla “pari” con le coppie pur nella diversità di carismi e questo non è sempre compreso e accettato. È anche vero che i consacrati, quando accettano la nostra proposta, ne ricavano frutti personali che si ripercuotono positivamente sulla comunità che presiedono.

 

Con la mia venuta a Cavour nel Febbraio 1988, abbiamo tentato come Parrocchia di credere al valore dei gruppi di famiglie, che si trovassero in primo luogo per pregare, per rafforzarsi alla parola del Signore e per crescere nella comunione e nel servizio.

E così è avvenuto grazie all'aiuto e all'impulso di monsignor Giuseppe Anfossi, divenuto poi vescovo di Aosta, degli amici Guido Lazzarini, Franco e Noris Rosada. Per molti anni sono stati per la Parrocchia la forza e la vita in ogni attività.

Mi preme mettere in risalto la "Lectio divina" mensile, la formazione dei giovani al matrimonio, la nascita dei centri di ascolto, i molti campi estivi.

Purtroppo sorella morte ci a privati della presenza di Renato, che unitamente alla sua sposa Caterina, molto ha contribuito perché ciò accadesse.

Carissimo Renato, ora che sei nella vita del Signore prega per tutti noi, perché possiamo qui in terra formare la famiglia di Dio come l'hai formata tu.

Don Mario Ruatta, Cavour (TO)

 

Nel 1996, dovendo organizzare nell’inverno un "Corso Fidanzati" nel Vicariato di Castello di Godego, ho conosciuto Valeria e Tony Piccin.

Loro mi hanno invitato a partecipare a un campo estivo per famiglie che era in programma nel mese di agosto in Umbria nei luoghi di S. Francesco, con base a Gubbio.

Da allora nel programma della mia estate, salvo rare eccezioni, c'è sempre stata l'esperienza del campo.

Sono state esperienze che mi hanno fatto incontrare famiglie, con diverse delle quali ho mantenuto un contatto telefonico. Da ogni campo sono uscito arricchito dal clima di amicizia fatto di reciproco ascolto, di capacità di condivisione.

Ogni volta mi colpisce lo stile che contraddistingue i Gruppi Famiglia, vale a dire che tutti sono invitati e stimolati per essere protagonisti, in piena libertà, nessuno è costretto, ma al tempo stesso ognuno è accolto come persona importante, che può contribuire alla buona riuscita dell'esperienza.

Nei Gruppi Famiglia l'Eucaristia è davvero il centro e il vertice della Settimana. All’Eucaristia che viene celebrata ogni giorno, si fa riferimento fin dal momento di preghiera condiviso al mattino, e nella celebrazione converge il contenuto di riflessione e di esperienza condivise durante il giorno.

 

Nel corso del mio ministero le famiglie mi hanno insegnato, direttamente o indirettamente, molte cose.

 

Momento non meno importante la giornata penitenziale: un’occasione preziosa di vivere la Riconciliazione in modo più tranquillo e più efficace di quanto non succeda abitualmente.

Direi che il campo riassume bene il tipo di proposta che i Gruppi Famiglia portano negli incontri mensili durante l’anno, attraverso l'intervento di esperti invitati a parlare sui temi che vengono definiti all'inizio dell’anno pastorale.

Io come sacerdote-religioso devo ringraziare gli amici dei Gruppi Famiglia che mi danno la possibilità di fare queste esperienze con le famiglie, per me una preziosa opportunità di condividere "l'odore delle pecore" per dirla con Papa Francesco e migliorare il mio essere pastore.

Padre Francesco Pellizzer, Altivole (TV)

 

Noi preti mediante il nostro ministero abbiamo qualcosa di prezioso e insostituibile da dare alle coppie e alle famiglie: la Parola di Dio, l’Eucarestia, il Perdono, ed essere per loro la presenza di Gesù, Buon Pastore. Ma anche le famiglie, mediante il sacramento del matrimonio e la loro vita, hanno qualcosa di bello e insostituibile da dare a noi preti. Solo nello scambio reciproco di doni ci può essere fecondità e crescita umana cristiana ed ecclesiale.

Una cosa che ho riscoperto, e che sembra tanto semplice, è che nella trasmissione della fede al principio non ci sono stati né preti, né religiosi, né catechisti, ma le famiglie.

Accanto alla successione da un Papa ad un altro, da un vescovo ad un altro, da un prete ad un altro, c’è dunque una lunga catena, che di generazione in generazione testimonia la misericordia, come dice Maria nel Magnificat.

La storia delle famiglie è anche storia di salvezza, in cui il Signore chiama le persone, le prende come sono, ne fa strumenti delle sue meraviglie, colmando col suo Spirito e col suo perdono l’inadeguatezza tra la povertà degli uomini e la grandezza del suo progetto.

Nel corso del mio ministero le famiglie mi hanno insegnato, direttamente o indirettamente, molte cose. Non garantisco di averle fatte mie ma ci ho provato e vorrei provarci ancora!

Don Alessandro Dussin, Castello di Godego (TV)

 

21-Al servizio della parrocchia

Si partecipa ad un Gruppo Famiglia perché se ne sente il bisogno, come singoli, come coppia e come famiglia. Ma la base di molti gruppi è parrocchiale per cui nasce spontaneo in alcuni, dopo un certo cammino, il bisogno di aprirsi al servizio della comunità cui si appartiene. Questo non è un obbligo, ma una vocazione. In altre parole non è bene che il parroco usi il gruppo come un serbatoio di risorse (ne snaturerebbe la finalità) ma, allo stesso modo, non è bene che le coppie non sentano alcun bisogno di “restituire” i doni che hanno ricevuto.

 

25 anni, ma non li dimostra. Mi sembra ieri… Ascoltavamo Guido Lazzarini, che con entusiasmo, ci proponeva a noi giovani coppie della SS. Trinità, le cose belle che avremmo potuto fare come “gruppi famiglia” nella nostra parrocchia.

Devo dire, che a distanza di anni il suo messaggio è stato recepito. Sono nati i gruppi d’incontro mensili di “revisione e Lectio”, alcuni di noi, come me e Mauro hanno fatto la bellissima esperienza dei campi, nel Veneto poi a Spello, abbiamo partecipato da cuochi a S. Pietro Val Lemina e a Gressoney.

Ricchi di queste esperienze con altre coppie di Nichelino e la collaborazione insostituibile dei mitici coniugi Piccin siamo riusciti ad organizzare un campo sulle nostre montagne, a Richardette in val di Susa. Ora tutto questo fa ormai parte del nostro bagaglio spirituale e umano, ma sentiamo il bisogno di cogliere l’occasione per salutare tutti coloro che abbiamo incrociato in questo percorso della nostra vita. Grazie!

Mauro e Lucia Cristino, Nichelino (TO)

 

La nostra famiglia ha conosciuto i GF durante un campo estivo nel 1997.

Fu un’esperienza molto positiva tanto che ai campi siamo ritornati più volte e sempre ci siamo ricaricate le batterie per tutto l'anno e le amicizie nate durante i campi sono poi proseguite nel tempo. È bello vedere come le nostre vite si incrociano nel nome del Signore e come l'esempio dei ragazzi più grandi faccia breccia nel cuore dei più piccoli.

Per noi coppia è invece importante vedere che le scelte controcorrente fatte sono condivise da altri, è importante non sentirsi soli.

Adesso lavoriamo in parrocchia col nostro gruppo famiglia nato un po’ sullo stile dei GF e i nostri figli sono impegnati in oratorio e nel Progetto Bambini dell'UNITALSI.

Sicuramente per loro è stata una bella palestra avere vissuto i campi estivi come ragazzi prima e come animatori poi.

Ci sentiamo davvero parte della stessa Chiesa anche se veniamo da posti diversi perché vivere esperienze cristiane così forti ci fa solo "allargare la mente" e allontana il rischio di rinchiudersi nella propria comunità.

Loretta e Graziano Consonni, Lissone (MB) (con Ambro, Carlo, Sebi e Desi)

 

In un paese di seimila abitanti cosa hanno fatto per tanti anni cinque gruppi famiglia? Si sono dati da fare!

Ogni anno i singoli gruppi organizzavano incontri “aperti”, allargati a tutta la parrocchia sulle tematiche della formazione cristiana della famiglia, contribuivano all’organizzazione del-la Giornata per la Vita e alla preparazione di un ritiro spirituale per le famiglie in quaresima.

Negli ultimi anni hanno curato alcune iniziative aperte a tutte le famiglie della comunità come: “Le famiglie pregano per i figli”, un’ora mensile di preghiera in chiesa per i figli di tutte le famiglie della comunità, la Via Crucis animata per le famiglie, i venerdì sera di Quaresima in chiesa.

Molti membri dei gruppi famiglia sono stati e sono tuttora individualmente impegnati nel catechismo, nella liturgia, nella redazione di un giornale dell’Unità Pastorale, nelle attività dell’Oratorio o nella solidarietà.

Carla e Corrado Bolla, Candiolo (TO)

 

In occasione del Giubileo del 2000, Fabio ed io abbiamo deciso di trascorrere una vacanza estiva “diversa”, accettando la proposta del giornalino di collegamento, capitatoci provvidenzialmente a casa: così, con i nostri tre figli, siamo partiti alla volta di Gressoney La Trinité, per il nostro primo campo famiglia.

A noi sposi è stata offerta la possibilità di un dialogo serrato e profondo, quasi impossibile nella normale routine, e di un confronto aperto e incoraggiante con altri sposi-genitori, oltre a uno spazio per la preghiera altrimenti impensabile con i bambini.

Il nostro piccolo Bruno proprio lì si è innamorato della musica e della chitarra, suonata nelle serate e nella messa da Gabriele (dieci anni), e tuttora la suona anche lui per accompagnare la liturgia; Ilaria e Paolo, i più grandi, non sarebbero voluti venire via, Paolo quasi piangeva nel partire per tornare a casa!

 

Molti membri dei gruppi famiglia sono impegnati nel catechismo, nella liturgia, nelle attività dell’Oratorio e nella solidarietà.

 

Insomma, ci siamo così appassionati a questo modo di fare vacanza, che l’anno successivo è stata la volta del famoso campo “itinerante” di Spello, sotto la guida di Tony e Valeria. Da lì ci siamo portati a casa lo stile per far crescere spiritualmente l’intera famiglia.

Così, nel 2004, abbiamo portato con noi, a Sauze d’Oulx, una coppia di amici della parrocchia, dopo aver fatto loro sperimentare un primo tentativo di campo auto-riprodotto, durante il ponte di San Giovanni.

Il risultato è stato che l’anno successivo i giorni del nostro campo sono passati da tre a sette, e con un maggior numero di famiglie coinvolte!

Da allora le nostre esperienze estive parrocchiali si sono susseguite ogni anno, pur con alcune variazioni nello stile. La partecipazione ad esse si è poi estesa grazie ai nostri sacerdoti Salesiani, molto sensibili al tema famiglia.

Cosa ci siamo portati a casa? Il ricordo dei team di eroici e capaci organizzatori, ma soprattutto di splendide figure di sacerdoti, che si sono messi in gioco… “giocandosi” le ferie, per manifestarci, è il caso proprio di dire “sul campo”, la possibilità e la bellezza della sinergia dei “due sacramenti per la missione”, l’Ordine sacro e il Matrimonio.

Che bello! Cosa dire se non grazie?

Elda e Fabio Andreuccetti, Scandicci (FI)

 

I tanti anni di cammino all'interno dei gruppi famiglia ci hanno reso consapevoli che i doni che avevamo ricevuto andavano messi a frutto e condivisi. Così, quando ci hanno proposto di diventare animatori, o meglio, coppia accompagnatrice dei fidanzati abbiamo accettato. All'inizio abbiamo vissuto l'esperienza con la consapevolezza di non essere all'altezza del compito che sentivamo nuovo e richiedeva molta responsabilità.

Relazionarsi con degli adulti che si sentivano obbligati a fare il corso per ottenere l'attestato da consegnare al parroco non è cosa semplice.

Abbiamo incontrato moltissime coppie in questi anni, coppie convinte di sapere tutto, coppie conviventi sicure di poter insegnare agli altri e infine coppie che, con serenità, hanno fatto con noi un bel percorso insieme.

Le giovani coppie hanno bisogno di fiducia e di vedere coppie che ce la fanno ad essere felici, che non si sfasciano di fronte alle difficoltà, ma che sanno anche ritrovarsi dopo le bufere. Hanno bisogno di capire che si possono superare i momenti difficili. Hanno bisogno di coppie che sappiano mettere in luce quelle tematiche che sono fondamentali, come il dialogo, il confronto, il rispetto, il perdono e la preghiera insieme.

Fiorenza Bottero, Castelfranco Veneto (TV)

 

22-Al servizio della diocesi e della Chiesa

La Chiesa non sono solo le parrocchie ma anche le diocesi. Ogni diocesi ha ormai un Ufficio Famiglia in cui i laici possono essere chiamati a d assumere ruoli di responsabilità.

Anche in questo contesto i Gruppi Famiglia possono fare esperienza di servizio. E, guardando oltre, si può collaborare anche con la Conferenza Episcopale Italiana, senza dimenticare le iniziative della Chiesa Cattolica.

 

Era il 1995 quando l’anziano parroco di Roletto ci invitò a una serata con una coppia di sposi disposti ad accompagnare altri sposi in un cammino di fede. Fu così che alcuni sposi, delle parrocchie di Roletto, Cantalupa e Frossasco, in provincia di Torino, avviarono un piccolo gruppo famiglia.

La condivisione, i suggerimenti, il porsi sullo stesso respiro spirituale coagulò poco alla volta in noi il senso della fraternità: ci sentivamo Chiesa! La coppia guida, dopo due anni di percorso insieme, ci lasciò. Da allora cominciammo a camminare da soli.

A turno ci incaricammo di guidare in coppia il gruppo. Questa coppia prendeva a cuore l’organizzazione degli incontri, sentiva i parroci per la disponibilità dei locali, ricordava alle altre coppie gli appuntamenti, si preoccupava della presenza dei figli agli incontri. A poco a poco il gruppo silenziosamente cresceva… non in numero, ma alla maniera di Dio!

Dopo due anni uno dei membri, cominciò a frequentare la scuola per il diaconato, contemporaneamente la casa editrice Effatà, fondata proprio in quegli anni da una coppia del gruppo, prendeva il largo curando gli scritti dei Padri missionari della Consolata.

Iniziammo a sentire il bisogno di esperienze più profonde. Fu così che a partire dal 1998 e fino al 2003 partecipammo a settimane di spiritualità organizzate dall’Ufficio Famiglia della CEI.

Intanto, nel 2001, il Vicario generale del Vescovo ci aveva incaricato, insieme ad altri laici e coppie della diocesi di Pinerolo, di costituire l’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare.

Tra il 2003 e il 2006 fummo sempre più coinvolti nel servizio all’Ufficio di Pastorale Familiare, che oggi è una stabile e ricca realtà della nostra diocesi. Risale a quegli anni la Scuola dei Gruppi Famiglia, proposta a livello diocesano da Anna e Guido  Lazzarini, che fu seguita da numerose coppie e permise la costituzione di altri gruppi famiglia all’interno della diocesi.

Ora, per problemi di famiglia, ci siamo un po’ defilati, anche il gruppo originario non c’è più.

Noi, comunque, siamo stupiti e riconoscenti per quanto il Signore ha fatto in noi e attorno a noi!

Fabrizio e Mariangela Franco, Roletto (TO)

 

Per noi tutto è incominciato intorno al 2000, quando siamo stati invitati dal nostro parroco ad un incontro in parrocchia e lì abbiamo conosciuto Guido Lazzarini.

Incuriositi e attratti dall’argomento “famiglia” che fino ad allora non era mai stato molto trattato, abbiamo deciso di partecipare al campo estivo di Gressoney La Trinitè.

I nostri due figli, che allora erano adolescenti, hanno fatto di tutto per dissuaderci affermando che non volevano assolutamente partecipare.

Siamo partiti ugualmente e alla fine della settimana... piangevano, perché non volevano tornare a casa.

Adesso, a distanza di anni, la vita ci ha portati a trasmettere lo stesso amore per la famiglia anche nell’ambito della Famiglia Salesiana di cui siamo parte attiva. Tre anni fa è partito il primo Campo Famiglie a Gressoney Saint-Jean/località Woald con 5 famiglie partecipanti, l’anno dopo eravamo sette , lo scorso agosto eravamo in 17 famiglie.

Quest’anno continueremo a portare avanti questo nostro sogno che è iniziato quasi per gioco.

Antonella e Angelo Pultronaggio, Vercelli

 

Impegni negli Uffici Famiglia diocesani, con i Salesiani, partecipazione alle iniziative CEI e della Chiesa per la famiglia.

 

Come coppia sentivamo il bisogno di trovare una realtà che ci aiutasse a crescere e scoprire la bellezza del nostro matrimonio cristiano, del nostro essere famiglia cristiana, e i Gruppi Famiglia sono stati la risposta che cercavamo.

Incoraggiati dall’esperienza dei GF, abbiamo portato, tempo addietro, la proposta dei Gruppi Famiglia nella nostra parrocchia di Pinerolo: da un primo gruppo ora siamo diventati tre, rendendo partecipi, anno dopo anno, le coppie più giovani.

Quando cammini col Signore succede che ti chieda sempre più coinvolgimento e così è stato per noi, dapprima con la responsabilità dell’Ufficio pastorale diocesano della famiglia e poi del collegamento dei GF.

Il collegamento GF ci ha aiutati a condividere le nostre esperienze con quelle di molte altre famiglie in Italia, tramite i campi estivi che sono stati sempre un appuntamento importante, per crescere nella fede, per ricaricarci di energie ed idee nuove.

Ricordiamo con particolare emozione il Family 2012 a Milano ed il campo che dell’agosto 2013 siamo riusciti a realizzare a Medjugorje e che è stata per tutti i partecipanti un’occasione di intensa preghiera e spiritualità.

Essenziale è la dimensione della restituzione; questo concetto è sempre molto presente nella filosofia dei GF: se non ci fosse stata questa restituzione del bene ricevuto, l’esperienza delle coppie fondatrici non sarebbe andata avanti per così tanto tempo. Invece in questi 25 anni molti si sono dedicati con passione e gratuità a far sì che questo cammino continuasse. Con riconoscenza pensiamo a tutte queste persone che sono state e sono per noi un esempio di dedizione ed una testimonianza di vera e profonda fede.

Infine riteniamo che le linee guida dei Gruppi Famiglia siano quanto mai attuali: formazione, preghiera e collegamento, pilastri che danno speranza ad una società annichilita dai fallimenti e dalle problematiche familiari.

La Chiesa ha immensamente bisogno del nostro impegno e della nostra disponibilità per crescere insieme nelle comunità e nei gruppi, affinché ci possano riconoscere, come i primi cristiani, da “quanto ci amiamo”.

Nicoletta e Corrado Demarchi, Pinerolo (TO)

 

IL 26 e il 27 ottobre 2013 abbiamo vissuto un'esperienza bellissima: il pellegrinaggio mondiale delle famiglie nell'anno della fede sulla tomba di Pietro. È stato bello condividere il desiderio di tante famiglie di vivere quest'esperienza.

Oltre al piacere del ritrovarsi in Piazza San Pietro in quelle due giornate ed i momenti di riflessione e festa donatici dal Santo Padre, portiamo ancora nel cuore il piacere, condiviso con altre coppie di aver accolto nelle nostre case romane famiglie sconosciute provenienti da lontano con naturalezza e semplicità.

Abbiamo potuto vivere di persona cosa vuol dire la parola "collegamento" tra Gruppi Famiglia: famiglie che pur provenendo da realtà diverse, ognuna con un proprio percorso, si riconoscono unite dalla consapevolezza di essere una grande famiglia di famiglie, la Chiesa.

Antonio e Maria Grazia Luca, Roma

 

23-Che cosa è rimasto

Non sempre la proposta dei Gruppi Famiglia riesce a mettere radici.

D’altro canto la spiritualità familiare ha tante sfaccettature e le esigenze delle famiglie sono molto variegate. Ma per chi passa dalla nostra esperienza resta sovente una vena di rimpianto.

 

Se abbiamo partecipato ai gruppi famiglia dobbiamo ringraziare Maria Rosa e Franco Fauda per averci invitati: loro sono stati un po' il nostro Mentore.

Siamo stati alla scuola a Moretta e siamo cresciuti come coppia e genitori anche grazie all'aiuto di docenti come Anna e Guido Lazzarini; inoltre è stato importante conoscere e condividere il nostro cammino di coppia e di genitori con altre coppie e constatare che le problematiche erano molto simili.

Ad Airasca sono nati tre gruppi famiglia che poi col tempo si sono sciolti.

Momenti toccanti ed importanti sono state le settimane dei campi perché abbiamo beneficiato dell'amicizia tra noi coppie, della condivisione delle giornate con profitto e gioia sia per noi sia per le nostre figlie.

Vogliamo qui ricordare, oltre agli amici del nostro gruppo, Maria Rosa e Franco, Renato e Caterina Baretta per la loro disponibilità ad accoglierci a casa loro mensilmente e per diversi anni a pregare la lectio divina con altre coppie della zona.

Speriamo di trovarci ancora, anche se sporadicamente, perché ogni volta è per noi una grande gioia.

Giovanna e Michelangelo Nota, Airasca (TO)

 

Purtroppo il nostro gruppo non esiste più ma speriamo che l’esperienza riprenda.

 

L’adesione ai GF è iniziata quando eravamo ancora fidanzati. Gli incontri consistevano in un confronto fra noi a partire dalla Parola di Dio ed erano l’occasione per scavare a fondo nel nostro rapporto sentendoci allo stesso tempo amati dalla Chiesa che ci circondava.

Siamo partiti che eravamo piuttosto giovani e abbiamo affrontato insieme a degli amici e compagni di fede alcuni passaggi fondamentali della nostra vita a due: il matrimonio, la nascita ravvicinata dei nostri primi due figli e il conseguente “terremoto” che ne è seguito. Abbiamo inoltre avuto la fortuna di incontrare nel sacerdote che aveva dato avvio al gruppo la nostra guida spirituale che tuttora ci segue ed incoraggia.

È stato per noi un periodo molto intenso e significativo, reso ancora più importante dalla partecipazione a qualche campo estivo e dalla conoscenza di coppie di sposi provenienti da altre realtà. È stata inoltre la molla per prendersi qualche piccolo impegno in parrocchia: nel Consiglio pastorale, nella catechesi e come supporto alla scuola materna.

Attualmente i GF non esistono più nel nostro paese, ma resta il desiderio, forse inespresso ma sicuramente diffuso, di non chiudersi nelle proprie mura domestiche e di tornare ad una Parola che illumini il percorso delle coppie e delle famiglie. Il nostro nuovo parroco ha più volte ribadito la bellezza di un simile cammino e noi speriamo davvero che l’esperienza riprenda…

Paola e Federico Fornasier, Ceggia (VE)

 

Ricordiamo quasi con emozione i primi passi nei Gruppi Famiglia della nostra coppia: i primi incontri alla scuola di Anna e Guido all’Istituto Piccola Betania di Vicoforte Mondovì; la visita a casa del vicario zonale, don Giacomo, che ci invitava da lui insieme ad altre famiglie per cercare di far partire anche da noi un gruppo famiglia; il primo campo scuola organizzato da Céline e Paolo Albert con i primi due dei nostri quattro figli ancora piccolissimi; la carica d’entusiasmo che ci portavamo a casa ogni anno dopo il campo scuola e la voglia di comunicare agli amici, al parroco, alla comunità intera la bella esperienza vissuta.

Purtroppo il nostro gruppo non esiste più. In diocesi, nonostante ben due scuole tenute da Anna e Guido, è rimasto ben poco e di questo ci rammarichiamo: forse non abbiamo fatto abbastanza, non abbiamo saputo essere vicino alle coppie giovani e meno giovani, forse sono cambiate le esigenze delle nuove coppie e il loro modo di rapportarsi agli altri e alla Fede.

Ci rimangono nel cuore tanti bei momenti, è stato un periodo importante della nostra vita, fondamentale per la nostra crescita individuale e di coppia, che ci ha permesso di aprirci al servizio sia in diocesi sia in parrocchia.

Isabella e Stefano Tomatis, S. Michele Mondovì (CN)

[Per un imperdonabile errore nella foto dei Tomatis è stato estromesso un figlio, ce ne scusiamo con la famiglia]

 

Circa un quarto di secolo fa, una domenica dopo la Messa, un conoscente ci invita ad un incontro programmatico per la nascita di Gruppi Famiglia nella nostra zona, i relatori sono una coppia che arriva da Torino.

Incontriamo Anna e Guido Lazzarini: amore a prima vista!

Iniziamo la scuola: entusiasmante!

Impariamo: a pregare "Lectio Divina", il confronto con altre famiglie, aprirci agli altri e alle loro necessità.

Ben presto ci ritroviamo responsabili di gruppo. Per più di un decennio prestiamo servizio per le varie necessità dei gruppi non solo nella nostra zona: sostegno e nascita nuovi gruppi, organizzazione campi estivi e invernali con diverse mansioni.

Cosa ci portiamo a casa? La convinzione che per poter essere noi stessi è necessaria l'apertura all'altro chiunque esso sia, portando le nostre competenze e i nostri talenti.

Giulia e Pino Rossi, Oleggio Castello (NO)

 

24-Ci accompagnano dal Cielo

Venticinque anni sono tanti e la vita fa il suo corso. Chi ci ha seguito in questi anni è consapevole che tante cose sono cambiate, non solo nel mondo ma anche in lui e nella sua famiglia: sono arrivati nuovi figli, si è diventati nonni, si è cambiato lavoro, si è andati in pensione, si sono dovute affrontare malattie e lutti. Impossibile ricordare qui tutti coloro che ci hanno preceduto in Cielo, ci limitiamo a poche persone che, in modo diverso, abbiamo sentito vicine.

 

Dopo tanti anni di amicizia e condivisione profonda di esperienze di preghiera, di Lectio e di campi con Renato Baretta, non potevamo esentarci dal commentare il grande esempio di cristianità che ci ha regalato lungo la sua vita, anche negli ultimi mesi della dolorosa malattia.

Lui e sua moglie Caty ci aiutavano nel seguire le coppie nella Lectio Divina, entrambi hanno dato un contributo importantissimo alla formazione sul campo di interi Gruppi Famiglia.

Era nei Campi Scuola che si apprezzavano le doti pratiche di cui Renato era un esperto, senza tante parole sapeva trovare la soluzione al pasto da preparare, o al mal funzionamento di una caldaia.

Negli ultimi due anni aveva pregato di poter sopravvivere per vedere la sua nipotina che stava per nascere in Australia, ed ora ripeteva sempre che il Signore era grande perché non solo gli aveva concesso quella grazia ma gli aveva regalato la gioia di un genero come Marco e del bellissimo nipotino Gregorio.

A chi lo andava a trovare, finché le forze gliel’hanno consentito, regalava sempre un sorriso e una buona dose di serenità, invariabilmente ripeteva che non era da solo a sopportare il dolore fisico o la consapevolezza della fine imminente, perché Gesù gli dava un aiuto considerevole. Io, che vivo in mezzo alla sofferenza, ho constatato una volta di più di come il Signore l’abbia illuminato fino alla fine.

A questo proposito mi ha molto colpito ciò che sua figlia Enrica ci ha confidato al suo funerale: “Quando papà ha scambiato con me il segno di Pace, durante l’ultima messa celebrata in casa, mi ha esortato a stare tranquilla che Lui era già nella Pace, perché sentiva che il Signore era con Lui”.

Quanti di noi avrebbero il coraggio di vivere così la malattia? Quanti avrebbero la Fede che Lui aveva? Quanti vivrebbero il trapasso con le musiche di Taizè in sottofondo, esalando l’ultimo respiro in sordina, per non disturbare?

Ciao Renato veglia su di noi, sui tuoi cari, e sui Gruppi Famiglia che tanto hai amato!

Maria Rosa Tonda, Airasca (TO)

 

Abbiamo conosciuto Caterina e Silverio al campo invernale di Betania (Mondovì) nell’inverno del 1990. Erano con loro due ragazzi, di cui uno sordomuto, che avevano in affido. Erano di Roma ma la distanza non li aveva spaventati.

Oltre ad occuparsi di ragazzi in difficoltà collaboravano con il movimento Incontro coniugale, la prima versione di quello che sarebbe poi diventato Incontro matrimoniale.

L’ultima volta che li abbiamo incrociati è stato a Spello nel 2000, con loro avevano una bellissima bimba di origini gitane.

Caterina diceva che per lei i campi estivi erano come una boccata di ossigeno: con quello che riceveva riusciva ad andare avanti per tutto l’anno. A inizio anno Silverio ha telefonato a Toni e a noi affranto per comunicarci che era mancata. Siamo però sicuri che ci è ancora vicina come lo è al caro Silverio.

Noris e Franco Rosada, Torino

 

Dopo circa quindici anni di matrimonio a mio marito è stato diagnosticato un tumore che l’ha portato via dopo circa due anni e mezzo di malattia. È stato difficile, ci siamo sentiti impotenti: allora abbiamo scelto di abbandonarci al Signore e così non ci siamo mai sentiti soli.

La Sua presenza si è manifestata anche attraverso gli amici del G.F. che si sono rivelati un sostegno im-portante. Il viaggio nella sofferenza è stato lungo, ma loro ci hanno aiutato, ci hanno accompagnato, hanno camminato con noi. Non ci siamo mai sentiti soli. Inutile dire quanto ci sono stati vicini.

Forse anche attraverso loro il Signore si è manifestato a noi. Sono passati quasi nove anni da quando Giuseppe non c’è più, ma io faccio ancora parte del G.F. perché tanto mi ha dato e tanto continua a darmi anche da vedova.

Marilena Cavarzan, Fanzolo di Vedelago (TV)

 

25-L’INCONTRO DI COLLEGAMENTO

Ronco Briantino (MB), sabato 25 aprile 2015

 

a cura di Roberto Vescovo

La segreteria del Collegamento tra Gruppi Famiglia ha affrontato i temi che ci attendono questa estate: la festa a Treviso per i 25 anni della rivista, i campi estivi, le attività nelle diverse regioni.

Il calendario aggiornato dei campi lo trovate qui a fianco, la presentazione della festa per il venticinquesimo la trovate nella pagina successiva, le attività sono state presentate, man mano che erano annunciate, sul sito dei Gruppi Famiglia.

Quindi, in questo contesto, mi vorrei soffermare su alcune questioni di fondo su cui la segreteria si è confrontata.

 

Gruppi Famiglia e Collegamento

I GF sono una realtà aperta alle parrocchie e alle diocesi e la rivista che curano è nata e opera come strumento per favorire la condivisione delle esperienze. I gruppi, in concreto, non sono “cloni” di un modello base ma riflettono le realtà che li esprimono; nei gruppi troviamo famiglie con varie caratteristiche, diverse età ed esperienze, anche se tutti fanno riferimento ad un metodo e ad uno stile.

Siamo convinti che questa impostazione funzioni, sia per i giovani, che guardano al futuro, sia per i meno giovani, che colgono la continuità delle esperienze fatte e vengono rassicurati in questa fase di trasformazione della società.

Nel Collegamento le decisioni sono condivise, non vi sono strutture di tipo verticale, ma solo orizzontale, perché si condivide uno stile e un ideale: la famiglia. Il collegamento è quindi una marcia in più per superare le difficoltà, per sentirsi in comunità con gli altri, condividendo esperienze di vita e soprattutto di fede.

 

Uno sguardo sulla Chiesa

I Gruppi Famiglia hanno sempre avuto una certa difficoltà a trovare sacerdoti e religiosi/e che li affiancassero nel loro cammino, accettando di essere credenti che camminano insieme ad altri credenti e non “maestri”. Oggi questo problema si è acuito per la progressiva diminuzione dei sacerdoti.

Un elemento che si coglie è che i parroci non solo non hanno tempo per le famiglie, ma sovente non hanno presente i “tempi” delle famiglie.

Sarebbe molto bello che le settimane estive potessero diventare occasione di “formazione” non solo per i sacerdoti ma anche per i seminaristi: certe esperienze “familiari allargate” potrebbero essere formative come lo sono i corsi in seminario e il servizio nelle parrocchie.

 

26-CAMPI 2015

Calendario definitivo

 

19-26 luglio, San Giovanni di Spello (PG)

Tema: L'amore è nel nostro cuore.

La scommessa dell'amore in famiglia.

Relatori di alcune comunità umbre.

Org.: Colleg. Gruppi Famiglia.

Info: Antonella e Renato Durante, 0423 670886, ren-anto@libero.it

 

26 luglio - 2 agosto, San Giacomo di Entraque (CN)

Tema da definire.

Relatore: Angelo Fracchia, biblista

Org.: Diocesi di Cuneo.

È possibile partecipare anche al solo week-end finale.

Info: Angela e Tommy Reinero, 347 5319786, tommy.angela@libero.it

 

6-9 agosto, Mormanno (CS)

Tema e relatori da definire.

Minicampo di 4 gg con posti limitati.

Org.: Gruppo Famiglia di Rende.

Info: Letizia e Livio Guida, 328 3542287, livio.it@gmail.com

 

9-16 agosto, Sant'Angelo in Vado (PU)

Tema: L'amore O.M.G. (ogni giorno migliore). Coltivare gli atteggiamenti dell'amore.

Relatori di varie comunità.

Sacerdote: don Fabio Ercoli.

Org.: Colleg. Gruppi Famiglia.

Info: Ernesta e Gianprimo Brambilla, 039 6079037, ernesta.gianprimo@-gmail.com

 

16-21 agosto, Chiappera (CN)

Tema: Il cammino umano e cristiano della famiglia.

Dalla debolezza al Dono.

Relatori: Nicoletta e Davide Oreglia e altri.

Sacerdote: don Beppe Viglione

Org.: Diocesi di Mondovì.

Info: Daniela e Gian Paolo 339 1541258 gian.paolo.bassorayi@ali-ce.it

 

16-23 agosto, Voltago Agordino (BL)

Tema: Imparate da me che sono mite e umile di cuore.

Relatori: Gabriella Del Signore e Francesco Desirò.

Sacerdote: Padre Francesco Pellizzer.

Org.: Colleg. Gruppi Famiglia.

Info: Valeria e Tony Piccin, 0423 748289, segninuovi@alice.it

 

16-23 agosto, Bessen Haut (TO)

Tema: La famiglia comunità di vita e di amore.

Relatori in via di definizione.

Org.: Diocesi di Pinerolo (TO).

Info: Nicoletta e Corrado Demarchi, 0121 77431, curra@email.it

 

16-23 agosto, Castelmagno (CN)

Tema: La famiglia cristiana oggi. Sfide e opportunità.

Relatori in via di definizione.

Org.: Colleg. Gruppi Famiglia.

Info: Daniela e Massimiliano Mora, 0173 679855, daniemassi2001@-libero.it

 

20 settembre, Treviso

Incontro di collegamento nazionale per i 25 anni della rivista e in preparazione al Sinodo ordinario sulla famiglia. Tutti i dettagli a pag. 28.

 

Il calendario, aggiornato in tempo reale, è consultabile sul sito: www.gruppifamiglia.it cercando, nella home page, tra le notizie in evidenza.

 

27-Vi aspettiamo tutti a TREVISO!

Cinque x Cinque = Venticinque anni

 

25 è il numero magico che vogliamo festeggiare il 20 settembre 2015.

25 indica il passaggio da una generazione all'altra, e oggi, come Maria, magnifichiamo il Signore per le meraviglie che con noi e per noi ha realizzato.

L'appuntamento è idealmente in sintonia con il cammino della Chiesa tra i due sinodi dedicati alla famiglia e l'incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia (USA).

Sarà l'occasione per fare festa con lo stile semplice delle famiglie e per scorrere insieme quanto in questi anni abbiamo vissuto nelle nostre realtà a servizio della chiesa locale.

Siamo cresciuti insieme, abbiamo affrontato sfide nuove, aperto cantieri che altri hanno continuato; oggi dobbiamo rispondere alla sfida che la post-modernità ci pone.

L'amore è la nostra missione, slogan di Philadelphia, riassume l'urgenza di testimoniare la gioia e la bellezza di essere famiglia oggi per rendere credibile quel sogno di Dio manifestato in Adamo ed Eva.

A Treviso vogliamo ci sia un tempo per far festa con tutti, anche i più piccoli cui dedichiamo uno spazio con i loro disegni e opere; un tempo per ripercorrere questi anni di servizio e di pastorale familiare con le riflessioni di Nicoletta e Davide Oreglia; un tempo per celebrare l'Eucarestia che esprima il grazie grande che ci nasce dal cuore.

A tutti vorremmo giungesse il messaggio che la dimensione delle famiglie abbraccia il mondo, si fa premurosa accoglienza e vicinanza anche con la preghiera.

Ci saremo tutti, perché la preghiera ci farà sentire uniti e un’unica cosa con la Chiesa e con ogni persona e famiglia.

Vi aspettiamo con gioia immensa,

Renato e Antonella con Tobia, Giordano, Giorgia e Anna.

 

28-Per approfondire la storia dei Gruppi Famiglia (Redazione)

 

- Ass. Formazione e Famiglia, Gruppi Famiglia, speciale n. 50, 15 anni di servizio, Torino 2005

- Ass. Formazione e Famiglia, Gruppi Famiglia, n. 70, 20 anni insieme, Torino 2010

- Ass. Formazione e Famiglia, I Gruppi Famiglia, una realtà da vivere e scoprire, Torino 2007

- Ass. Formazione e Famiglia, Per crescere come coppia e come famiglia, Torino 2004

- Ass. Formazione e Famiglia, Raccontando i campi estivi, Torino 2013

 

 

29-Di generazione in generazione (Lc 1,5a)

25° COLLEGAMENTO GRUPPI FAMIGLIA

TREVISO, Domenica 20 settembre 2015

 

PROGRAMMA:

ore 9,30 accoglienza

ore 10,00 preghiera

ore 10,15 saluti della coppia responsabile del Collegamento: Antonella e Renato Durante.

ore 10,30 La bellezza dei Gruppi Famiglia. Chiesa che si muove, famiglie in cammino.

Relatori: Nicoletta e Davide Oreglia, corresponsabili del Centro famiglia della diocesi di Mondovì, collaboratori dell'Ufficio Nazionale di Pastorale familiare della CEI.

ore 12,00 Santa Messa presieduta da mons. Giancarlo Grandis, vicario episcopale per la cultura della diocesi di Verona, collaboratore dell'Ufficio nazionale di pastorale familiare della CEI.

ore 13,00 Pranzo condiviso

Ore 14,30 Condivisione e festa con tutte le famiglie.

Ore 16,00 Conclusione

 

NOTE TECNICHE

L’incontro si terrà presso l’Istituto Madonna del Grappa (Suore Canossiane) - viale Europa, 20 - 31100 Treviso

Per chi arriva in auto: autostrada A27, uscita Treviso Nord. Per chi arriva in treno: stazione Treviso Centrale. Navetta auto su richiesta. Per chi arriva da lontano o per chi lo desidera, è prevista l’ospitalità per la notte di sabato 19 settembre e domenica 20 presso le famiglie della zona.

Non mancherà la mitica animazione per bambini e ragazzi a cura dei nostri animatori.

 

PRANZO

Sarà un momento di condivisione tipo buffet, si invitano tutte le famiglie partecipanti a portare bevande e specialità culinarie (primi, secondi, frutta, dolci) per poterle condividere con gli altri partecipanti. All'arrivo il cibo verrà consegnato a persone incaricate che prepareranno il tutto opportunamente. Non ci sarà la possibilità di cucinare in loco.

Piatti, posate, bicchieri, tovaglie, ecc. saranno forniti dagli organizzatori del convegno.

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Antonella e Renato Durante, 0423 670886 - 348 55 58 619 (Renato) - 333 88 39 945 (Antonella) - mail: ren-anto@libero.it

Per ulteriori nformazioni: www.gruppfamiglia.it

 

GF78 Extra

Queste che seguono, sono le testimonianze originali che abbiamo ricevuto e che, per ragioni di spazio, in molti casi, abbiamo dovuto ritagliare e/o sintetizzare (e in pochi casi non abbiamo potuto pubblicare).

 

A-Le origini a Rimini

 

Conosciamo Anna e Guido da quando abitavano in Romagna.

Agli inizi degli anni '70, con un piccolo gruppo di fidanzati, ci si incontrava per un cammino di preparazione al matrimonio.

Noi e gli altri partecipanti al gruppo man mano ci siamo sposati, Anna e Guido si sono trasferiti a Torino.

A Rimini abbiamo continuato ad incontrarci nelle case delle giovani famiglie; è stato un periodo difficile, ma che ci ha aiutato a crescere nell'amicizia.

L'esigenza di riprendere un cammino di fede e soprattutto la necessità di avvicinarci seriamente alla Bibbia (il Concilio Vaticano II era terminato da pochi anni) ci hanno portato a continuare gli incontri guidati da un giovane sacerdote.

L'esperienza è continuata per diversi anni. Il gruppo iniziale ovviamente si è modificato, alcune coppie nuove sono entrate e coppie vecchie sono uscite; anche noi ad un certo punto abbiamo abbandonato il gruppo per gli impegni in diocesi e per seguire i nostri figli in parrocchia.

A Torino Anna e Guido hanno vissuto varie esperienze e ci hanno invitato a conoscerle negli incontri di Castelnuovo Fogliani.

È sempre stato bello dialogare con loro e da due vulcani in continua eruzione come Anna e Guido non potevamo che aspettarci qualche novità: dopo qualche anno di servizio nei CPM, inventano i Gruppi Famiglia!

Abbiamo partecipato al campo estivo di Castello Tesino nel 1990 insieme ai nostri figli.

Continuiamo ora a seguire attraverso la rivista di collegamento il lavoro dei Gruppi Famiglia e siamo sempre vicini col cuore ad Anna e al “ragazzo” Guido.

Agostino e Carmen Palumbo

 

B-I CPM

 

Abbiamo preso coscienza della profondità e della bellezza del matrimonio cristiano dopo oltre 20 anni di vita coniugale vissuti lontano dalla Chiesa, segnati anche da difficoltà e crisi molto gravi.

La nostra esperienza di vita ci ha permesso di capire, dopo il nostro ritorno alla Chiesa e a Dio, quanto fosse importante aiutare le giovani coppie a scoprire le bellezze dell’amore nuziale, della meraviglia della vita che nasce e cresce in una famiglia cristiana.

Ci siamo resi conto che le giovani coppie andavano aiutate in questo percorso, considerando gli ostacoli che si frapponevano continuamente, in questo tempo, per vivere il Matrimonio in ottica cristiana e abbiamo messo a frutto anche le esperienze e conoscenze acquisite nel corso della nostra vita.

Abbiamo cominciato un nostro percorso di formazione con il CPM sin dal 1988, in seguito ad un incontro con Guido e Anna Lazzarini, dopo un campo estivo a Nebbiù in provincia di Belluno, dove abbiamo vissuto con la loro guida una bella e intensa settimana di esperienza formativa per tutta la famiglia.

Subito dopo, con don Mario Taverna parroco di Borgaretto, un paese alla periferia di Torino, abbiamo iniziato i corsi di preparazione al matrimonio e incontri per giovani coppie, mettendoci con loro in ricerca e in discussione per conoscere e vivere sempre di più il matrimonio-sacramento e stimolarle a riflettere sul significato della relazione che stanno costruendo e come migliorarla in vista di una unione da “costruire per sempre”.

Il CPM di Torino, sin da allora, ci ha dato stimoli e conoscenze importanti, soprattutto grazie all’amicizia di Guido e Anna Lazzarini, a cui siamo grati per la loro disponibilità, competenza e la testimonianza di vita cristiana. In seguito, sono state molte le occasioni d’incontro e di formazione avute con il CPM, (anche le dispense che utilizziamo oggi nei nostri corsi di preparazione al matrimonio a Pralormo con il parroco don Mattia Fogliato, sono sempre profondamente ispirate a quelle del CPM e questo sin dal 1988).

Giuliana e Ilario Dal Ben

 

Genova, 19 marzo 2015

Caro Franco,

Ti scrivo volentieri queste poche righe relative all’esperienza, sia pur breve, che ho assaporato, con mia moglie Manuela, nei gruppi famiglia per l’amicizia, e non solo, che vi abbiamo trovato.

È partito da Toni e Valeria Piccin il nostro incontro con i gruppi famiglia in quel di Salice d’Ulzio durante un campo estivo.

È stato facile inserirsi nello spirito del gruppo che ci ricordava alquanto quello degli incontri allargati dei CPM; con forse una valenza in più perché erano nuclei familiari, e non solo coppie, a vivere in spirito di amicizia e di preghiera comunitaria.

Oggi la partecipazione dei figli a questi incontri, nel tempo in cui si tenta di sfilacciare la famiglia, cambiandone i connotati, ci sembra sia un’ottima scelta per riaffermare l’unicità, come voluta da ns Signore, in quanto unico, vero, importante tassello del mosaico umano.

Grazie Franco per l’impegno vostro e di tanti altri in questo importante settore.

Mia moglie ed io svolgiamo ormai la funzione di nonni che cercano ancora di trasmettere ai figli (3) e nipoti (5) la bellezza dello “stare insieme” per camminare con altri verso ns Signore “ut unum sint”; cosa che fa tremare le vene e i polsi ma con il suo aiuto si può fare.

Ciao,

Manuela e Lelio Blangetti, Genova

Già presidenti nazionali dei CPM

 

Siamo da trentacinque anni in Equipe Notre Dame, praticamente da quando ci siamo sposati. Il carisma del nostro Movimento sta in un cammino di coppia tra le coppie, che si apre spesso all’attenzione e all’accompagnamento a sposi e fidanzati. E così, da qualche anno, sotto “pressante” invito di don Pino, il nostro parroco, ci occupiamo degli incontri di Preparazione al matrimonio e del Gruppo Famiglia.

Abbiamo trovato un terreno fertile nelle coppie della parrocchia che si sono subito unite a noi per formare un gruppo di una decina di sposi con i quali mensilmente ci incontriamo cenando insieme, pregando e svolgendo un tema scelto ogni anno, come il cammino verso Milano nel 2012, le schede sulla famiglia della nostra diocesi lo scorso anno, o quella miniera pastorale che è l’Evangelii Gaudium, quest’anno.

Abbiamo forse inizialmente portato un po’ della nostra esperienza di “équipe” nei gruppi che si sono formati (i giovani con bambini, e babysitteraggio, la domenica, e i “senior” il lunedì sera), ma poi il bisogno di scambio e condivisione tra le coppie ha motivato ognuno nel farsi carico degli incontri, in un bellissimo avvicendamento di preparazione, proposte, conduzione.

Dopo un primo slancio iniziale ci siamo chiesti come coinvolgere altre coppie, quelli della Messa domenicale, ma anche i genitori del catechismo. Madri sole, talvolta, o genitori risposati, o in crisi. Sono spesso genitori incuriositi dalla possibilità di comunicare, di raccontarsi, di aiutarsi: ma è difficile rompere il ghiaccio.

Le tattiche per “uscire” e avvicinare gli altri sono state diverse: dall’invito personale, all’aperitivo dopo le messe, al coinvolgimento dei genitori del catechismo, di cui le giovani catechiste, spose del gruppo famiglia, si fanno carico con entusiasmo. Dopo Pasqua il gruppo famiglia “originario” proverà a formare un altro gruppo: i giovani sposi  degli ultimi Incontri per fidanzati (abbiamo tutte le email...), ai quali proporre di camminare insieme, in un cammino di coppia, e confrontandosi con gli altri. Contro ogni rischio di chiusura post matrimoniale.

Daniela e Claudio Solenghi

[Articolo non pubblicato perché “fuori tema” (i Lazzarini non hanno mai partecipato alle END), la foto del gruppo è stata pubblicata a pag. 3]

 

C-Gli inizi del cammino dei Gruppi Famiglia

 

Non è così semplice dire qualcosa sulla genesi e lo sviluppo dell’esperienza estiva per famiglie (qualcuna in passato anche invernale) perché, come ogni realtà, è stato un vissuto maturato lungo il cammino. Davvero camminando si apre la strada!

Dapprima una breve esperienza sotto le tende nel 1983, poi in una baita di montagna nella quale si ebbe il coraggio di ospitare, tra piccoli e grandi, anche più di 100 persone in due enormi cameroni ex fienili. Intervennero a quel tempo a dare delle idee di base anche i coniugi Anna e Guido Lazzarini. In seguito, dopo alcuni anni, in una vera e propria casa alpina che finalmente aveva dei bagni comuni in ogni piano, non più in un box di lamiera in mezzo al prato. Al momento attuale si usano abitazioni ben più dignitose e confortevoli.

Anche l’esperienza di S. Giovanni di Spello ebbe un inizio fortuito e piuttosto curioso. Ci fu chi passò qualche giorno in quella casa e, di ritorno, sentenziò che lì era impossibile fare una qualsiasi attività con le famiglie. Qualche tempo dopo partimmo noi, Valeria ed io, per darci un’occhiata senza dire nulla e senza sapere bene dove si trovava questo posto. A Spello cercammo informazioni ma senza esito finché c’imbattemmo casualmente in una persona che ci diede qualche dritta. Vi risparmiamo le altre peripezie peraltro simpatiche e curiose. Arrivati sul luogo e vista la borgata da favola (ovviamente era prima del terremoto) ci siamo resi conto perché Francesco d’Assisi si inventò il presepio vivente: era davvero un luogo che ispirava essenzialità. Poi ci siamo mossi tra le varie realtà, persone e comunità, che potevano presentare vere testimonianze di fede concreta e semplice.

Queste poche righe vogliono cercare di spiegare come nascono le cose e come via via si sviluppano, si chiariscono, si completano. Questo è anche il cammino della famiglia nella sua vita quotidiana con momenti vissuti insieme ed altri divisi, ognuno secondo il suo ruolo e la sua età e, giorno dopo giorno, maturano tante cose che aiutano a crescere.

Molte idee di questo momento formativo – pastorale che sono le settimane estive famiglia sono state ispirate da varie realtà con le quali abbiamo avuto modo di essere in contatto in parrocchia, in diocesi, nel movimento salesiano e altro.

Per concludere ci piacerebbe che l’esperienza delle settimane estive famiglia sia e resti una “favola aperta” dove ogni realtà aggiunga del proprio e arrivi a conclusioni sempre nuove e diverse ma sempre utili e preziose per dare alla famiglia quel respiro del quale oggi c’è tanto bisogno.

Valeria e Toni Piccin, Vallà (TV)

 

Abbiamo tutta la vita davanti per vivere i doni che abbiamo intercettato con l'esperienza gruppi famiglia !! E lo diciamo noi che di anni a calendario ne abbiamo tanti ed anche qualche acciacco.

Correva l'anno 1988 e noi sposini da appena cinque anni benché maturi (49 e 56 anni) abbiamo incontrato Anna a Guido ad Arona e avanti con riflessione sulla famiglia e poi lavori di gruppo, lectio... Un pomeriggio intensissimo come non ci era mai capitato, eppure ci siamo innamorati di quel linguaggio diretto verso la coppia.

Timidamente ci siamo poi accostati ai campi estivi ed invernali tanto da collezionarne un record.

L'esperienza dei campi è stata travolgente sia per i temi che vengono trattati da sacerdoti e da esperti che per la grande atmosfera di famiglia allargata, gioiosa, occasione di dialogo con famiglie provenienti da diverse parti d'Italia, momenti particolari di riflessione fra coniugi intanto che i figli sono accuditi dagli animatori… e poi la sera quei birbanti di animatori si divertivano a proporre agli adulti il titolo di un film da svolgersi agganciandosi al tema del campo. Anche l'esperienza “teatrale” è stata motivo di scoprire quei doni creativi che albergavano dentro di noi e non lo sapevamo.

Che cosa ti porti a casa? Era la domanda finale durante la revisione.

Il desiderio di comunicare ad altre famiglie la ricchezza spirituale ed umana che avevamo conosciuto ci ha visti impegnati con la commissione famiglia locale per far vivere il progetto Gruppi Famiglia. È stato un impegno per diversi anni. Ora qua e là sono sorti gruppi famiglia in qualche parrocchia ed il bisogno di occuparsi di giovani famiglie l'ho abbiamo avvertito in questi ultimi tempi.

Noi ci siamo occupati di volontariato in questi anni ma quando facciamo “colpo” perché siamo una bella coppia sappiamo che il segreto sono i GRUPPI FAMIGLIA !!

Irene e Canzio Pellegrini

 

Una sera di maggio del 1988 (abbiamo trovato anche la data esatta in vecchio quaderno di appunti), grazie a Toni e Valeria Piccin abbiamo conosciuto Guido Lazzarini.

Eravamo alcune giovani coppie che stavano muovendo i primi passi all’interno della Pastorale Familiare (forse allora non si chiamava ancora così); alcune erano impegnate come animatrici nell’itinerario di preparazione al matrimonio.

Dopo quella serata abbiamo invitato Guido a trascorrere una giornata con noi in montagna, durante un primo tentativo di campo-famiglia. Eravamo solo 5 coppie, con al seguito una nidiata di bimbi molto piccoli, tanto che alla vista di una decina di biberon allineati sul lavello della cucina, il nostro Don Roberto, che ci accompagnava, ci ha confessato di aver avuto un momento di smarrimento…

Da lì e dalla nostra partecipazione al Campo di Val Malene con Toni e Valeria, è nata l’anno successivo la prima Scuola di Formazione per Coppie nella nostra Parrocchia. I nostri sacerdoti ci sostenevano e da quell’esperienza hanno preso avvio diversi gruppi.

Anno dopo anno è stato tutto un fiorire di attività e di iniziative che hanno coinvolto decine di coppie. Certo, non tutti i gruppi hanno poi continuato il cammino, ma ne sono nati sempre di nuovi… E poi altre Scuole di Formazione nelle zone vicine, gli intergruppi, i Campi-scuola nella nostra bella Casa Alpina di Val Sella…

È vero, forse non ci siamo impegnati molto nel tenere i collegamenti a livello nazionale, anche perché sentivamo e sentiamo tuttora la necessità di rimanere collegati alla nostra Chiesa locale, al Vicariato e alla Diocesi. Con il tempo ci siamo aperti ad iniziative di formazione che ci venivano proposte dal Centro Famiglia di Treviso o dalla Pastorale Familiare Diocesana.

Alcune coppie di quel lontano 1988 sono ancora attive come Responsabili del Corso Fidanzati o di altri Gruppi Famiglia. Noi, in particolare, seguiamo attualmente due gruppi di giovani famiglie e dobbiamo dire che il confronto con coppie più giovani continua a stimolarci e ad arricchirci.

Molto dobbiamo ai Gruppi-Famiglia, in particolare l’interiorizzazione di un metodo per il lavoro di gruppo, fatto di ascolto, di rispetto, di non giudizio; abbiamo poi sperimentato la gioia di accostare la Parola di Dio in profondità attraverso la lectio divina. Grazie ai Gruppi Famiglia abbiamo conosciuto tante persone, instaurato amicizie e vissuto momenti di vera fraternità.

Ci auguriamo che ancora tante giovani coppie possano trovare in questa esperienza quell’entusiasmo e quella carica che ci hanno permesso di vivere con maggiore consapevolezza la bellezza del nostro matrimonio.

Daniela e Angelo Stangherlin

 

D-Castelnuovo Fogliani

 

Più di 25 anni fa, a Castelnuovo Fogliani, al convegno da cui prese il via l’esperienza dei Gruppi Famiglia, c’è anche mons. Giuseppe Anfossi, oggi vescovo emerito della diocesi di Aosta, a quel tempo responsabile dell’Ufficio Famiglia dell’arcidiocesi di Torino.

Nella notte del 2 febbraio di quest’anno mons. Anfossi è stato vittima di un grave incidente automobilistico, vicino a Casale Monferrato sulla provinciale che porta a Torino.

Ricoverato prima ad Alessandria e poi a Torino, a causa delle sue condizioni è stato posto in coma farmacologico. Le sue condizioni di salute hanno avuto un andamento accidentato e solo dopo un mese ha potuto iniziare ad alimentarsi autonomamente.

Lo abbiamo incontrato il 24 marzo presso l’Ospedale Cottolengo di Torino, dove stava seguendo un percorso di riabilitazione, e ci ha concesso questa brevissima intervista.

Come ha vissuto questa sua ultima esperienza?

Mi sono abbandonato nelle mani del Signore!

La vedo bene: lucido, tranquillo…

Ho perso qualche chilo… ma adesso mangio con buon appetito.

Ora le vorrei chiedere una cosa: i GF campiono 25 anni, ci vuole lasciare un pensiero?

La relazione che si stabilisce all’interno dei GF è sempre valida per la coppia.

Anche adesso che la realtà della famiglia è così cambiata, ci sono le convivenze…

È ancora valida, crea dei legami che fanno bene.

Allora non è il caso di guardare tanto se sono o non sono sposati ma se sono coppia…

Sì, la vostra continua ad essere un’esperienza positiva.

Quindi possiamo sperare in altri 25 anni?

Grazie!

Franco Rosada

 

Eravamo sposati da neanche un paio d'anni quando fummo invitati a prendere parte ad alcuni incontri di collegamento tra Gruppi Famiglia che si tennero principalmente a Castelnuovo Fogliani.

Noi siamo di Asti e all'epoca partecipavamo anche ai lavori della Commissione Diocesana Famiglie, nella quale rappresentavamo la componente giovane. A livello locale organizzavamo momenti di riflessione e incontro per le coppie cristiane.

L'incaricato diocesano per la pastorale familiare era il nostro parroco, il compianto don Gino Bosticco, che tanta fiducia aveva riposto nella nostra partecipazione all'esperienza dei Gruppi Famiglia anche nella prospettiva di suscitare la creazione di gruppi nelle nostre parrocchie astigiane.

A distanza di pochi anni queste esperienze si persero, non rimasero che pochi frutti.

Dopo venticinque anni e quante volte in questo tempo trascorso, è doveroso un esame di coscienza...

Forse non è stato fatto il possibile per coinvolgere le famiglie in modo che non si sentissero solo destinatarie di messaggi ma parte attiva di un'esperienza. Forse si è ceduto troppo presto alle difficoltà, alla scarsa disponibilità delle coppie a far parte di un tipo di cammino che prevedeva "lectio divina” e “revisione di vita" e non solo un momento per lo sfogo alle frustrazioni, agli insuccessi, alle criticità con i figli, ai problemi di lavoro e generazionali.

Sta di fatto che non si è riusciti a dar vita duratura al progetto!

Cosa è mancato? Il coraggio, l'affidarsi con fiducia alla misericordia di Dio, la forza del Vangelo vissuto.

Abbiamo letto recentemente questa esortazione di papa Francesco: “Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti e ricordare quello che disse il Signore a San Paolo: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza" (2 Cor 12,9).

Nicoletta e Walter Atzori

 

Siamo sempre stati convinti che il Signore accompagna il nostro cammino premettendo incontri, esperienze, amicizie che ci aiutano a crescere e a realizzare il progetto di amore pensato per noi.

Uno di questi momenti, nella nostra vita di coppia, è stato l’incontro con i Gruppi Famiglia avvenuto, per la prima volta, nel 1989 quando, giovani sposi, abbiamo partecipato alla due giorni a Castelnuovo Fogliani. In quell’occasione abbiamo conosciuto amici splendidi come Anna e Guido, Toni e Valeria, Franco e Noris che con tanta semplicità e tanto entusiasmo hanno condiviso con noi la gioia di essere sposi e la voglia di crescere, ogni giorno, come coppia.

Così ci siamo avvicinati allo stile dei GF riuscendo, negli anni a venire, a proporlo nella nostra parrocchia coinvolgendo anche coppie di paesi vicini.

Siamo poi passati attraverso l’esperienza di guida di un gruppo di giovani coppie ed attualmente siamo incaricati di incontrare i genitori che chiedono il Sacramento del Battesimo per il proprio figlio. Le coppie che con noi hanno fatto il cammino dei GF hanno conservato il ricordo (e la nostalgia) dei bei momenti di crescita vissuti insieme, ma soprattutto hanno imparato che è possibile crescere nell’amore reciproco anche nelle difficoltà del vivere quotidiano.

Angelo e Maria Teresa Negri

 

E-L’accoglienza nelle diocesi

 

Siamo negli anni ’90, circa vent’anni fa: il prof. Guido Lazzarini tiene corsi di sociologia alla facoltà di Economia e Commercio di Novara. In quegli anni sono direttore dell’ufficio diocesano della famiglia e vengo a sapere che Lazzarini incontra gruppi di famiglie in Diocesi, a Borgomanero e altrove.

Lo contattiamo e lo invitiamo a guidare una “lectio” per le famiglie in una “giornata diocesana”.

Successivamente organizziamo con lui un corso di formazione biblico-spirituale per famiglie della durata di qualche mese presso il nostro seminario di Novara.

Si stabilisce così una collaborazione intensa che ci porterà ad accogliere in diocesi (Galliate) un convegno interregionale di gruppi-famiglia da lui presieduto, con ottima partecipazione.

Di Guido Lazzarini ho sempre apprezzato con la sua preparazione scientifica, la passione per la famiglia, l’approccio alla Parola di Dio (Vangelo-vita) e la spiritualità famigliare.

Sento di dovere esprimere a Guido un grande ringraziamento per il suo spiccato senso di amicizia cordiale e sincera, per la sua didattica chiara e calorosa, ricca di agganci concreti all’esistenza, la sua capacità di lavoro instancabile, sempre entusiasta e pieno di sentimento.

Don Dino Bottino

 

II nostro primo contatto con i GF avvenne nel 2002 in occasione di un incontro di formazione per le famiglie promosso dal Centro per la Pastorale della Famiglia della nostra Diocesi, cui parteciparono il prof. Guido Lazzarini e la figlia Paola.

Tramite loro e l’ing. Albert, responsabili GF dell'epoca, abbiamo iniziato a conoscere la storia dei GF, di cui abbiamo da subito apprezzato la metodologia e le dinamiche seguite nelle loro riunioni di gruppo. La Lectio Divina e la Revisione di Vita sono sicuramente strumenti validi che mettono a confronto la vita delle persone con la Parola,  aiutando le stesse a discernere la volontà di Dio e a sforzarsi di coniugare la Fede con la vita.
Da quel momento in poi abbiamo mantenuto sempre vivo il collegamento con i GF, tant'è che diverse famiglie della nostra Diocesi continuano a ricevere il Foglio di Collegamento che è diventato per tutti oltre che un ottimo stimolo a promuovere la nascita dei Gruppi Famiglia, anche un validissimo strumento di formazione.
Nel corso di questi anni abbiamo avuto modo di conoscere anche i coniugi Nicoletta e Corrado De Marchi, che sono intervenuti in una vacanza- studio, promossa qualche anno fa dal nostro CPF.
La scorsa estate invece siamo stati invitati noi dai coniugi Antonella e Renato Durante a partecipare a un campo estivo organizzato dai GF in Calabria, a Falerna, dove erano presenti il GF di Lamezia e i nostri amici Letizia e Livio Guida, che da un po’ di tempo hanno avviato un GF nella loro Parrocchia di Arcavacata.
Ciò che ci ha sempre colpito delle persone che abbiamo conosciuto in questi anni, oltre che la passione e l'amore per il Signore e per i fratelli, è stata l'umiltà di sapersi rapportare e integrare con noi, che veniamo da esperienze diverse dalla loro.
Siamo certi che questa collaborazione che è nata tra noi anche in futuro contribuirà a un  reciproco arricchimento per l'Evangelizzazione delle famiglie.

Pina e Nandino Sergio

 

Era il 1998 quando Corrado e Nicoletta proposero il cammino di un Gruppo Famiglia nella nostra parrocchia, e ci sembrò in quel momento che la Provvidenza desse veramente una risposta a ciò che stavamo cercando.

Dopo tutti questi anni possiamo dire che è stato veramente così, il Gruppo Famiglia è diventato parte della nostra vita di coppia e di famiglia, i nostri figli vi sono cresciuti e ancora adesso, se non hanno altri impegni, partecipano volentieri alla cena che facciamo insieme dopo gli incontri di Lectio. L’incontro con la Parola fatto insieme ad altre famiglie ci ha arricchito sia da un punto di vista umano che cristiano ed è diventato un punto fondamentale nella nostra vita.

Abbiamo verificato in prima persona l’importanza di trovarsi insieme, di condividere questo cammino che, con tutti i nostri limiti e difetti, ci fa sentire meglio parte di quella grande famiglia che è la Chiesa, nel rispetto di tempi e modi dell’essere famiglia.

La partecipazione alla scuola, a giornate di collegamento regionali, ad alcuni campi estivi ci hanno spinti a non tenere per noi questa ricchezza ma a volerla condividere con altre famiglie, così nel 2005 abbiamo dato l’avvio ad un secondo gruppo nella nostra parrocchia, che ora cammina da solo con una decina di famiglie partecipanti.

Non essendoci più spazio per nuove famiglie, l’anno scorso abbiamo deciso di rimetterci in gioco con un nuovo gruppo che è ora agli inizi del proprio cammino e che ci auguriamo possa crescere e consolidarsi, per questo invochiamo la luce dello Spirito che guidi i nostri passi.

Anna e Ferruccio Sanmartino

 

F-La scuola di formazione per Gruppi Famiglia

 

Esisteva già nella nostra Parrocchia SS. Nazaro e Celso di Bresso (MI) un Gruppo familiare, quando il nuovo Parroco, avendo letto un programma su una rivista, alla fine degli Anni Ottanta ci propose di partecipare a un incontro interregionale di famiglie impegnate nella Chiesa.

A noi laici che ci eravamo aggregati infervorati dal Concilio Vaticano II e ci trovavamo isolati come Gruppo nel contesto decanale e diocesano, piacque l’idea di confrontarci con altre coppie desiderose di formazione e impegnate in qualche servizio alle famiglie e ai giovani che si preparavano al Matrimonio.

Nel primo incontro e poi nei successivi di Collegamento o di Scuola, la relazione introduttiva di persone qualificate ci rendeva più informati e critici sulle risorse e le problematiche della coppia e della famiglia in generale nella società e sulla vocazione al matrimonio. Il conseguente lavoro di gruppo e gli interventi nell’assemblea conclusiva contribuivano a mettere in luce la nostra identità e la nostra missione di sposi cristiani evangelizzati ed evangelizzatori. Ognuno poi tornava a casa con un messaggio e un obiettivo da perseguire nella propria relazione di coppia e nel cammino del gruppo di appartenenza.

Il tutto avveniva in un clima di semplicità, di dialogo, di condivisione, di ricerca assidua per trasmettere nella quotidianità un umanesimo cristiano autentico, capace di diventare lievito in ogni ambito della realtà.

In ogni raduno si contrapponevano in modo complementare e non esclusivo due orientamenti: la cura della vita spirituale con l’ascolto della Parola e la revisione di vita in coppia e in piccoli gruppi; l’attenzione al sociale con l’impegno civico per assicurare a tutti una promozione umana, sbloccando le contraddizioni che paralizzano i più deboli e i confusi. Come erano stimolanti gli interventi dei Lazzarini, dei Piccin, dei Rosada, degli Antonioli e di tanti altri! Tutto era arricchente, anche la gioia che si provava nell’essere accolti con un sorriso e un caffè all’arrivo nella sede del raduno; nel condividere a pranzo o a cena i dolci portati da casa; nel divertirsi con scenette, musica e canti durante le pause ricreative; nel vedere le figlie e i figli più grandi coinvolgere i più piccoli in attività ludico formative. Si respirava veramente un’aria di famiglia che univa fiduciosamente tutti, anche se sconosciuti.

Il nostro Gruppo familiare progredì e si moltiplicò anche grazie al contributo ricevuto dagli esperti dei Gruppi Famiglia venuti personalmente a Bresso con i quali si poté confrontare nei momenti di debolezza e di difficile discernimento al presentarsi delle grosse problematiche della famiglia nella società.

La nostra storia diluì poi i contatti diretti, ma alcuni di noi continuano ad essere fedeli alla rivista “Gruppi Famiglia” giovandosi delle preziose letture che informano, approfondiscono e formano trattando le tematiche del complesso mondo familiare in tutte le età dell’esistenza.

Siamo sinceramente grati a quanti hanno perseverato, rafforzando le linee orientative della informazione e della formazione, che agli inizi apparivano fragili, ma che si sono rivelate una profezia.

Possiamo dunque concludere proclamando che “grandi cose ha fatto il Signore per noi” e che “il suo Amore è fedele per sempre”; ed augurando che ogni generazione continui a narrare all’altra le meraviglie dello Spirito.

Mario e Nazarena De Regibus

 

Esisteva già nella nostra Parrocchia SS. Nazaro e Celso di Bresso (MI) un gruppo familiare, quando il nuovo Parroco, avendo letto un annuncio su una rivista, alla fine degli Anni Ottanta ci propose di partecipare a un incontro interregionale di famiglie impegnate nella pastorale familiare.

Nei vari incontri di Collegamento e di Scuola a cui abbiamo poi partecipato era sempre presenti in modo complementare e non esclusivo due orientamenti: la cura della vita spirituale con l’ascolto della Parola e la revisione di vita in coppia e in piccoli gruppi; l’attenzione al sociale con l’impegno civico per assicurare a tutti una promozione umana, sbloccando le contraddizioni che paralizzano i più deboli e i confusi.

Come erano stimolanti gli interventi dei Lazzarini, dei Piccin, dei Rosada, degli Antonioli e di tanti altri!

Il nostro Gruppo familiare progredì e si moltiplicò anche grazie al contributo ricevuto dagli esperti dei Gruppi Famiglia venuti personalmente a Bresso con i quali si poté confrontare nei momenti di debolezza e di difficile discernimento al presentarsi delle grosse problematiche della famiglia nella società.

Poi, per ragioni contingenti, si sono rarefatti i contatti diretti, ma alcuni di noi continuano ad essere fedeli alla rivista “Gruppi Famiglia” giovandosi delle preziose letture che informano, approfondiscono e formano trattando le tematiche del complesso mondo familiare in tutte le età dell’esistenza.

Siamo sinceramente grati a quanti hanno perseverato, rafforzando le linee orientative della informazione e della formazione, che agli inizi apparivano fragili, ma che si sono rivelate una profezia.

Mario e Nazarena De Regibus

 

Era il lontano 1995 quando l'amato Guido Lazzarini teneva una serata alla scuola genitori dell'istituto salesiano San Lorenzo in Novara.

Fummo folgorati dallo stile di comunicazione del relatore e proposi subito di invitarlo nella nostra parrocchia di Romentino per tenere una serata sull'educazione dei figli.

Bene, in quella serata non si erano mai viste cosi tante persone (era stato dato grande risalto)!

Da lì nacque l'invito a formare dei gruppi di famiglie che, notate bene, Guido, aveva proposto con tale entusiasmo e convinzione, ma sopratutto facendo intravedere un “modus operandi e vivendi”completamente nuovo.

Il passo è stato breve, decidemmo a formare un gruppo oltre che in Romentino anche nel vicariato e in diocesi, a dare avvio ad un percorso di formazione intensiva, una vera “scuola per la coppia e per  genitori”. I partecipanti erano circa una ventina di coppie.

Sono passati ormai molti anni ma in Romantino il Gruppo e tutt'ora vivo, anche se non ci si incontra tutti i mesi.

I componenti apprezzano molto la metodologia degli incontri fraterni, l’ascolto, la lectio, la condivisione, e i riferimenti vivi e concreti che la Parola fornisce per la vita concreta della coppia e per la relazione coi figli.

Che il Signore tenga in noi sempre vivo questo fuoco di comunione tra famiglie, affinché possiamo serenamente andare incontro ad un futuro più umano e santo delle nostre comunità.

Ferdinando Valcarenghi e il gruppo famiglia romentinese

 

A fine anni ‘90 una famiglia di amici ci ha invitato a partecipare ad un campo organizzato dai Gruppi Famiglia in Veneto.

In passato avevamo partecipato a dei campi come giovani e come animatori ma mai come famiglia.

In fondo eravamo una famiglia da poco e ancora impacciati in questa nuova dimensione.

Il vivere una settimana insieme a famiglie più rodate ci ha aiutato molto.

Abbiamo avuto modo di vedere che alcune difficoltà non erano solo nostre e abbiamo potuto anche conoscere alcune delle soluzioni possibili.

A fine campo eravamo entusiasti e volevamo poter continuare l‘esperienza anche da noi in parrocchia, ma non sapevamo come.

Ci è stato prontamente suggerito: “Ma voi non siete di Torino? Lì vivono Anna e Guido, provate a chiedere a loro!”.

L’abbiamo fatto e grazie alla loro disponibilità abbiamo iniziato due anni del cammino chiamato “Farsi coppia nel Signore”.

Successivamente a quella esperienza è nato un gruppo famiglia che ha continuato ad arricchirci per diversi anni tra momenti più intensi e momenti più tranquilli.

Ora dobbiamo dire che il cammino del gruppo famiglia è un po’ più in difficoltà.

Tra le nostre famiglie alcune attualmente desiderano ancora fare un cammino intenso di fede mentre ad altre è sufficiente stare insieme nell’amicizia.

Inoltre il nuovo parroco ha deciso di trasformare il Gruppo Famiglia in Incontri di Formazione per Adulti.

Questo ha favorito la partecipazione di persone singole o vedove ma ha ridotto la dimensione familiare che è stata di aiuto a molti negli anni passati.

Frequentando la nostra parrocchia ci accorgiamo che vi sono diverse “belle famiglie”. Molte di queste sono cresciute anche grazie alle riflessioni, agli incontri e ai campi proposti dai Gruppi Famiglia.

Un grazie di cuore ai Gruppi Famiglia!

Emma e Mauro Bajardi

 

Erano gli anni 90 quando nel nostro vicariato è stato proposto un incontro per genitori sull'educazione dei figli, tenuto dal prof. Lazzarini.
Quel pomeriggio ci siamo accorti che prima di educare bene le nostre tre figlie era necessario formarci come coppia. Capimmo che era urgente farci aiutare da chi in quel momento stava programmando un campo famiglia.
Eravamo già alla ricerca di qualche cosa in più della messa domenicale, quindi partecipammo al primo campo-famiglia. Avevamo trovato, per noi coppia e per noi famiglia, le cose di cui avevamo bisogno. Preghiera, amicizia, accoglienza, divertimento semplice, crescita, non solo per noi ma anche stimolo per la nostra parrocchia e  il nostro vicariato.
Con altri amici si è riusciti per anni fare scuola di formazione e vari campi famiglia.
Nelle nostre unità pastorali siamo riusciti ad avere, per un certo periodo, parecchie coppie con le quali ci si incontrava con regolarità per la lectio e altre giornate di formazione.
Con il cambiamento di alcuni parroci e la morte di alcuni di loro piano piano siamo rimasti soli. Quello che abbiamo portato a casa è stato il nostro rafforzarci come coppia e come famiglia. Ora noi facciamo parte degli animatori del corso prematrimoniale. Le nostre figlie, ormai sposate, sono inserite molto bene nelle loro parrocchie. Ringraziamo il gruppo famiglia per averci dato l'opportunità di crescere e maturare come persone e come famiglia.

Isabella Faccin

 

E gli animatori, quando vengono?
Inizia così l'attesa dell'incontro (detto Annuncio) dei nostri gruppi famiglia, una settimana prima, perché i nostri figli, da Tobia di 5 anni ad Anna di 15, aspettano l'arrivo degli animatori che si ritrovano a preparare le attività per la domenica successiva.
Sì, perché da tempo alcuni gruppi famiglia appartenenti a parrocchie diverse e a volte non proprio vicine, decidono di darsi un appuntamento comune con cadenza mensile per la stagione che va da ottobre ad aprile. Si trovano insieme per partecipare all'Annuncio. Quindi si parte tutti, grandi e piccini. Perché?
PRIMO: c'è qualcuno che aspetta ciascuno di noi, gli amici per i più piccoli, gli animatori coetanei per i ragazzi ormai cresciuti e gli amici da rivedere per gli adulti.
SECONDO: la festa inizia già nell'attesa, la voglia di rivederci e di scambiare qualche chiacchiera anima l'arrivo, tanto da richiedere un'accoglienza che chiede tempo. Finché non ci si saluta, non si comincia.
TERZO: il tema di oggi ci farà incontrare non solo chi ci viene a parlare, ma anche gli amici e i nostri ragazzi che alla fine condivideranno il nostro percorso, sullo stesso tema ovviamente a loro portata e con gli animatori.
QUARTO: se non capiamo molto, non importa perché ci sarà tempo di risentire o meglio rileggere le cose dette nel corso delle successive settimane, visto che il materiale viene trascritto e preparato perché ogni singolo gruppo, composto di 5 o 6 famiglie, possa poi ritrovarsi e calare nella sua realtà questo annuncio; con le modalità che preferisce.
QUINTO: non è una lezione ma un confronto e l'incontro con chi viene, se vissuto con umiltà, cambia entrambi. Tutti tornano a casa con qualcosa di più.
SESTO: non ci si può lasciare senza un momento conviviale, semplice e veloce, poco impegnativo e frutto della gratuità e della piccola generosità di chi partecipa.
SETTIMO: di domenica pomeriggio, con un po' di tranquillità, un paio di ore in un luogo accogliente e per tutti (ragazzi e genitori): pensare ad un luogo freddo e senza lo spazio per i ragazzi quanto ci indispone!
OTTAVO: non importa quanti si è; mai dimenticarsi i figli, se ci sarà spazio per loro, ci sarà spazio anche per i genitori. Sono loro quelli che non fanno mancare i genitori ad ogni incontro.
NONO: il vero segreto sono gli animatori, ai quali come sposi dobbiamo non solo la gratitudine perché stanno con i nostri figli, ma anche il tempo per accompagnarli nella scoperta della loro strada verso l'amore.
DECIMO: tutto si può fare se si prega e ringrazia per ciò che pian piano lo Spirito ci prepara. Ogni volta che ci si incontra.
Non c'è necessità di prepararsi o di essere " a posto", chiunque può venire.
Nessuno ci chiederà perché o chi siamo, l'importante che abbiamo deciso di esserci.
E grazie alle coppie che si impegnano a turno a preparare l'incontro, a contattare i relatori e a preparare i materiali.
Antonella e Renato Durante

 

G-La Lectio divina

 

Quando nel 1987 decidemmo di sposarci, padre Francesco, che ci seguiva nel cammino di fidanzamento, ci consigliò di partecipare al corso per fidanzati di Anna e Guido perché davano spessore anche spirituale al cammino di coppia e insegnavano un metodo per dialogare positivamente. Fu un momento formativo che diede ottime basi al rapporto fra noi e consuetudine all'ascolto della Parola.

Quando, dopo alcuni anni di matrimonio, ci trasferimmo da Torino nel Pinerolese, ci venne proposto in parrocchia di partecipare ad un gruppo famiglia dove ritrovammo il metodo imparato da Anna e Guido e per alcuni anni gustammo la Lectio a misura familiare. Ne scaturì una bella esperienza di piccola chiesa e un'amicizia sincera con le altre famiglie del gruppo con le quali abbiamo condiviso le gioie e le fatiche dell'educazione dei figli.

Anche se ora non partecipiamo più agli incontri, siamo grati di aver “ereditato” da tante coppie incontrate negli anni all'interno dei Gruppi Famiglia (Anna e Guido, Anna e Luigi, Maria Rosa e Franco, Donatella e Alberto, Mariangela e Fabrizio, Cristiana e Domenico, Nicoletta e Corrado...) la passione per la famiglia che cerchiamo di tradurre anche, attraverso il nostro lavoro, in proposte editoriali per la coppia e l'universo familiare.

Gabriella e Paolo Pellegrino

 

Correva l’anno 1996, quando iniziammo ad incontrarci per una cena di condivisione con amici della Parrocchia: “vecchi”, come Gabriella, mia compagna di banco sin dalla prima elementare, che ci coinvolse in questa iniziativa iniziata all’insegna dello “stare insieme”, in semplicità, condividendo il pasto serale e i giochi con i bambini (la nostra prima figlia aveva due anni, allora) nel “dopo cena”un sabato sera, insieme con altri “nuovi”, come Corrado, Nicoletta, Ferruccio, Anna…

Iniziammo poi un percorso un po’ più impegnativo con la “lectio divina”, ogni tre settimane, seguendo il percorso tracciato da Dario Berruto nel suo “Fede dono di Dio forza dell’uomo” che leggevamo e commentavamo a turno.

 Cominciò poi la lettura “intensiva” del Vangelo di Matteo, con l’aiuto di una coppia che ci aiutò ad “alfabetizzarci” e a prendere dimestichezza con quella modalità di lettura del Vangelo che ancora oggi stiamo utilizzando.

E, ora, “Siamo già al Vangelo di Giovanni!”: mi viene da commentare qualche volta con entusiasmo un po’ infantile… Scherzi a parte, vogliamo davvero ringraziare il Signore per questa opportunità di approfondire la sua Parola insieme a coppie che, come noi, non si stancano di cercare di alimentare e rafforzare la propria fede. Nel gruppo famiglia troviamo aiuto, incoraggiamento, sostegno e motivazione non solo a continuare nel nostro percorso di fede e di preghiera ma anche ad affrontare giorno dopo giorno le fatiche della vita quotidiana, nella relazione tra di noi e con i nostri figli.

Carla Maloberti e Mauro Quadro

 

Tutto è cominciato nel 1988 con un invito del parroco durante la Messa. Ci sarebbe stato nel pomeriggio un incontro in parrocchia sulla famiglia: noi due eravamo gli unici presenti, insieme ad Anna e Guido, gli organizzatori. Da questo momento, umanamente “fallimentare”, ha preso il via la nostra esperienza di coppia con i Gruppi Famiglia.

Siamo stati praticamente presenti a tutte le fasi importanti della “storia” dei GF, anche se siamo stati sovente defilati, poco visibili in prima linea.

Cosa ci siamo portati a casa in tutti questi anni? La passione per la Parola, per la preghiera con altre coppie.

Anche nei momenti più difficili della nostra vita familiare, anzi soprattutto in quelli, ritrovarsi in un gruppo “alla pari” per pregare la Parola è stato un grande sostegno, una forte consolazione.

Ancora oggi, se per qualche mese non facciamo questa esperienza, ne sentiamo la mancanza. Perché è una cosa insegnare la Lectio ad altri, un conto è viverla con i “fratelli” nella fede.

Noris e Franco Rosada

 

H-Il Gruppo Famiglia

 

Quando eravamo fidanzati io e mia moglie abbiamo vissuto molte belle esperienze di formazione e quindi è stato naturale, una volta sposati, continuare a prenderci del tempo per momenti di riflessione e crescita; ogni estate un campo per famiglie e poi anche in inverno, sentendoci arricchiti dalle proposte che vengono fatte e soprattutto dall’incontro e condivisione con tante altre famiglie.

Anche durante l’anno sono molte le proposte fatte dalla pastorale familiare diocesana e dall’Azione Cattolica basta avere il desiderio di crescere e di mettersi in discussione ma, sarà per questi già numerosi impegni o per qualche altro motivo, sta di fatto che ad oggi ci manca di partecipare ad un “gruppo famiglia” anche se molte famiglie che conosciamo ne fanno parte.

Inizialmente conoscevamo poco di questa realtà ed eravamo un po’ critici soprattutto per la difficoltà di capire il rapporto tra questi gruppi e le parrocchie, poi ci siamo informati e molte cosa sono state più chiare, ma sembra che questa informazione manchi davvero nelle nostre comunità, anche nelle persone impegnate nella pastorale familiare e nei sacerdoti.

Molto spesso i “gruppi famiglia” vengono criticati per la loro “chiusura” rispetto alle iniziative delle parrocchie, quando invece dovrebbero essere ammirati per l’impegno di formazione messo in atto dalle famiglie che vi partecipano e la “chiusura” dovrebbe essere vista di più come “unità” e “possibilità di condivisione” che si raggiungono solo in un piccolo gruppo di persone che si conoscono molto bene.

Ci auguriamo che l’attività dei “gruppi famiglia” venga pubblicizzata sempre di più, magari con un numero speciale della rivista dove si spiega bene il “cosa”, il “come” e il “perché” da inviare anche nelle parrocchie all’attenzione dei parroci.

Alessandra e Massimo Bonato

 

Dopo anni di gruppi giovanili noi e i nostri amici ci siamo sposati tutti, ma continuavamo a ritrovarci pur cercando un momento formativo adatto alla nuova situazione che stavamo vivendo: quella di essere coppia.

Così 25 anni fa appena sposi, un invito ci portò ad un week end a Sestri Levante. Lì incontrammo Guido e Anna. Abbiamo partecipato su loro invito ad una segreteria che ci ha permesso di conoscere un cammino per famiglie entusiasmante; fatto di incontri e relazione tra persone, di formazione seria. Abbiamo anche conosciuto un nuovo volto della Chiesa, fatta da famiglie per la famiglia. Da quell’incontro iniziò anche per Bra l’avventura dei Gruppi famiglia. Seguiti passo a passo dai carissimi Caterina e Renato, Mariarosa e Franco, si formarono ben sette gruppi.

Il nostro parroco Don Enzo ci seguiva passo passo nell’intergruppo… che bello!

Abbiamo messo radici e fortificato la nostra fede che ci ha accompagnati e sostenuti nella nostra esperienza di sposi e genitori, soprattutto nei tempi difficili, con la crescita e l’accudimento dei figli. Ad ogni difficoltà ci è stato dato sempre di trovare una soluzione, una luce che ci accompagna attraverso persone meravigliose che il Signore non a caso ha messo sulla nostra strada.

Il nostro gruppo famiglia è diventato nel tempo luogo di comunione e di chiesa grazie alla condivisione profonda, l’ascolto reciproco e l’aiuto fraterno.

La lectio vissuta a casa di Renato qualche mese fa rimarrà nel nostro cuore come il segno tangibile di quanto le relazioni profonde intessute nei campi famiglia e negli incontri di gruppo, lasciano il segno e soprattutto non vanno perse nei ricordi.

Con profonda riconoscenza

Enzo e Antonella  Barbero

 

Carla ed io ci siamo sposati 20 anni fa a Candiolo e proprio in quegli anni cominciavano a svilupparsi le prime esperienze comunitarie di formazione rivolte alle famiglie della Parrocchia. Grazie alla buona volontà di alcune coppie sposate già da alcuni anni e con il consenso del parroco hanno cominciato a formarsi i primi due gruppi famiglia, da cui in breve se ne sono formati altri due.

In quell’anno 1995-96 le coppie più giovani sono state affiancate per tutto l’anno pastorale dalla mitica coppia di Franco e Maria Rosa Fauda di Airasca, dando così vita al nostro quarto gruppo famiglia. Due famiglie del nostro gruppo avevano già avuto il dono di un primo figlio, le altre erano appena sposate, ma vi erano anche alcune coppie di fidanzati in procinto di sposarsi, che hanno completato il loro cammino di discernimento e preparazione respirando già l’aria delle famiglie proprio nel gruppo.

Quel primo anno è stato davvero ricco di doni, innanzitutto per la presenza fedele, competente e umanamente assai ricca dei coniugi Fauda, che davvero sono stati per noi qualcosa di più di semplici tutors: ci hanno trasmesso calore, passione, metodo e motivazioni.

Al loro fianco, però, operavano in modo discreto ma assai incisivo le coppie più “grandi”dei primi gruppi famiglia già autonomi, non solo rivestendo il ruolo di baby sitter nei nostri incontri, ma adoperandosi per organizzare week end formativi, attività di sostegno ai CAV in occasione delle Giornate per la Vita, nonché trasmettendoci esperienze e testimonianze in seguito così preziose per il nostro successivo cammino in autonomia.

Negli anni il nostro Gruppo Famiglia si è ingrandito sia per l’arrivo di altre famiglie, sia soprattutto per l’arrivo di parecchi figli (mediamente tre per famiglia, anche adottati nel caso di una famiglia), che hanno decisamente orientato il cammino degli anni successivi sia nei contenuti degli incontri, sia nelle modalità organizzative, sia nell’originalità della gestione della vita del gruppo che ha saputo rimodellarsi più volte attorno alle esigenze sempre nuove delle famiglie.

Negli anni si è arrivati a contare fino a cinque Gruppi Famiglia nella nostra Parrocchia di Candiolo, ciascuno composto da 5 a 10 famiglie.

Ogni gruppo eleggeva una coppia responsabile per un anno, l’anno successivo l’incarico toccava ad un’altra famiglia. Ogni gruppo si ritrovava con una frequenza mediamente mensile, alternando un incontro di tipo formativo tenuto da una coppia del gruppo (annuncio), seguito il mese successivo da un incontro di preghiera preparato da  un’altra coppia (lectio).

I gruppi che ne facevano richiesta ottenevano collaborazione dagli altri gruppi per l’attività di baby sitter per i figli, visto che la gran parte degli incontri avvenivano in casa.

Da alcuni anni i gruppi sono andati riducendosi prima nel numero delle famiglie partecipanti, e poi gradualmente hanno esaurito la loro esperienza tutti i gruppi, ad eccezione del nostro gruppo nato 20 anni fa, che è tuttora attivo e molto partecipato, e che per alcuni anni ha rivestito il ruolo di tutoraggio per il cammino di un nuovo gruppo famiglia.

[Nel corso dell’anno i singoli gruppi hanno organizzato incontri “aperti”, allargati al pubblico sulle tematiche della formazione cristiana della famiglia.

Tradizionalmente tutti i gruppi hanno partecipato attivamente all’organizzazione della Giornata per la Vita o di un Ritiro Spirituale per le famiglie (solitamente la prima domenica di Quaresima).

Negli ultimi anni i gruppi hanno curato alcune iniziative aperte a tutte le famiglie della comunità: “Le famiglie pregano per i figli”, che consisteva in un’ora mensile di preghiera in chiesa per i figli di tutte le famiglie della comunità, la Via Crucis animata per le famiglie, i venerdì sera di Quaresima in chiesa.

Molti membri dei gruppi famiglia sono stati e sono tuttora individualmente impegnati nel catechismo, nella liturgia, nella redazione di un giornale dell’Unità Pastorale, nelle attività dell’Oratorio o della solidarietà. Una coppia rappresenta i Gruppi Famiglia nell’ambito della Commissione Famiglia della Parrocchia.] (parte pubblicata in altra sezione)

Le amicizie coltivate negli anni nel gruppo hanno lasciato un segno indelebile nelle nostre storie di coppia e di singoli, che va ben oltre i confini delle attività proprie del GF ma è diventato un modo di essere e di pensare. Siamo sicuri che senza l’esperienza dei GF la nostra famiglia oggi sarebbe più povera di risorse interiori, di esperienze umane e, forse, di fedeltà al cammino di sequela a Gesù.

Carla e Corrado Bolla, Candiolo (TO)

 

Il Gruppo Famiglia noi l'abbiamo cominciato a frequentare prima di essere sposati. Proprio così!

D'altra parte dopo innumerevoli corsi fidanzati, un po' prima di sposarci abbiamo deciso (più Silvia a dire il vero, come sempre...) di frequentare il Gruppo Famiglia o meglio, insieme ad amici coetanei (sposati o in procinto), di costituire quello che era il GF num. 4 di Candiolo. Periodo di abbondanza!

Negli anni qualche coppia si è sfilata, qualcuna è arrivata ma il "file rouge" per noi è rimasto sempre lo stesso: dedicare del tempo insieme ad altre coppie per formarci e continuare a formarci in merito alla famiglia, secondo la visione cristiana.

Nel tempo poi abbiamo introdotto piacevoli abitudini (tutt'ora in vigore) quali unire l'utile (annunci e lectio divine) al dilettevole (mangiare pranzo o cena tutti insieme).

Negli anni i figli sono cresciuti e qualche difficoltà a mantenere l'assetto familiare al completo agli appuntamenti mensili lo abbiamo incontrato ma tutto sommato il bilancio complessivo è assolutamente positivo.

Anche le serate o le domeniche dove prevarrebbe un po' di pigrizia (o giusto riposo...) ebbene sappiamo che al termine dell'incontro ciò che ci portiamo a casa, come singoli e come coppia, è così importante da stimolarci sempre.

Anche oggi che siamo rimasti l'unico e ultimo GF di Candiolo, ci teniamo a divulgare la nostra esperienza assolutamente positiva e arricchente!

Silvia e Fabio Cavallin (con Francesca, Nicolò e Miriam)

Abbiamo cominciato a frequentare un gruppo famiglia pochi mesi dopo esserci sposati. Sono state una serie fortuita di circostanze ed un desiderio maturato durante il corso fidanzati a farci incontrare con altre coppie, ed ora sono esattamente dieci anni che ne facciamo parte.

Non conoscevamo particolarmente bene gli altri componenti del gruppo e neppure la realtà di supporto organizzata a livello di unità pastorale. Quello che ci aveva spinto allora, e crediamo sia quello che ci spinge ancora oggi, è stata la consapevolezza di non poter bastare a noi stessi ed il bisogno di confrontarci nella fede con altre persone, famiglie come noi.

Quante cose sono cambiate in questi anni, se ripensiamo al nostro cammino di coppia, ma anche al percorso del nostro gruppo, non possiamo che fare un bilancio positivo.

I nostri incontri col tempo sono divenuti sempre più costanti e partecipati, ed ogni coppia ora mette volentieri a disposizione la propria casa e l’accoglienza familiare.

Come sposi siamo cresciuti nell’amore e nella consapevolezza del dono che abbiamo ricevuto, siamo riusciti ad elaborare le nostre sofferenze e ad accettare i nostri limiti: molte volte, proprio dopo un incontro di preghiera e di sincera condivisione nel gruppo, ci siamo sentiti felici ed in armonia. Alcuni incontri sono stati fondamentali per la crescita e la comprensione del nostro amore.

È difficile cementare un rapporto tra coppie di sposi che provengono da esperienze così diverse come le nostre, differenti per conformazioni delle famiglie, lavoro e frequentazioni, ma ciò che ci accomuna è la voglia, anzi la necessità, di trovarci comunque per pregare, per capire la parola di Dio e per approfondire i sentimenti che ci tormentano. Queste sono diventate le nostre priorità.

Nasce così una fratellanza tra sposi, un punto di sostegno, di ascolto e di aiuto reciproco; un appuntamento per confrontarsi ma anche per confortarsi a vicenda, mettendo in comune quello che si ha: l’amore di Dio.

Stefania e Daniele (GF di Bra, CN)

 

Da 10 anni facciamo parte di un gruppo famiglia. È un’esperienza molto bella, che ci ha coinvolto fin da subito sia come coppia sia con i figli. Grazie al cammino proposto e la testimonianza delle altre famiglie abbiamo riscoperto una fede viva e ci ha permesso di offrire il nostro servizio nella preparazione al sacramento del matrimonio.

Davide e Daniela (GF di Bra, CN) [non pubblicato per ragioni di spazio]

 

Per noi il gruppo famiglia che ha i figli in età adolescenziale, è un momento di condivisione e riflessione sulla parola di Dio.

Continua ad essere utile come testimonianza anche verso i figli più grandi.

La fede va vissuta come esperienza comunitaria e non solo intimistica.

Inoltre ci aiuta a consolidare i valori cristiani all'interno delle nostre famiglie.

Angelo e Mariateresa (GF di Bra, CN) [non pubblicato per ragioni di spazio]

 

Far parte di un gruppo di giovani famiglie significa non sentirsi soli, avere la possibilità di condividere la propria esperienza di vita quotidiana, confrontarsi a vicenda e scoprire che le difficoltà e le gioie sono comuni un po' a tutti.

Nei nostri incontri, con la preghiera, cerchiamo di trovare nella Parola la Speranza di affrontare la vita con un nuovo Stile.

Il Gruppo Famiglia è anche l'occasione per vivere insieme momenti di convivialità e aggregazione, anche per i nostri figli, per crescere e maturare come coppie e gruppo.

Davide e Marta (GF di Bra, CN)

 

Abbiamo conosciuto e siamo entrati in un GF 19 anni fa quando freschi di un anno di matrimonio ed in attesa del primo figlio abbiamo sentito l'esigenza di condividere con altre famiglie la nostra esperienza confrontandoci alla luce della Parola di Dio, per vedere e vivere in un’ottica un po' diversa la nostra vocazione matrimoniale.

Sono passati diciannove anni, difficili da condensare in sole quattro righe ma possiamo ringraziare il Signore di averci offerto questa opportunità di crescita come coppia cristiana nella condivisione, nella preghiera e nello stare insieme ad altre famiglie.

Fabrizio e Chiara (GF di Bra, CN) [non pubblicato per ragioni di spazio]

 

Facciamo parte dei gruppi famiglia da quando ci siamo sposati. Sono trascorsi 25 anni e per noi ha significato trovare un luogo dove potersi confrontare con altre coppie sulle varie dinamiche che le tappe evolutive della coppia hanno offerto, imparando dapprima a vivere insieme come coniugi, che dovevano condividere nuovi spazi, nuovi doveri e nuove dinamiche per poi aprirsi alla vita di famiglia con l’arrivo dei figli.

Potersi confrontare tra pari con altre famiglie, ha fatto sì che non ci sentissimo soli sulle problematiche che via via incontravamo nella nostra vita e abbiamo ricevuto la possibilità di creare nuove reti amicali per noi e i nostri figli, all’interno delle quali possiamo realmente parlare con profondità di questioni a volte anche delicate.

Aver potuto fare questo con l’ausilio di un metodo, perlopiù ispirato da un orientamento, ha fatto sì che la nostra vita di moglie e marito abbia potuto proseguire consapevolmente.

E in più la parte formativa ricevuta ha fatto sì che si incarnasse nella quotidianità la nuova trasformazione che in noi stava avvenendo.

Daniela e Aldo (GF di Bra, CN)

 

I-La rivista di collegamento

 

Conosciamo i Gruppi Famiglia da 20 anni, eppure non ne abbiamo mai fatto parte, pur seguendo da vicino questa esperienza ed essendo da sempre abbonati alla rivista.

È andata così: quando siamo arrivati ad Arona, si era appena concluso per tanti motivi un percorso di Gruppi Famiglia e dei nostri cari amici ricordavano spesso con rimpianto quel periodo, e ce ne hanno parlato con tanto entusiasmo che noi siamo rimasti incuriositi e coinvolti, e abbiamo partecipato con loro ad alcuni weekend su temi sempre vari e interessanti.

In quelle occasioni abbiamo conosciuto persone che ci hanno colpito con le loro esperienze e così abbiamo sempre mantenuto i contatti attraverso la rivista, anche se nella nostra città la pastorale familiare si è avviata per altre strade e anche se non siamo mai riusciti a partecipare alle settimane estive.

Le riflessioni pubblicate sulla rivista sono sempre profonde e strettamente legate alla vita concreta, vera della famiglia, ed è per questo che le leggiamo sempre volentieri e troviamo sempre qualcosa che ci riguarda e ci aiuta.

Il fatto che questa esperienza, piccolina, non costituita in un grande movimento nazionale, con scarse risorse economiche, vada comunque avanti e porti i suoi frutti, è un segno che anche lì soffia lo Spirito, e anche da lì nascono buoni frutti, peccato che non siamo in tanti a conoscerli e a gustarli!

Elisabetta e Mauro Lucchi

 

In verità abbiamo faticato a ricordare quando abbiamo conosciuto l’esperienza dei GRUPPI FAMIGLIA, però siamo quasi sicuri che è stato intorno al 2000; noi eravamo la coppia responsabile della Pastorale Familiare del Decanato di Vimercate, formato da 29 Parrocchie.

In una di quelle riunioni abbiamo conosciuto Ernesta e Gianprimo Brambilla e altre coppie di Ronco Briantino che facevano parte del gruppo famiglia e che ci hanno dato copie del giornalino. Abbiamo fatto amicizia con loro, ci siamo rivisti più volte e ci hanno invitato ad andare ai campi estivi: la cosa ci interessava molto perché avevamo fatto incontri per coppie e anche due o tre giorni di vacanza insieme ad altri.

Infine abbiamo accettato la proposta dei campi estivi insieme ad un’altra coppia di nonni simpatici che sono venuti a Bousson nel 2004,  noi siamo tornati nel 2006 a Chiappera e nel 2008 a Piani di Brunino, ed è stata una bellissima esperienza che avremmo rifatto volentieri, se le ferie dei figli avessero coinciso.

Il giornalino è stato una fonte inesauribile per noi e per i nostri amici, infatti molti numeri sono stati prestati e mai ritornati, (va bene così)! In casa abbiamo ancora tanti numeri in bianco e nero ma nessuno butta niente. Sono sempre fonte di ispirazione in momenti particolari, per la riflessione, per organizzare un incontro o una preghiera comune.

Abbiamo molti amici e fratelli spirituali, c’è un gruppo d’ascolto, momenti di preghiera insieme, ma….noi che leggiamo il giornalino, sappiamo che i gruppi famiglia sono un’altra cosa.

Ora, nella Comunità Pastorale è nato un gruppo di giovani famiglie che si ritrovano una volta al mese, mangiano insieme e pregano insieme: noi siamo contenti per loro però, per noi che non siamo più giovani coppie, sembra che non ci sia spazio e voglia, anche da parte delle coppie “anziane”, di giorno hanno nipotini, cose da fare e la sera non vogliono uscire perché sono stanche.

La foto che allego è l’unica in cui ci siamo quasi tutti: è strana, perché al centro, c’è una coppia che tanti anni fa ci ha adottato come genitori, visto che abitavano qui e non conoscevano nessuno. Il mese scorso, dopo 30 anni di matrimonio e 4 figli, (noi abbiamo tenuto a Battesimo il primo) hanno voluto festeggiare con noi. A sinistra ci sono i nostri figli con le mogli e 4 dei 5 nipoti e a destra un altro figlio aggregato con moglie, padre della bimba bionda e di due maschi che non si vedono. Io sono a sinistra e Mariano e vicino a Don Giuseppe, ma ci riconoscete perché siamo i più vecchi. CHE CONFUSIONE! Forse non è il caso di metterla sul giornalino, ma è un modo per condividere con te, caro Franco, la nostra famiglia

Non abbiamo foto recenti della nostra famiglia ristretta, forse la faremo a maggio in occasione della Confermazione di ANDREA.

Ti manderò il video di questa festa (La mamma è stata quasi due anni in sedia a rotelle per un grave incidente) Noi vogliamo bene a tutti, che vuoi fare, siamo ricchi di futuro, il loro.

Franca e Mariano Monachello

 

Son passati tanti anni da quando Toni Piccin e don Luigi Condotta ci invitarono a partecipare alla Scuola per Famiglie tenuta da Guido e Anna Lazzarini. Eravamo giovani con bambini piccoli, pieni di problemi, ma la cosa ci piaceva e ci entusiasmò.

Avevamo già fatto un’esperienza di gruppi familiare che però erano naufragati alla prima occasione di metterci la faccia secondo le nostre convinzioni. Questa ci sembrava una cosa seria perché si parlava di noi in rapporto col Vangelo e con la Parola è difficile barare.

Toni Piccin ha inventato il cammino parallelo coi bambini preparando dei formidabili animatori. Era la prima volta che qualcuno ci pensava come coppia e non solo come genitori.

Da allora abbiamo sempre partecipato agli incontri senza soluzione di continuità. Abbiamo fatto per circa 25 anni gli animatori ai fidanzati e siamo tuttora parte di un gruppo che partecipa agli incontri e si ritrova a riflettere sui vari argomenti alla luce del vangelo.

Abbiamo conosciuto un sacco di gente ai campi scuola e ci ritroviamo con piacere negli incontri nazionali. I nostri figli ora sono grandi e ci hanno regalato 4 splendidi nipotini.

Non so se siamo stati bravi genitori, ma un sacerdote che ci parlava ci diceva di non avere fretta perché non facciamo tutto noi, c’è anche il Signore che ci pensa.

Noi come coppia siamo ancora in piedi più che mai, con la sola paura che prima o dopo ci dovremo lasciare, sarà quando Dio vorrà.

In questo cammino ci ha sempre accompagnato il giornale dei gruppi famiglia che, a dir la verità per noi con poca istruzione all’inizio era un po’ difficile, con un linguaggio teologico per noi ostico, ma era comunque un’occasione per provare a capire, anche se con tanta fatica.

Ora non so se sia diventato più semplice o se noi con la vecchiaia siamo diventati più bravi, ma lo leggiamo sempre tutto e molto volentieri. Grazie a chi per tutti questi anni ha voluto caparbiamente tener duro a costo di sacrifici ma vi assicuro che ne vale la pena.

Chiara e Cesare Roberti

 

L-I campi estivi

 

Nel 1990, su proposta del nostro parroco il caro Don Mario Dall'Arche che ora ci guarda e ci segue dal cielo, abbiamo partecipato ad alcuni incontri per le famiglie.

Gli incontri erano tenuti da Guido e Anna che vogliamo ricordare come umili servi del Signore per la loro grande missione e testimonianza.

Così, nell'estate 1991, insieme ad altre cinque coppie siamo partiti per il campo estivo di Casteltesino dove ci aspettava Guido.

Per noi era la prima esperienza, inizialmente non fu semplice integrarsi, ma l'accoglienza fraterna che abbiamo trovato ci ha ben presto coinvolto e ci ha fatto sentire in sintonia con le persone del gruppo.

Personalmente poi non è stato facile capire la Lectio Divina e cominciare a vivere la preghiera spontanea dello Spirito, ma al termine del campo siamo ritornati a casa con una nuova ricchezza di spirito e pieni di entusiasmo per l'esperienza vissuta.

Al nostro ritorno sono continuati gli incontri in parrocchia, in forania e in diocesi per circa dieci anni.

Durante tutto questo tempo, i componenti del nostro gruppo hanno dato la loro disponibilità in vari servizi: coro, catechismo, liturgia, sostegno al gruppo giovani A.C. e ad altre attività parrocchiali. Poco a poco hanno cominciato a partecipare alle attività anche altre giovani coppie che sono attive anche attualmente.

Nel frattempo abbiamo avuto la grazia e la gioia di avere quattro bellissimi figli.

Ora che sono ormai grandi sentiamo dentro al cuore una profonda gratitudine verso coloro che ci hanno spinto ad intraprendere questo cammino formativo, che ci ha aiutato a comprendere che nella vita non siamo soli nello svolgere il compito di genitori.

Dio infatti nella sua infinita provvidenza ci ha sempre fatto incontrare persone che attraverso la loro testimonianza di fede ci hanno dato la forza ed il coraggio per superare le difficoltà.

È bello pensare che lo stesso Dio misericordioso che ha consegnato all'uomo la creazione, ha una fiducia talmente grande nella famiglia da regalarle la capacità di procreare e l'impegno di difendere la vita.

Nella fiducia che il buon seme porta sempre frutti, essenza di vita, porgiamo il nostro grazie ai collaboratori e animatori responsabili per il lavoro svolto in questi anni, anche attraverso il giornalino del collegamento nazionale.

Borga Giuseppe e Anna Maria

 

Noi, Marzia e Maurizio, ci siamo sposati nel 1998 e abbiamo iniziato a conoscere i gruppi famiglia dopo circa un paio d’anni di matrimonio. Il nostro parrocco di allora, infatti, ci invitò nella primavera del 2000 a formare un gruppo familiare assieme ad altre coppie di giovani sposi della nostra parrocchia; accettammo con curiosità ed entusiasmo anche per conoscere persone del nostro nuovo paese, in quanto andammo ad abitare in paesi diversi da quelli di origine. L’aspettativa iniziale però ben presto si scontra con le difficoltà a proseguire l’avventura in quanto, una dopo l’altra, le varie coppie abbandonano il progetto. Delle 12 coppie iniziali rimaniamo in 4, poche ma buone in quanto non ci lasciamo abbattere perché già da allora abbiamo capito l’importanza dei gruppi famiglia per la formazione della coppia.

Siamo nel 2002 e qui inizia la nostra avventura nei GF. Padre Francesco Pellizer, il sacerdote che seguiva il nostro gruppo famiglia parrocchiale, ci propone una settimana di campo famiglia in Val Sella organizzato dal collegamento di Vallà. Eravamo titubanti perché non avevamo mai fatto vacanze di questo genere, non conoscevamo nessuno e non sapevamo a cosa andavamo incontro. Il risultato fu che dopo una settimana tornammo a casa rinfrancati nello spirito nonostante difficoltà iniziali (Marzia era in dolce attesa di Giacomo, il nostro primo figlio e non stava proprio del tutto bene). A quella settimana di campo famiglia ne sono seguite altre (Spello, Brunino) e ne seguiranno altre perché è fondamentale per noi condividere il nostro cammino di coppia con altri sposi; la testimonianza di altre esperienze di vita familiare ci danno consolazione, coraggio, forza e grandi speranze. È proprio attraverso i Gruppi Famiglia che abbiamo capito quali sono i nostri ‘punti deboli’ e ci stiamo impegnando per migliorarci perché siamo certi che attraverso il nostro matrimonio passa la nostra stessa salvezza.

L’esperienza dei Gruppi Famiglia ci fa sentire amati perché ci sentiamo dentro un Progetto d’Amore che Dio ha per noi ancora più grande, che si estende a tutti, a tutto il creato. Abbiamo imparato che la vocazione al matrimonio è riconoscere in ogni avvenimento, anche nei momenti di difficoltà (e tra noi non sono di certo mancati!), la presenza di Dio, anche attraverso le persone che incontriamo nei gruppi durante il nostro cammino di sposi, alimentando l’ascolto della Parola e la preghiera di coppia. Nell’apertura ai Gruppi Famiglia abbiamo imparato che nella condivisione c’è il segreto di riconoscersi come scelti dal Signore e amati per quello che siamo, anche con i nostri limiti e le nostre fatiche. Ci sentiamo simili agli altri e capaci di vedere le cose con una luce diversa. Con i Gruppi Famiglia ci sentiamo meno soli e inadeguati ma sostenuti da ciò che ci sta attorno perché viene da Dio per darci aiuto.

Marzia e Maurizio Bragagnolo

 

Era il lontano 1996 quando su invito e proposte di nostri amici partecipammo al nostro primo campo per famiglie. Destinazione: Colfalcon (BL). Adattarsi per noi non fu semplice: 90 persone in una struttura dotata di grandi cameroni senza quindi le possibilità di vivere momenti esclusivi di famiglia.

Ma in breve fummo travolti dall’allegria dei bambini, dell’esuberanza degli animatori, del desiderio di confronto con le famiglie. Fu un’esperienza bellissima. A quelle ne seguirono altre nove.

Quanti ricordi: famiglie belle che seppur tra le fatiche di ogni giorno desideravano di vivere alla luce delle parole di Dio! E quanti giochi e canti, le sere, tutti insieme! Consigliamo a tutti, in modo particolare alle giovani coppie, questo tipo di vacanze “alternative”.

Non si pensi che rinunciare ad una settimana di ferie esclusivamente per la propria famiglia significhi la perdita di qualcosa. Al contrario, è una ricchezza aggiunta alla propria vita personale e familiare un’opportunità per nuove amicizie, un’occasione di vivere nella gioia per grandi e piccini.

Ci sentiamo di dire un “grazie” sincero ed affettuoso alle coppie responsabili, ai cuochi, agli animatori che con i loro impegno generoso hanno reso possibile svolgimento dei campi trasformandoli davvero in vacanze.

Claudio e Maria Rosaria Trevisan

 

IL SOLE ANCHE DI NOTTE

Siamo Maria Clelia e Luca, sposati da 25 anni con quattro figli. Proveniamo entrambi dal mondo scout e abbiamo fatto parte come coppia dei gruppi dell’Azione Cattolica diocesana e del Centro della Famiglia di Treviso, oltre che di un gruppo parrocchiale di famiglie di Meolo.

Il nostro primo incontro con i gruppi famiglia è avvenuto grazie alla rivista “Noi genitori e figli “ di Avvenire che nell’estate del 2000 presentava una vacanza “alternativa” del gruppo famiglie di Vallà di Riese Pio X a Casteltesino (TN). Cercavamo un momento di riposo familiare che ci potesse far crescere come persone, includendo anche i nostri 2 figli, e il tema proposto “LA PACE SU QUESTA TERRA NASCE DALL’AMORE VERSO L’ALTRO” ci sembrava perfetto.

Già all’arrivo ci siamo sentiti attesi, chiamati per nome attraverso un ciondolo preparato con cura per ognuno di noi che ci siamo subito messi al collo. Anche se non conoscevamo nessuno ci siamo sentiti “in famiglia” e Valeria e Tony Piccin ci hanno introdotti in una dimensione di amicizia semplice e spontanea con tutti che non pensavamo possibile tra persone provenienti da tanti luoghi diversi. Sulla porta della stanza a noi riservata c’era un angioletto con il nostro cognome e questo faceva casa. La prima cena condivisa anche nei servizi è stata già una festa di accoglienza e i nostri figli hanno iniziato ad assaporare le amicizie. Ogni pasto vicino a persone diverse era più buono non solo per il sapore squisito ma soprattutto per i racconti di vita scambiati tra un boccone e l’altro. E i figli non erano più solo i tuoi ma anche quelli degli altri. Persino i bagni in comune erano un momento di scambio gioioso e di abitudini condivise nella semplicità. Speciale ci è subito sembrata poi la presenza di Gesù e Maria in tutta la giornata, ad iniziare con il saluto del mattino che avviava il tema di grandi e piccoli fino alla messa prima di cena che riportava a tutti quello che era stato fatto in ogni gruppo. Ci siamo detti che proprio così dovevano essere state le prime comunità cristiane... famiglie di famiglie che tutto mettevano in comune nella semplicità e nell’amore che permetteva loro di affrontare qualsiasi avversità.

Le riflessioni per noi adulti erano guidate da don Roberto e da Giovanni Scalera, mentre i figli, divisi per gruppi di pari età, con dei bravissimi animatori trattavano i nostri stessi argomenti attraverso storie e giochi. E le serate erano mitiche... tutti cantavano e ballavano nonostante la stanchezza… altro che la TV!

E’ stato un crescendo in continuo per tutta la settimana, assaporato in ogni attimo da ognuno di noi... era come se il tempo andasse più lento, le preoccupazioni erano lontane… noi con più tempo per noi coppia e i nostri figli con tanti amici con cui giocare e crescere! Mattia aveva 9 anni e Nicola 4... entrambi conservano ricordi speciali! Bellissima poi la scatola che ogni famiglia aveva e che alla fine conteneva i saluti di ognuno... per portare a casa quello che si era condiviso!

Ritornando a casa ci siamo detti che l’esperienza era stata così significativa che la nostra vita personale e di famiglia non sarebbe più stata come prima e che ci saremmo portati nel cuore molti amici incontrati. Dio ci aveva mostrato un modo per realizzare in terra il suo regno di pace e di amore tra famiglie e questo non doveva restare solo una parentesi di vacanza ma uno stile di vita quotidiano.

Meraviglioso è stato scoprire appena tornati a casa che Dio stava per farci un altro regalo speciale e inatteso... un altro figlio che...  in segreto...  era con noi al campo!

L’amicizia speciale con Massimo e Marina ci ha portati ad essere loro ospiti a Nichelino e il figlio che stava per nascere si chiama Marco proprio perché il loro Marco era amico caro del nostro Mattia. Ricordiamo con affetto anche Maria Pia e Vincenzo e Giovanna e Massimo.

Nel 2002 abbiamo avuto il piacere di ospitarli a casa nostra e con loro abbiamo visitato Venezia. Questo perché gli amici incontrati al campo famiglie restano nel cuore e nelle vite per sempre e il tempo è relativo... ti puoi non vedere per anni ma quanto ti rivedi è come fosse stato ieri.

I gruppi famiglia erano ormai una parte di noi e quindi abbiamo continuato a frequentare quello di Vallà negli incontri mensili... erano distanti 60 chilometri ma ne valeva la pena!

Non siamo riusciti a partecipare per alcuni anni alle vacanze estive anche perché nel frattempo a Marco nel 2004 si era aggiunto Andrea.

Nel 2008 però abbiamo deciso che era ora di rifare un campo estivo famiglie... CASTELTESINO... tema “CREATI PER AMARE. Alcuni aspetti dell’amore umano secondo Giovanni Paolo II” guidati da Antonella ed Alessandro Caldarini. Ancora una volta è stata occasione di crescita per ognuno e un momento fondamentale per Andrea... bambino” speciale” nostro supereroe che con il suo sorriso e la sua sensibilità fa brillare tutto intorno... non servono tante parole quando parla il cuore !

Nel 2009 la nostra famiglia ha dovuto affrontare un momento difficile che con l’aiuto di Dio e di Maria siamo riusciti a superare in modo positivo e costruttivo... ma non era facile e così ci siamo detti: “andiamo al campo famiglie... ci aiuterà a trovare energia... ” Meraviglioso scoprire che Gesù ci aspettava proprio li, a Tramonti di Sopra... Il tema era (non a caso per noi ) CAMBIO DI STAGIONE... Amare la vita sulle orme di Colui che è via, verità, vita. Il messaggio riguardo alla nostra realtà era ogni giorno più chiaro, guidato dalle riflessioni da Lino e Luciana, e noi eravamo ogni giorno più sicuri del cammino appena intrapreso... non facile, insicuro ma accompagnato dal Suo Amore... come Abramo ci aveva chiesto di fidarci... ad occhi chiusi... e noi lo avevamo fatto. Non dovevamo avere paura... Lui era con noi per farci ritrovare la nostra serenità la nostra gioia di famiglia! La parola di Dio che ci accompagnava ogni giorno sembrava fatta apposta per noi e ci sentivamo molto amati... anche grazie a tanti amici che avevamo ritrovato dai campi precedenti. Andrea poi aveva una animatrice speciale tutta per lui, Sonia, che è stata la sua forza e la sua gioia... grazie a lei è cresciuto nella sua autonomia da noi ed era davvero molto felice... e noi con lui!

Festeggiavamo i venti anni di matrimonio e al campo abbiamo deciso che dovevamo dire un grazie a Dio attraverso una celebrazione speciale con tanti amici che ci sostenevano, per trovare ogni giorno la forza per non arrendersi... mai! Al campo famiglie abbiamo preparato gli inviti per la messa del rinnovo delle promesse matrimoniali e abbiamo condiviso questa gioia con tutti. La canzone che abbiamo lasciato in dono alla fine del campo era “il meglio deve ancora arrivare” di Max Pezzali... diceva che nonostante tutto dobbiamo credere che il meglio è avanti a noi... dobbiamo avere speranza! E così è stato!

Nel 2010 a Casteltesino abbiamo ritrovato oltre a tanti amici anche Giovanni Scalera che ci ha guidati sul tema COMUNICAMANDO... La comunicazione all’interno della coppia e di nuovo è stato un momento provvidenziale per la nostra famiglia che stava incontrando molte difficoltà e aveva bisogno di tanta forza per superarle e non perdere la speranza!

Nel 2011 non siamo riusciti a partecipare al campo famiglie ma ne abbiamo sentito così tanto la mancanza da decidere che dal 2012 ogni anno avremo trovato il tempo per farlo.

E così è stato... nel 2012 a Voltago Agordino abbiamo riflettuto con Monica e Giuseppe Goisis su UNA CASA PER LA FAMIGLIA CRISTIANA... Intimità, ospitalità, educazione… bellissimo per noi che stavamo finalmente progettando la nostra futura casa che con tanta fatica stavamo concretizzando! Dio ci voleva di nuovo guidare sul suo progetto per noi per aiutarci di nuovo ad essere “luce e sale “ come ci eravamo promessi il giorno del nostro matrimonio...  e noi di nuovo ci affidavamo a Lui!

Nel 2013 a Voltago suor Fabiola ci aiutava a riflettere su LA FAMIGLIA C’E’... MA E’ CAMBIATA e di nuovo alla fine ci siamo ritrovati più ricchi e più amati. Questa settimana era sempre di più la ricarica per tutto un anno... passata insieme a persone amiche, con un tempo assaporato minuto per minuto.

Tra un campo e l’altro continuiamo a frequentare gli incontri mensili del gruppo famiglie di Vallà che, grazie alla costanza di Valeria e Toni insieme ad altri, sono un momento importante di riflessione sui valori della vita.

Finalmente la notte del Natale 2013 abbiamo raggiunto la vetta del nostro K2: ci siamo trasferiti nella casa che tanto avevamo atteso per rinascere a famiglia unita e accogliente... dopo tante fatiche! Gesù ci aveva accompagnato e sostenuto in innumerevoli prove e ce l’avevamo fatta!

Quanta gioia... Lui era il nostro Sole anche di notte e volevamo testimoniarlo a tutti...  lo abbiamo persino scritto sulla nostra casa... Cà del Sole!

Per questo abbiamo deciso che il 2014 doveva essere” l’anno della festa”, perché grazie ai gruppi famiglia abbiamo capito che chi ha Gesù nel cuore deve essere felice e deve esserlo con chi gli è vicino… la fede e la speranza sono contagiose e il mondo ne ha tanto bisogno, a partire dai nostri figli.

Festa è stata la Cresima di Marco che ha voluto come padrino il suo fratello Mattia...

Festa è stata la prima comunione del nostro piccolo grande Andrea, chicco di frumento seminato nella nostra famiglia che è diventato una bellissima spiga e che ci ricorda ogni giorno che l’essenziale è invisibile agli occhi... si vede solo con il cuore!

Feste poi anche per i 10 anni di Andrea, per i 18 di Nicola, per i 50 di mamma Maria Clelia... tutti numeri speciali!

Grande e bellissima festa poi i 25 anni di matrimonio, celebrati con una messa di rinnovo delle promesse davanti a tantissimi amici per ringraziare Dio del cammino fatto e del traguardo raggiunto... chiedendo la forza per continuare ancora per tanto tempo ad essere suoi testimoni gioiosi! Con le offerte di tutti, al posto dei regali, con padre Giovanni siamo riusciti a costruire in Cameroun un pozzo di acqua che ristora i fedeli della sua missione! Che grande FESTA!

Festa è ogni giorno trovare lo spazio nelle nostre vite per Dio... nella preghiera ai pasti, prima di andare a dormire... e quando ne abbiamo bisogno come ricarica nell’angolo della preghiera della nostra casa, dove c’è il vangelo del giorno, una coroncina del rosario, le immagini dei nostri cari che dal cielo pregano per noi e ci proteggono. Per non sentirci mai soli!

E’ stato bello raccontare i nostri 15 anni di cammino con i gruppi famiglia perché abbiamo ricordato tanti momenti condivisi con tanti veri amici di tutta Italia, tante gioie e tante speranze, tanti sogni che si sono avverati e altri che si realizzeranno con l’aiuto di Dio!

La nostra fede è aumentata grazie a tutti voi e non saremo certo quelli che siamo se non vi avessimo incontrati... con tanta forza e speranza in un mondo difficile!

Perché “la gioia condivisa si moltiplica, il dolore si dimezza”!

Il 2015 è per noi “l’anno dell’incontro”, perché solo incontrandoci ci conosciamo, ci guardiamo negli occhi, ci sosteniamo nelle fatiche, ridiamo insieme...

Abbracciamo idealmente tutti quanti abbiamo incontrato e siamo felici di ospitarvi quando volete nella nostra Cà del Sole!

Il nostro indirizzo email è lucamariaclelia@gmail.com... scriveteci, così staremo vicini anche se lontani.

Sosteniamoci a vicenda nella preghiera, convinti che IL SOLE C’E’ SEMPRE... ANCHE DI NOTTE

Un abbraccio

Maria Clelia, Luca, Mattia, Nicola, Marco, Andrea GIUSTO

 

Eccoci qui, noi siamo la famiglia Magni, abbiamo conosciuto il Collegamento Gruppi Famiglia grazie ai nostri amici Ernesta e Gianprimo. Abitiamo a Ronco Briantino, nella ridente Brianza.

Sergio ed io abbiamo iniziato a frequentare il Gruppo Famiglie parrocchiale quando i nostri figli Francesco, Beatrice e Federico erano piccoli (sono nati nel 2001, 2004 e 2006) e subito ci siamo sentiti accolti e in comunione di fede e preghiera.

Nell’estate del 2009 Ernesta e Giamprimo ci hanno proposto un campo famiglie, quell’anno lo avevano organizzato proprio loro a Pollenza nelle Marche, un luogo bellissimo.

Il campo era “ristretto” nel senso che la casa non poteva accogliere molte famiglie forse 10 / 12 famiglie.

Abbiamo fatto il viaggio in auto verso Pollenza con la famiglia Bresciani che conoscevamo perché ci si vedeva in parrocchia, ma devo dire che già durante il viaggio abbiamo approfondito la conoscenza e subito abbiamo sentito una certa empatia: lo Spirito del campo era già in azione!

Per noi era la prima esperienza e ci è parso un po’ strano condividere una casa con altre persone che non conoscevamo. Certo avevamo la nostra camera, ma tutta la giornata era in condivisione.

A dire il vero qualche giorno prima di partire ci stavamo per arrendere, per me era faticoso partire con tutta la famiglia per una esperienza nuova, strana, non sapevo cosa aspettarmi, conoscere persone nuove… i dubbi e le paure erano tante, così ho telefonato ad Ernesta dicendo che non saremmo andati ma non so come, Ernesta mi ha convinto… e così siamo partiti.

Il relatore era Pietro Boffi. Le giornate erano ben organizzate: la mattina dopo aver fatto la preghiera delle Lodi (facoltativa), la colazione e riassettato la casa (pulizia bagni, sistemazione camere, sparecchio e lavaggio stoviglie …) eravamo impegnati nei lavori di gruppo: in quell’anno Pietro ci ha spiegato i capitoli di Genesi “… maschio e femmina li creò …”.
Poi ci si divideva in piccoli gruppetti e si rifletteva su quanto ascoltato. Nel frattempo i bambini facevano la loro riflessione con gli animatori.
E nella Messa del pomeriggio si offrivano al Signore i frutti delle nostre riflessioni.

È stata la nostra prima esperienza di campi estivi per famiglie ed è stata un’esperienza molto positiva: abbiamo conosciuto famiglie con le quali ci siamo confrontati sulla nostra quotidianità, famiglie molto diverse tra di loro ma in comunione, i bambini era seguiti in maniera eccelsa da animatori che hanno dedicato parte delle loro vacanze a questa attività di volontariato, un esempio molto importante per i bimbi piccoli.

Negli anni successivi abbiamo quindi deciso di ripetere l’esperienza: siamo stati per due estati a Casteltesino, una a Spello e per la prossima estate ci attira molto il campo famiglie a Pesaro-Urbino.

Importanti momenti di condivisione nella fede, di quotidianità: lavoro, figli, scuola… con persone che non conosci.

Durante uno di questi campi mio marito, mia sorella Emi ed un’amica, Anna, hanno prestato servizio come cuochi, nessuno di loro è un professionista della cucina ma con la passione e il credere in un servizio hanno reso il campo anche molto gustoso e goloso! Oltre alle belle esperienze si portano a casa anche un paio di kg in più ma ci si sente proprio coccolati!

Un altro aspetto particolare di questi campi estivi sono le serate genitori-figli nelle quali si canta, si balla, si recita e devo proprio dire che ci si diverte un sacco, tutti, ma proprio tutti – anche le persone più serie e bacchettone - dai più grandi ai più piccini diventano attori, cantanti, ballerini, pagliacci… è gioia pura! Ed è anche un importante esempio per i bambini: anche i loro genitori e gli altri adulti si mettono a giocare come bambini e condividono la stessa gioia!

Non so come, ma ti porti a casa un’energia particolare, anche i bimbi respirano allegria e positività, per giorni ti rimane nella testa l’inno del campo…

Ed infine un aspetto fondamentale è la spiritualità che offrono questi campi: una settimana di preghiera, riflessione personale e di coppia, la preghiera in famiglia si ricarica.

Relatori di rilievo quali Pietro Boffi, gli psicologi “nonno Nanni” di Siena, Rita Ciceri; Maria Grazia Brambilla con le bellissime icone, le varie esperienze di spiritualità quali i conventi di clausura, le case di accoglienza… tutte queste belle persone grazie alla loro esperienza, la loro capacità comunicativa e soprattutto la loro fede riescono a riempire, rinfrescare, risanare la nostra spiritualità inglobata nella quotidianità ricca di impegni, (forse troppi!).

I campi famiglie estivi sono per me un grande respiro di Dio che rinfresca la mia vita personale, di coppia, familiare e di comunità pastorale.

Elena e Sergio Magni

 

Siamo Stefania e Luca Cavasin,

siamo stati “cortesemente” invitati a raccontare la nostra storia di coppia.

Così, per superare un lieve imbarazzo nel parlare di noi stessi, potremmo presentarci come facemmo una volta ad un campo estivo, dove ci fu chiesto di paragonare la nostra famiglia ad un animale. Abbiamo pensato, come coppia, che le tartarughe potrebbero rappresentarci, avendo varie caratteristiche che ci accomunano, soprattutto la loro longevità: infatti possiamo dire che noi due ci conosciamo da una vita e, ripensando alla prima volta che ci siamo incontrati, sono passati quasi trent’anni.

Durante gli anni del nostro “lungo” fidanzamento non eravamo così consapevoli che questa straordinaria avventura sarebbe arrivata fino ad oggi. Vivevamo nelle nostre rispettive famiglie: una abbastanza tranquilla, abitudinaria e protettiva, l’altra più “movimentata”, dove c’era un’attività commerciale da gestire, nella quale anche i figli erano coinvolti, abituati e stimolati all’indipendenza. Due famiglie d’origine completamente diverse, che però ci hanno in egual misura insegnato e trasmesso i valori fondamentali della vita, l’onestà, il rispetto per il prossimo, la dedizione al lavoro. Due famiglie cattoliche che, pur non frequentando la Chiesa, dobbiamo ringraziare per averci indirizzato ai valori e ai Sacramenti Cristiani.

Sicuramente le nostre famiglie di origine hanno influito sul nostro rapporto, e il nostro essere così diversi non ci ha reso facile il cammino assieme; ci sono stati momenti duri e prove difficili che abbiamo dovuto affrontare per questi motivi.

In quel tempo eravamo molto giovani, poco più che adolescenti, e vivevamo la nostra vita senza grandi impegni: lo studio e la realizzazione professionale erano i nostri obiettivi principali da conseguire; nel tempo libero ci si incontrava con gli amici, si praticava dello sport e durante le ferie ci si permetteva dei viaggi, che sono una delle esperienze più belle che ancora oggi ricordiamo con nostalgia. La Parrocchia era un “luogo” a noi lontano, rimasto ormai un ricordo della nostra infanzia e adolescenza.

Gli anni passavano e noi come coppia avevamo trovato un “certo equilibrio” che forse non incoraggiava il desiderio di crearci una famiglia tutta nostra. Quando però, spinti anche da alcune vicende famigliari, si presentò l’occasione di “uscire di casa”, decidemmo di costruire il nostro nido. Pur non praticando molto la Chiesa e non avendo ancora deciso se un giorno ci saremmo sposati, ci iscrivemmo ad un corso parrocchiale per fidanzati; ma Dio non era ancora presente nei nostri progetti, o meglio, non lo vedevamo! Acquistammo un grazioso appartamento, dove andammo a vivere assieme. Eravamo felici, ma sentivamo il bisogno di dare un senso più profondo alla nostra unione: era il bisogno della Benedizione del Signore.

La convivenza, seppur breve, è stata una bella esperienza, un passaggio nel nostro cammino verso il Matrimonio Cristiano, che ti fa sentire proprio l’appartenenza all’altro/a, la sicurezza che lui/lei c’è sempre, “nella buona e nella cattiva sorte”, che spiritualmente è tutta un’altra cosa!

Il 1° maggio del 2000 ci sposammo nella Chiesa di Caerano di San Marco, un piccolo paese in provincia di Treviso, dove tuttora abitiamo con i nostri tre figli: Alice e Chiara di 12 anni e Lorenzo di 6 anni.

Il nostro cammino di fede insieme, iniziato col matrimonio, è proseguito poi con la conoscenza dei Gruppi Famiglia. Nel 2006, quando i nostri cari amici Antonella e Renato Durante ci invitarono ad un campo estivo, il nostro primo campo ad Arcinazzo, ci sembrò naturale parteciparvi, dal momento che avevamo deciso di dare un’educazione cristiana ai nostri figli; e quella era l’occasione giusta! Fu un’esperienza impegnativa, soprattutto perché avevamo le gemelle piccole, ma molto profonda e bella.

Da allora abbiamo partecipato quasi ogni anno ai campi estivi per famiglie, e possiamo dire che sono stati tutti unici e irripetibili, sempre di stimolo per parteciparvi nuovamente l’anno successivo.

Stefania e Luca Cavasin

 

Siamo una famiglia di Piscina, vicino a Torino.

Abbiamo conosciuto i Gruppi Famiglia una ventina di anni fa.

Eravamo da poco arrivati alla fede ed eravamo stati coinvolti nella vita parrocchiale e comunitaria da una famiglia, i Bernardi,  che ci aveva seguito in forma privata come “preparazione” al nostro matrimonio religioso (dopo 14 anni di matrimonio civile). Era nata in noi l'esigenza di conoscere meglio questo Dio per noi ancora sconosciuto e anche come normalmente vivono i cristiani (in quanto provenivamo da due contesti familiari non religiosi). Franco e Fernanda ci hanno invitato ad una preghiera (lectio divina) che si teneva mensilmente a Cavour, a casa di Caterina e Renato Baretta.

Ci siamo avvicinati così a questa forma di lectio divina diversa e più alla nostra portata, rispetto a quella che ci aveva fatto conoscere Padre Arturo della Comunità monastica di San Valeriano, tanto che per molti anni abbiamo continuato a praticarla come coppia in forma “diciamo veloce” quotidianamente!

L'accoglienza di questa coppia è stata un'esperienza forte dell'amore di Dio, e le coppie che trovavamo non erano da meno!

Era una vera festa anche per i nostri figli (Silvia adolescente e Nicola che frequentava le elementari). Hanno potuto così essere supportati da amici un po' più grandi (figli delle altre coppie) ed avere un aiuto per la propria vita.

Abbiamo anche partecipato a credo 3 o più campi estivi e penso altrettanti campi invernali e sono state esperienze bellissime, anche se a volte ci sono stati momenti di difficoltà perché venivamo messi in crisi da alcune proposte che richiedevano un'apertura emotiva ed il parlare tra di noi (cosa lontana dal nostro modo di essere coppia, nella quale l'intesa è automatica e implicita e l'amore risolve tutto... col tempo!). A me però piaceva moltissimo!

Nei campi si ricevono tante coccole, ci si può confidare, si portano a casa tanti bigliettini con parole gentili, che ti danno coraggio e ti fanno sentire amato! Per me è stata un'esperienza travolgente, specie i primi 2 campi a S. Pietro Vallemina, organizzati dagli infaticabili e splendidi Caterina e Renato.

In parrocchia facevamo un po' di tutto, dai corsi di preparazione al matrimonio, al battesimo, al catechismo.... secondo le necessità, ed in più io lavoravo (e lavoro) come maestra.

Col tempo abbiamo dovuto affrontare, dopo aver avuto nel frattempo un terzo figlio, l'assistenza sempre più incombente ai nostri genitori. Essendo figli unici entrambi, tutto ha gravato sulla nostra famiglia. Siamo riusciti ancora a partecipare ad un campo invernale, con Giosuè piccolo, ma non è stata la stessa cosa dei precedenti perché eravamo in pochi e lui era... l'unico bambino! Certo è stato coccolatissimo, ma non ha potuto ricevere ciò che avevano ricevuto i fratelli.

Ora in parrocchia facciamo, quando serve, i lettori e io sono, molto indegnamente, ma con gioia, ministro straordinario dell'Eucarestia e porto la comunione alle persone malate. I 3 nonni sono in casa di riposo ed il lavoro è minore, ma soprattutto la preoccupazione ed il carico psicologico, per cui incominciamo a riappropriarci un po' della nostra vita di coppia.

Comunque le esperienze passate, l'amicizia e l'affetto per i nostri amici dei gruppi famiglia, sono un grandissimo tesoro che conservo dentro di me! Vi voglio bene e vi ringrazio tutti!

Marina Cerri Mezzanatto

 

La nostra esperienza di gruppo famiglia inizia 15 anni fa.

La prima volta che fummo invitati ad un campo per famiglie di una settimana ero così perplesso che convinsi Luciana ad andarci solo per tre giorni. Era il 2001, Luciana, più inserita in parrocchia, mi aveva convinto ad iniziare insieme un cammino di animatori ad una classe di ragazzi delle superiori, cammino fatto un po’ di momenti belli e momenti difficili, visto che a quell’ età a volte i ragazzi ti mettono a dura prova (anche se, a distanza di molti anni, il cammino intrapreso da alcuni di loro ci ha dato grandissime soddisfazioni).

Il campo famiglia in questione era a Tonadico, il relatore don Giuliano Vallotto e l’argomento l’integrazione tra cristiani e musulmani. Dopo un giorno, avevamo già deciso che ci saremmo fermati tutta la settimana.

Il clima creatosi con famiglie di tutta Italia, l’allegria delle serate e l’argomento trattato con competenza e testimonianze varie, ci convinsero che la nostra esperienza di aggregazione con altre famiglie poteva avere un seguito.

Infatti, seguirono un campo a Gallio, a Coredo e altri, sempre nel periodo estivo, fra Col Perer e Val di Sella in Trentino. Tutte esperienze importanti, con incontri di tante persone con cui condividere momenti di riflessione ed allegria.

Nell’inverno del 2005 iniziammo a partecipare a dei mini campi invernali di 2-3 giorni a Sappada. Questa è un’esperienza che alcuni gruppi di famiglie della nostra zona, fanno in una struttura di proprietà delle suore dorotee, suddividendosi il periodo tra Natale ed Epifania. Anche questa esperienza, seppur diversa dai campi estivi, ci ha conquistato, tanto che l’ abbiamo continuata negli anni successivi, fino a esserne noi stessi gli organizzatori. E come organizzatori abbiamo continuato nello stile di chi ci aveva preceduto: non solo vacanze sulla neve, ma ci riserviamo uno spazio per un approfondimento biblico e una riflessione personale.

In alcune occasioni siamo stati affiancati da un sacerdote, in particolare don Sandro Dussin , fino all’anno scorso il nostro parroco, in altre abbiamo cercato degli spunti di riflessione attraverso delle testimonianze raccolte in nostre partecipazioni a dei corsi biblici.

Passare questi giorni assieme, condividendo l’organizzazione, il lavoro domestico, le riflessioni, la preghiera ed i momenti di svago, dà a tutti una grande gioia ed una serenità che si protrae ben oltre questo breve periodo, rinforza i legami ed arricchisce la conoscenza di altre persone… e questo è prezioso per noi ma soprattutto per quelle famiglie che non appartengono ad una rete come la nostra.

Nella scia di queste esperienze abbiamo deciso di frequentare un gruppo famiglia della nostra parrocchia, con amici che sono in ricerca come noi.

Recentemente abbiamo deciso di allargare i nostri orizzonti e di fare esperienze nazionali con due campi itineranti: nel 2013 a S. Giovanni di Spello e l’anno scorso a Nocera Terinese in Calabria: due esperienze che veramente consigliamo a tutti di fare, per le caratteristiche dei luoghi e il calore delle persone che si incontrano. Oltretutto ascoltare e toccare con mano le testimonianze di persone straordinarie laddove operano e vivono le loro scelte è stato per noi una novità emozionante.

Queste righe le abbiamo scritte durante il viaggio che nel ponte di Maggio abbiamo fatto a Roma, terminato con l’Angelus di Papa Francesco, una tappa importante nel cammino cristiano della nostra famiglia.

Damiano e Luciana Gatto

[Articolo non pubblicato perché arrivato fuori tempo massimo]

 

M-Il servizio ai campi

 

“ Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.”  (Lc 24,13-15)

Inizio questa mia semplice testimonianza, dei gruppi famiglia,prendendo spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus. Era l'estate del 2003 e io mi trovavo nella stessa situazione dei discepoli; il mio padre spirituale, colpito da un infarto improvviso, era morto lasciandomi smarrita ed incredula come solo un lutto inaspettato ti lascia. Condividendo questa triste notizia con Antonella e Renato, miei amici dal tempo dell'animazione in Azione Cattolica, m'imposero... sì devo dire che fu una “amorevole imposizione”, di partire con loro alla volta di Spello per il Campo Famiglie di quell'estate.

Le persone che ho incontrato, le loro esperienze di vita, il condividere il quotidiano per una settimana, fu come fare il tragitto che porta ad Emmaus... sostare con Gesù... fare memoria di quanto aveva operato nella mia vita... e riprendere il cammino dandomi la forza di tornare alla mia Gerusalemme per testimoniarlo con nuovo slancio.

L'anno seguente, Anto e Renato mi chiesero di dar loro una mano nell'animazione dei ragazzi, sempre per il campo a Spello. Anche questa esperienza mi diede modo di crescere nella fede e nelle relazioni con famiglie nuove. Soprattutto confermò e consolidò l'importanza di trattare i bambini ed i ragazzi come individui, pensando per loro un cammino all'interno di ogni esperienza, che ne rispetti e ne risalti la personalità e che dica la ricchezza che apportano in ogni famiglia. Quest'ultimo aspetto è uno stile che contraddistingue i Gruppi Famiglia, che ho condiviso anche in altri ambiti facendo notare che animare e pensare a dei cammini paralleli per i figli, amplifica ogni esperienza e arricchisce molto più che la semplice sorveglianza dei bimbi, mentre i grandi fanno gruppo.

Credo che il culmine della mia esperienza con i Gruppi Famiglia fu l'anno che mi aggregai come cuoca per il campo a Brunino... ma non da sola... con me venne anche mio papà invalido... non so descrivere la ricchezza di quella settimana senza commuovermi. Anche questa è una particolarità dei gruppi famiglia, ogni individuo è prezioso in qualsiasi fase della sua vita... in qualsiasi condizione si trovi... è ricchezza nella famiglia... nella collettività.

Non posso che essere grata di aver incontrato nel mio cammino di vita i Gruppi Famiglia, e sarò felice di incrociare ancora la loro strada... certa che ne scaturirà ciò che San Francesco chiama “Perfetta Letizia”.

Paola Bolzonello

 

Ho conosciuto i GF nei primi anni del 2000, ero reduce da una dolorosa separazione e alcune coppie di amici mi hanno proposto di partecipare ad un campo famiglia a Tonadico.

Era strana la mia situazione, ma non mi sono mai sentita particolarmente a disagio tanto che a quel primo campo ne sono seguiti molti altri a Casteltesino e Spello, ho incontrato tante persone e con alcune di esse continua una sincera amicizia anche se siamo un po' distanti e non riusciamo ad incontrarci molto sovente.

Devo confessare di avere a volte percepito un po' di rifiuto e di freddezza nei miei confronti in alcuni dei partecipanti ai campi, soprattutto al primo impatto, ma poi credo che tutti mi abbiano accettato così com'ero.

La mia sensibilità è cambiata nel corso degli anni e così ad un certo punto ho capito che non mi serviva più il campo, ma non volevo perdere questa bella esperienza di comunità e allora ho chiesto di “passare” dall'altra parte e di aiutare nell'organizzazione, così da diversi anno partecipo come staff di cucina al campo di Spello... che è il campo che preferisco per il suggestivo paese che ci ospita e per le bellissime persone che si incontrano.

Antonella Ronchegalli

 

Mi hanno chiesto di scrivere un articolo sui Gruppi Famiglia dal punto di vista dell'animatrice, che sono e che faccio ogni giorno con gioia.

Diciamo che il mio avvicinamento ai Gruppi Famiglia è stato casuale o semplicemente come nuova esperienza da archiviare finita la settimana estiva di campo famiglia.

Ma da quell'esperienza sono passati ben sette anni che sono animatrice all'interno dei Gruppi famiglia, perché quando si inizia ad essere animatore nei Gruppi famiglia difficilmente ci si allontana. Anche perché si instaurano legami così forti con le persone incontrate nel tuo cammino che non riesci più farne a meno.

Non sto parlando solo di legami tra animatore-animatore ma anche tra animatore-bambino/ragazzo e animatore-famiglie. Tutti i legami che ho creato nel corso degli anni continuano ad esserci tutt'ora e ci saranno sempre.

Ma ora veniamo un po' al “pratico”.

Il ruolo che noi animatori abbiamo sembra facile o magari può sembrare che noi badiamo ai figli delle famiglie ma non è così.

Per organizzare una settimana estiva iniziamo a lavorare un mese e mezzo prima e ci troviamo, noi animatori con i responsabili del Campo, per organizzare attività, giochi, lavoretti; e ben capite che passando così tanto tempo insieme si finisce per diventare una persona sola pur mantenendo le proprie idee; ma così facendo i problemi, i dubbi, le paure di una singola persona sono di tutti.

Poi finalmente arriva l'inizio della settimana estiva e li mettiamo anima e corpo per le persone che abbiamo attorno.

Stiamo con i bambini/ragazzi dalla mattina appena svegli fin che la serata è finita che, se non sbaglio dovrebbero essere sulle 13-14 ore; ma che noi lo facciamo volentieri anzi desideriamo farlo. Perché non c'è gioia migliore che vedere un sorriso sul volto di un bambino appena ti svegli.

Certo non mangano le difficoltà che possono nascere ma è proprio perché siamo una grande famiglia, e non più singoli individui, che riusciamo a superare ogni avversità.

Finita la settimana estiva il nostro lavoro e il nostro essere animatori non è finito, siamo chiamati a continuare tutto l'anno con gli incontri mensili che aggettiamo con gioia di fare. Perché non si è animatori part-time ma si è animatori ogni singolo giorno della propria vita da quanto si inizia a partecipare a questa grande esperienza.

Credo che ogni ragazzo dovrebbe provare ad essere animatore, per provare con mano e sulla propria vita quale gioia ti dona quest'essere persona donata 100% agli altri. Essere animatore significa, oltre a donare te stesso agli altri, essere un punto di riferimento ai quei bambini/ragazzi che ti sono affidati e a loro apparterrà sempre una parte del tuo cuore perché li vedrai crescere e maturare negli anni.

Irene Guidolin, Vallà (TV)

 

Spesso, guardando il grande collage di foto di gruppo che ricostruiscono meticolosamente nella mia camera le passate esperienze estive, l’attenzione viene attirata da quel viso sorridente di qualche anno più giovane circondato dall’abbraccio di tre bambini. Alla mente ritornano ricordi cari che nella loro semplicità hanno contribuito a dare dei colori vivaci al ricamo ancora incompiuto della mia vita e consolidare la scelta di provare ad essere educatore per i ragazzi nel lavoro e nella quotidianità.

Essere animatore nei diversi campi famiglia a cui ho avuto la possibilità di partecipare è stato soprattutto un dono, un dono ricevuto in modo particolare dai bambini e dai ragazzi, ma anche dai genitori e dagli amici più o meno nuovi con cui ho vissuto queste esperienze. Un dono deve avere prima di tutto una scatola dentro cui è posto. Nei campi famiglia, il cammino proposto ai genitori, che diventa la cornice dentro cui si muovono anche i più piccoli, è stata anche per me animatore un’occasione di riflessione, a volte una provocazione sul mio modo di pensare la famiglia e sul mio essere cristiano. A pensarci bene intorno alla scatola ci deve essere anche un bel fiocco perché la persona che riceve il dono possa stupirsi ancora di più. Il fiocco sono state le attenzioni e l’affetto in cui mi sono sempre ritrovato avvolto in ogni esperienza di campo vissuta, un’attenzione reciproca che può nascere solo dal sentirsi tutti una “grande famiglia”. Un regalo però non può non avere un bel biglietto.. quante volte mi sono ritrovato a leggere alla fine della settimana di un campo, seduto sul sedile di una macchina o appena arrivato a casa, i tanti biglietti scritti dai più piccoli o dai più grandi che in modi a volte scherzosi a volte profondi mi hanno fatto sentire di essere stato parte speciale di un’esperienza che ha coinvolto tante persone provenienti da luoghi diversi. Dentro nella scatola infine ecco il dono più bello, il germoglio di una speranza che va oltre alla passione per lo stare con i ragazzi, alla gioia di condividere momenti di allegria e spensieratezza, un desiderio che spinge  a credere che sia ancora possibile essere famiglia oggi, famiglia costruita sulla roccia che vuole cercare le radici del suo amore in Gesù. Ogni volta che un campo finisce e guardo quella foto nella mia camera sento questa speranza più vera. Essere animatore per me è stato accendere una speranza..

Massimiliano, Ronco Briantino (MB)

[Articolo non pubblicato perché arrivato fuori tempo massimo]

 

N-I relatori nei campi

 

1) Come avete conosciuto Gruppo Famiglia?

Risposta: E’ stata Suor Anna Roberta che per 7 anni ha vissuto a El Bonete in Nicaragua dove abbiamo parte del progetto di sviluppo umano a farci conoscere Ernesta e Gianprimo e quindi i Gruppi Famiglia. Suor Anna Roberta era stata invitata a tenere una delle relazioni del campo di Spello, essendo impossibilitata aveva comunicato a Ernesta e Gianprimo i nostri nominativi. Loro ci hanno contattati e così siamo andati a conoscere questa bella famiglia, abbiamo avuto da subito un senso di serenità familiare dal primo contatto. Ci hanno proposto di fare la relazione che era di Suor Anna Roberta e così siamo andati a Spello, invitando una giovane coppia di nostri amici e soci dell’associazione La Comune Luigi Bottasini, Onlus. L’esperienza è stata utile e necessaria per entrambe le nostre due coppie.

2) Cosa ci è piaciuto di più? In realtà ci è piaciuto tutto, più di ogni altra cosa la vita d’insieme e la condivisione delle giornate. Ci è servito anche per analizzare il nostro vissuto di coppia/famiglia molto impegnata con un progetto che ci lascia poco tempo per noi stessi. Un altro aspetto molto soddisfacente sono state le relazioni con gli altri partecipanti, l’interesse comune nel capirsi e conoscere le varie esperienze di vita.

3) Cosa ci rimane da quella esperienza? Innanzitutto la voglia di riprovarla, ci è rimasta l’amicizia di alcune di quelle famiglie con cui abbiamo mantenuto contatti. È rimasto il senso di condivisione dei tempi, dei temi, degli sguardi per conoscerci, le parole scambiate alla ricerca di una conoscenza interiore. Ci rimane anche la sensazione di pace, i sorrisi, le risate, la gioia dei bambini, la vivacità degli adolescenti. Più nel profondo del cuore e nella mente, la saggezza di vita e il pensiero positivo delle persone che hanno tenuto le relazioni, i loro luoghi di vita, la serenità che quei posti ispiravano.

4) Impegno in parrocchia? Sono passati molti da anni dagli impegni in oratorio più che in parrocchia, ma, onestamente, non sono stati positivi e abbiamo percorso un’altra strada, laica, ma carica di cristianesimo vissuto attraverso un progetto in un paese povero. Come dice Papa Francesco, noi abbiamo deciso da tempo di andare là dove i poveri hanno bisogno.

5) Abbiamo molte foto, ve ne mandiamo una

Gloria Chiaratti e Dino Verderio

 

O-I campi invernali, Taizé, Medjugorje

 

“Come la pioggia e la neve… …scendono giù dal cielo/ e non vi ritornano/ senza irrigare e far germogliare la terra./ Così ogni mia Parola non ritornerà a me / senza operare quanto desidero

Permetteteci il richiamo a questa bella canzone che ha rappresentato la colonna sonora del Campo Invernale 2003 a Cavagnolo Po, dal 27 al 30 dicembre.

Queste parole, infatti, esprimono al meglio il clima vissuto nei tre giorni di approfondimento biblico organizzati dai coniugi Albert.

Dal mattino del primo giorno la neve ha steso un generoso manto attorno all’Abbazia dei Padri Maristi che ci ospitava e ha generato un magico e ovattato silenzio rivelatosi perfetto per il nostro accogliere la Parola in tutta la sua profondità, così come l’hanno proposta i due ottimi relatori.

La dott.ssa Elena Bartolini ci ha affascinato con i suoi numerosi rimandi alle lingue antiche i quali hanno svelato la corretta etimologia di parole molto significative per noi e per il nostro cammino nello studio delle S. Scritture. La validissima preparazione teologica di Elena unita alla sua semplicità e al suo entusiasmo ci ha reso ben comprensibili e vicini i Libri profetici di Geremia e di Osea nei quali lei ha evidenziato numerosi segni di nuzialità. Segni che hanno rinnovato la nostra consapevolezza di rappresentare, come sposi cristiani, l’Alleanza possibile tra Dio e il Suo popolo.

La staffetta tra la dott.ssa Bartolini e fra Angelo Mancini, avvenuta a metà del Campo, ha tenuto alta l’attenzione e le aspettative di tutte le coppie partecipanti. Infatti, anche i passi scelti da fra Angelo nel Cantico dei Cantici hanno catturato l’interesse di tutti nel seguire il “duetto d’armonia” tra lo Sposo e la Sposa: immagine di amore coniugale e di relazione tra Cristo e la Chiesa.

I coniugi Trinchero, coppia responsabile, e l’affiatato gruppo di giovani e capaci animatori, non hanno poi fatto mancare la tipica atmosfera di festa che si respira ai Campi Famiglia. Abbiamo divorato circa dodici panettoni/pandoro e ci siamo riportati a casa figli da strizzare per il perdurare delle battaglie a palle di neve!

Rischiamo di dare ormai per scontata la cosa più preziosa che ogni volta ci riportiamo a casa, insieme ai lamenti dei nostri ragazzi che ci dicono: “Ma è già finito?”, e cioè il senso di amicizia che si crea in queste occasioni e che ci lega alle altre coppie, Amicizia possibile per il manifestarsi della desiderata presenza di Cristo tra tutti noi, dono rarissimo nella società che conosciamo abitualmente ma evento sempre riuscito ai Campi.

Giulia e Mario Olivo

 

Io e Franco abbiamo servito i Gruppi Famiglia, come responsabili nazionali, nel lontano 1995 e fino al 2.000.

In quei 5 anni abbiamo conosciuto e seguito centinaia di famiglie, nei numerosi campi estivi ed invernali e nelle Scuole di formazione in Piemonte. Il nostro personale contributo si è sviluppato nel tessere i rapporti con la CEI, collaborando con mons. Bonetti nel proporre ed organizzare le Settimane Della Famiglia a Roma (presso la struttura di Mondo Migliore). Ricordo che Mons. Bonetti venne ad Airasca, a casa nostra, proprio per conoscere la realtà dei Gruppi Famiglia, che, non essendo un movimento, riuscivano a dare un notevole contributo alle parrocchie senza togliere manovalanza territoriale.

Sono tutt'ora grata di questo impegno poiché oltre alle numerose occasioni di crescita personale e dei Gruppi, mi ha fatto passare la mia paura di volare in aereo: mi ero ripromessa di non usare mai più quel mezzo di locomozione dopo un battesimo dell'aria, in cui sorvolando l'isola della Gallinara, in Liguria, si era fermato il motore del velivolo ed atterrai grazie all'esperienza del pilota che usò l'aereo come un aliante.

A quel tempo mi dissi: "Se il Signore vuol spostarci ogni tanto da Airasca a Roma per servirLo, allora ci facciamo una bella confessione così se proprio vuole noi due almeno saremo in Grazia di Dio!!"

A quanto pare ci voleva, ma solo al Suo servizio quaggiù!

A ritroso si rilegge la nostra storia personale e si capiscono molte cose: per esempio l'attrazione che abbiamo vissuto sulla nostra pelle della rievocazione della Settimana Santa, che si fa nella Comunità di Taizé, la profonda convinzione che Laggiù c'era e c'è un angolo di paradiso, la sensazione di sentire e percepire la comunione dei Santi, la capacità di vivere un grande dono: la Pace!

Nei primi anni novanta chi non ricorda le incursioni in Serbia o in Croazia? Ebbene a Taizè abbiamo visto e sentito i ragazzi della Serbia scherzare e pregare vicino a quelli della Croazia, abbiamo visito e sentito testimoniare la propria Fede in Gesù decine e decine di persone provenienti da ogni angolo del Mondo.

Abbiamo seguito le riflessioni internazionali o gli incontri in piccoli gruppi parlando in francese o in inglese, o quando era possibile in latino.

Per anni abbiamo "esportato" il modello di preghiera con canti, alternati a silenzi e a testimonianze, sia durante i campi, sia nelle parrocchie che accoglievano l'invito a provare un'adorazione della Croce tipo Taizè.

Ora rimane un sogno: vivere tutta la Settimana Santa in quel luogo benedetto.

Rilanciamo l'invito ai nuovi responsabili dei gruppi: volete che si ritorni a Taizé? A Dio piacendo noi ci saremo e saremo disposti ad organizzare l’impresa!

Maria Rosa e Franco Fauda

 

Caro Franco, non ci conosciamo personalmente, ma ho avuto modo due anni fa di partecipare a Medjugorje al campo organizzato da Corrado.

Ciò è stato possibile grazie ad un annuncio che avevo letto sulla rivista che il giornale Avvenire allega mensilmente e che parlava appunto di questo appuntamento che il Gruppo Famiglia organizzava di una settimana in quel luogo.

Poiché da qualche tempo ero incuriosita per un viaggio-pellegrinaggio là, ho telefonato e siccome mi hanno dato l'ok, ho invitato un'altra coppia di amici e siamo partiti per raggiungere la meta.

Corrado ci aveva fornito tutti i dettagli del soggiorno! Raggiunti senza difficoltà, fatto conoscenza di tutti gli altri, abbiamo trovato un'accoglienza familiare, come se ci fossimo sempre conosciuti.

Sebbene noi quattro un po' più maturi, non abbiamo avuto difficoltà a confrontarci nelle varie tematiche proposte. Potrei dire ancora tante cose, ma non mi dilungo oltre.

Voglio ringraziare ancora tutto il gruppo per i bei giorni trascorsi nella preghiera, nelle esperienze varie. Conservo ancora un bel ricordo di tutte le persone.

Scusa non mi sono presentata: sono Eugenia che insieme a Fiorello, mio marito e agli amici Mario e Luisa abbiamo vissuto questa esperienza e conosciuto i Gruppi famiglia.

Un affettuoso saluto. Eugenia

Bettoli Fiorello e Eugenia

 

P-Il collegamento tra gruppi e l’intergruppo

 

" Come passa veloce il tempo!" In questi anni, passati così velocemente, ci siamo resi conto di quante cose abbiamo fatto. Quando siamo partiti, 30 anni fa come gruppo di fidanzati, pieni di entusiasmo e con la voglia di essere protagonisti della nostra vita, non avremmo mai pensato di trovarci dopo 25 anni con tanta strada alle spalle, ma sopratutto con tante esperienze positive che ci hanno migliorato e a volte fatto tornare con i piedi per terra, donandoci anche un po’ di umiltà.

Possiamo dire che il cammino dei gruppi famiglia ci ha aiutato nel dialogo di coppia "costringendoci "a lasciar perdere i musi lunghi per affrontare il problema che li aveva causati.

Ci ha chiamati ad essere più consapevoli nell’educare i nostri figli, a trasmettere loro quei valori, che come famiglia cristiana eravamo chiamati a vivere.

Ci ha interrogati se potevamo fare qualcosa per gli altri al dì fuori della nostra famiglia. così abbiamo accettato di diventare animatori per accompagnare i fidanzati nel loro percorso di preparazione al matrimonio.

Ci ha aiutato a maturare la consapevolezza di dover diventare genitori dei nostri genitori ormai anziani, di star loro vicino, anche se a volte “rompono” di più dei nostri figli.

E tra le tante altre cose, riconosciamo nel collegamento, un momento importantissimo per i gruppi, perché nei momenti meno felici o di difficoltà del nostro, ci dava il coraggio di continuare ad andare avanti e questo permetteva di superare la crisi del momento o la difficoltà che si stava vivendo così da riprendere il cammino con più energia.

Fiorenza e Toni Bottero

 

I tanti anni di cammino all'interno dei gruppi famiglia ci hanno reso consapevoli che i doni che avevamo ricevuto andavano messi a frutto e condivisi. Le difficoltà che avevamo superato, l'aiuto che avevamo avuto, il bel cammino di coppia e di famiglia, la gioia di vivere bene, andava donata anche ad altri.

Ci hanno proposto di diventare animatori, o meglio, coppia accompagnatrice dei fidanzati. All'inizio abbiamo vissuto l'esperienza con la consapevolezza di non essere all'altezza del compito che sentivamo nuovo e richiedeva molta responsabilità. Relazionarsi con degli adulti che si sentivano obbligati a fare il corso per ottenere l'attestato da consegnare al parroco non è semplice. Poi negli anni è aumentato da parte dei fidanzati il desiderio di fare un bel percorso di coppia, forse anche a causa delle tante separazioni che oggi avvengono. Abbiamo incontrato moltissime coppie in questi anni, coppie convinte di sapere tutto, coppie conviventi sicure di poter insegnare agli altri e coppie che, con serenità, hanno fatto con noi un bel percorso insieme. Con gli anni sono cambiati anche i fidanzati, ci sono più coppie conviventi, ma in tutti c'é molta volontà nel voler fare un matrimonio riuscito e una certa dose di timore di non riuscire ad essere felici insieme.

Le giovani coppie hanno bisogno di fiducia e di vedere coppie che ce la fanno ad essere felici, che non si sfasciano di fronte alle difficoltà, ma che sanno anche ritrovarsi dopo le bufere. Hanno bisogno di sentire che si possono superare i momenti difficili. Molto spesso mancano proprio esempi di coraggio e di fedeltà, di vedere e sentire il matrimonio come un bene prezioso di cui prendersi cura.

Il nostro compito é quello di farci vicini, di accompagnarli incoraggiandoli e sostenendoli, mettendo in luce quelle tematiche che sono fondamentali, come il dialogo, il confronto, il rispetto, il perdono e la preghiera insieme. Alla fine dell'itinerario siamo entrambi soddisfatti, loro perché sentono di essersi arricchiti come coppia di aver riflettuto insieme su temi qualche volta difficili e noi di aver rivisto le fondamenta del nostro matrimonio.

Fiorenza Bottero [non pubblicato per ragioni di spazio]

 

Un punto fermo dell’esperienza dei GF è l’organizzazione in rete degli stessi, attraverso un coordinamento di zona chiamato intergruppo, si mettono insieme le coppie responsabili di ogni GF presente nell’area.

Tra le coppie responsabili ne viene eletta una coordinatrice dell’intergruppo, che ha il compito di ricordare gli impegni comuni preparare il materiale necessario per la riflessione dell’intergruppo.
Alle riunioni dovrebbe essere presente il sacerdote che segue l’esperienza, incaricato dal vicario foraneo.

L’Intergruppo si riunisce periodicamente, partendo dalla lettura e discussione della relazione trascritta del momento di approfondimento periodico (annuncio) che si fa a Castelfranco, per preparare la revisione di vita a partire dallo stesso, e coordinare l’attività di ogni gruppo.

È il momento per ascoltare le singole realtà, gli eventuali problemi allo scopo di sostenere e rimotivare le coppie nel loro cammino e impegno.

Degli incontri vengono dedicati per raccogliere le proposte dei gruppi, fare una verifica sull’attività svolta, proporre i temi del programma annuale degli incontri di approfondimento a Castelfranco ed eventualmente delle settimane estive.

Roberto Vescovo

 

La Segreteria (IL "COLLEGAMENTO") è stata finora uno degli assi portanti della nostra aggregazione. Nel futuro internet, skype... forse potranno dare altri strumenti di contatto e comunicazione, ma penso che nulla possa sostituire la presenza fisica, almeno un paio di volte l'anno.

Nulla sostituisce la convivialità, la gioia della presenza degli amici, guardarsi negli occhi e scoprire nell'altro la gioia dell'incontro.
Eravamo coscienti che ciascuno (ciascuna coppia) arrivava al collegamento portando tutta la storia, nel bene e nelle difficoltà, dei GF di appartenenza con il desiderio di uno scambio in cui ciascuno approfitta dell'esperienza che viene condivisa, offerta come mezzo di riflessione per trovare nuove soluzioni alle difficoltà o condividere gioia ed incoraggiamento per una iniziativa riuscita.
GUIDO, sovente, è stato un vulcano di idee, nuove piste, originali da discutere, mettere a fuoco, calare nell'esperienza concreta di ogni situazione locale con la partecipazione di tutti.
ANNA sovente ci ha richiamato con forza a concentrarci sull'essenziale, sulla Parola, alla carità che sono il fondamento di ogni azione che vuole essere al servizio del prossimo.
A volte le discussioni sono state intense appassionate; ricordo quelle con GIGI sul ruolo degli animatori nei campi e nei gruppi, punti di vista ed esperienze diverse, ma anche con vero ascolto, buona volontà e desiderio di trovare soluzioni condivise ma anche accettando le diversità.
Idee nuove, esperienze condivise in un’atmosfera positiva davano nuovo slancio, voglia di superare gli ostacoli; essere realisti, guardare in faccia qualche buco nero, ma aiutandosi a vedere il buono possibile in un clima di empatia reciproca.

Dare insieme valore, accettare il "poco" che comunque si riusciva a fare con l'aiuto del Signore.
Ci si aiutava a guardare con realismo alla realtà di Chiesa in cui ciascuno vive ma anche a non lasciarsi scoraggiare, a essere laici, famiglie che comunque sono forza di cammino nelle comunità
parrocchiali.

La Segreteria (il "Collegamento") è stato uno degli assi portanti della nostra aggregazione. In futuro forse internet, skype,… potranno fornire altri strumenti di contatto e comunicazione, ma penso che nulla possa sostituire, almeno un paio di volte l'anno, l’incontro personale, la convivialità, il guardarsi negli occhi e scoprire nell'altro la gioia dell'incontro.
Siamo sempre stati coscienti, quando eravamo coppia responsabile del Collegamento, che ciascuno (ciascuna coppia) arrivava al collegamento portando tutta la storia, nel bene e nelle difficoltà, del suo GF di appartenenza. Si partecipava desiderando uno scambio in cui ciascuno potesse cogliere, nell'esperienza offerta, un’occasione di riflessione per trovare nuove soluzioni alle difficoltà oppure un momento in cui condividere la gioia per un’iniziativa riuscita ed avere un incoraggiamento per continuare.
Guido, sovente, è stato un vulcano di idee, di nuove piste, tutte originali, da discutere, mettere a fuoco, calare nell'esperienza concreta di ogni situazione locale.
Anna a sua volta ci ha richiamato con forza a concentrarci sull'essenziale, sulla Parola, sulla Carità che sono il fondamento di ogni azione che vuole essere al servizio del prossimo.
A volte le discussioni sono state intense, appassionate; ricordo quelle con Gigi sul ruolo degli animatori nei campi e nei gruppi, punti di vista ed esperienze diverse, ma anche vero ascolto, buona volontà e desiderio di trovare soluzioni condivise, pur nelle diversità dei punti di vista.
Il Collegamento è sempre stato un dare valore a ciò che si faceva, anche se poteva apparire "poco", ma comunque fatto con l'aiuto del Signore, un aiutarsi a guardare con realismo la realtà della Chiesa locale in cui ciascuno viveva e vive, senza non lasciarsi scoraggiare, ricordandosi che le famiglie erano e restano un punto di forza nelle comunità parrocchiali.

Céline e Paolo Albert

 

Q-Con i presbiteri

 

Con la mia venuta a Cavour nel Febbraio 1988, abbiamo tentato come Parrocchia di credere al valore dei gruppi di famiglia, che si trovassero in primo luogo per pregare, per rafforzarsi alla parola del Signore e per crescere nelle comunione e nel servizio. E così è avvenuto grazie all'aiuto e all'impulso di monsignor Giuseppe Anfossi, diventato poi vescovo di Aosta, degli amici Guido Lazzarini, Franco e Noris Rosada. Per molti anni sono stati per la Parrocchia la forza e la vita in ogni attività. Mi preme mettere in risalto la "Lectio divina" mensile, la formazione dei giovani al matrimonio, la nascita dei centri di ascolto, i molti campi estivi. Purtroppo sorella morte ci ha privati della presenza di Renato, che unitamente alla sua sposa Caterina, molto ha contribuito perché ciò accadesse.

Carissimo Renato, ora che sei nella vita del Signore prega per tutti noi, perché possiamo qui in terra formare la famiglia di Dio come l'hai formata tu.

Don Mario Ruatta

 

Sono passati diversi anni, era il 1996, quando, dovendo organizzare un "Corso Fidanzati" nel Vicariato di Castello di Godego, ho conosciuto Valeria e Tony Piccin, Il "Corso" sarebbe iniziato a gennaio 97 e subito Tony e Valeria mi hanno invitato a partecipare a una Settimana-Famiglie che era in programma nel mese di agosto in Umbria nei luoghi di S. Francesco, con la sede logistica presso una casa dei PP. Canonici Regolari Lateranensi a Gubbio.

Da quella prima esperienza nel programma della mia estate, ad esclusione di uno o due anni, c'è sempre stata l'esperienza della "Settimana", alternando l’esperienza legata all'ambiente francescano, settimana di incontri con persone con esperienze significative-profetiche, quasi profetiche direi, perché ricche di suggestioni e provocazioni, con la Settimana in montagna: Castel Tesino, Tremonti, Voltago Agordino.

Sono tutte esperienze che mi hanno fatto incontrare persone con diverse delle quali il rapporto telefonico continua. Da ogni Settimana sono uscito arricchito dal clima di amicizia fatta di reciproco ascolto, di capacità di condivisione. Sempre mi colpisce lo stile che contraddistingue i Gruppi Famiglia, vale a dire che tutti sono invitati e stimolati per essere protagonisti, in piena libertà, nessuno è costretto, ma al tempo stesso ognuno è accolto come persona importante, che può contribuire alla buona riuscita dell'esperienza.

Più volte ho avuto modo di parlare con persone che avevano dato la propria adesione non proprio con entusiasmo, perché ritenevano di passare giorni noiosi, troppo impegnativi, non in grado di dare quel sollievo che uno si attende durante il periodo di ferie. Ebbene alla fine della Settimana si sono ritrovati a cambiare completamente il giudizio sull'esperienza vissuta.

I punti forti che riconosco in queste esperienze sono:

- Attenzione alle persone, non solo come individui, ma come appartenenti a una famiglia, con le sue problematiche, ma anche con le sue potenzialità.

- In primo piano la coppia alla quale viene offerta l'opportunità di mettersi al centro per una settimana.

- Ma non vengono trascurati i figli, anche loro protagonisti a secondo delle fasce di età, vale a dire dal bambino che ha bisogno di essere seguito, all’adolescente che è responsabilizzato verso il fratello più piccolo.

- Una proposta che sa armonizzare tempi di riflessione-approfondimento a momenti di svago, ricavati o dai luoghi (ambienti, paesaggi, ecc) o da opportunità di conoscenza a livello culturale.

- Momenti di gioco vissuti in sana allegria e spensieratezza.

- Uno stile di semplicità-essenzialità-reciproco servizio che va a recuperare modi essere e di fare forse più presenti fino a qualche decennio fa, ma che sarebbe quanto mai opportuno e prezioso vivere anche al giorno d'oggi.

Nei Gruppi Famiglia l'Eucaristia è davvero il centro e il vertice del momento forte della Settimana. All’Eucaristia che viene celebrata e proposta ogni giorno, e per questo mi consta che gli organizzatori cercano di avere il sacerdote che si accompagna a loro, si fa riferimento fin dal momento di preghiera condiviso al mattino, e alla celebrazione converge il contenuto di riflessione e di esperienza condivise durante il giorno.

Momento non meno importante la giornata penitenziale, un’occasione preziosa di vivere la Riconciliazione in modo più tranquillo e più efficace di quanto non succeda molto spesso per i più diversi motivi.

Direi che la Settimana Famiglie riassume e fa intravvedere il tipo di proposta che i Gruppi Famiglia intendono portare negli incontri periodi mensili o poco più dilatati, attraverso l'intervento di qualche esperto invitato a partire dai temi che vengono proposti all'inizio di un anno sociale.

Io come sacerdote-religioso devo ringraziare gli amici dei gruppi Famiglia che oltre a dare supporto ai Corsi Fidanzati, mi danno la possibilità di condividere questa esperienza con le famiglie, preziosa opportunità di rendermi più vicino "l'odore delle pecore" per dirla con Papa Francesco in modo da intessere poi il mio essere pastore, Missionario della Sacra Famiglia, (questo la denominazione della Congregazione della quale faccio parte), con quella "parresia" (parola greca per dire la verità nel rispetto, nel non giudizio e nella misericordia) tanto necessaria al giorno d’oggi perché il Vangelo della famiglia, la buona notizia della famiglia continui ad attirare anche le nuove generazioni.

Padre Francesco Pellizzer, Altivole (TV)

pellizzerf@gmail.com

 

Nel 1996, dovendo organizzare nell’inverno un "Corso Fidanzati" nel Vicariato di Castello di Godego, ho conosciuto Valeria e Tony Piccin.

Loro mi hanno invitato a partecipare a una campo estivo per famiglie che era in programma nel mese di agosto in Umbria nei luoghi di S. Francesco, con base a Gubbio.

Da allora nel programma della mia estate, salvo rare eccezioni, c'è sempre stata l'esperienza del campo.

Sono state esperienze che mi hanno fatto incontrare famiglie, con diverse delle quali ho mantenuto un contatto telefonico. Da ogni campo sono uscito arricchito dal clima di amicizia fatto di reciproco ascolto, di capacità di condivisione.

Ogni volta mi colpisce lo stile che contraddistingue i Gruppi Famiglia, vale a dire che tutti sono invitati e stimolati per essere protagonisti, in piena libertà, nessuno è costretto, ma al tempo stesso ognuno è accolto come persona importante, che può contribuire alla buona riuscita dell'esperienza.

Nei Gruppi Famiglia l'Eucaristia è davvero il centro e il vertice della Settimana. All’Eucaristia che viene celebrata ogni giorno, si fa riferimento fin dal momento di preghiera condiviso al mattino, e nella celebrazione converge il contenuto di riflessione e di esperienza condivise durante il giorno.

Momento non meno importante la giornata penitenziale: una occasione preziosa di vivere la Riconciliazione in modo più tranquillo e più efficace di quanto non succeda abitualmente.

Direi che il campo riassume bene il tipo di proposta che i Gruppi Famiglia portano negli incontri mensili durante l’anno, attraverso l'intervento di esperti invitati a parlare sui temi che vengono definiti all'inizio dell’anno pastorale.

Io come sacerdote-religioso devo ringraziare gli amici dei Gruppi Famiglia che mi danno la possibilità di fare queste esperienze con le famiglie, per me una preziosa opportunità di condividere "l'odore delle pecore" per dirla con Papa Francesco e migliorare il mio essere pastore.

Padre Francesco Pellizzer

 

Riflessione sui gruppi famiglia di don Alessandro Dussin

Gruppi Famiglia come scuola di formazione anche per i preti. Alcune testimonianze come memoria di esperienze vissute e mete intraviste

Noi preti mediante il nostro ministero abbiamo qualcosa di prezioso e insostituibile da dare alle coppie e alle famiglie: la Parola di Dio, l’Eucarestia, il Perdono, ed essere per loro la presenza di Gesù, Buon Pastore. Ma anche le famiglie, mediante il sacramento del matrimonio e la loro vita, hanno qualcosa di bello e insostituibile da dare a noi preti. Solo nello scambio reciproco di doni ci può essere fecondità e crescita umana cristiana ed ecclesiale.

Una prima cosa che ho riscoperto, e che sembra tanto semplice, è che nella trasmissione della fede al principio non ci sono stati né preti, né religiosi, né catechisti, ma le famiglie stesse di origine. Ho chiesto tante volte a uomini e donne sposati: dove hai imparato le preghiere, dove hai imparato a conoscere Gesù e a vivere da cristiano? Quasi sempre la risposta è stata: dal papà e dalla mamma, ed i nostri genitori dai loro. Accanto alla successione di un Papa ad un altro, da un vescovo ad un altro, da un prete ad un altro, c’è dunque una lunga catena, che di generazione in generazione testimonia la misericordia come dice Maria nel Magnificat.

Storia di famiglie come storia di salvezza, in cui il Signore chiama le persone, le prende come sono, ne fa strumenti delle sue meraviglie, colmando col suo Spirito e col suo perdono l’inadeguatezza tra la povertà degli uomini e la grandezza del suo progetto.

Scuola di famiglie come scuola di formazione anche per noi preti.

1.               scuola di umanità

c’è il pericolo per noi preti di essere dei burocrati, dei funzionari del sacro, di restare infantili. Mi sono chiesto spesso perché sia più facile lavorare con i bambini che con gli adulti; tante attività e campi scuola per bambini e ragazzi, pochi per adulti e famiglie. Che non sia anche perché noi preti abbiamo paura di un confronto, di una relazione paritetica da uomo a uomo, da adulto ad adulto? Le famiglie e le coppie aiutano anche noi preti a sviluppare la nostra umanità e a stabilire relazioni profonde e vere, e non solo funzionali, senza nasconderci nel ruolo o nell’istituzione.

2.               Scuola di fraternità

Nell’esperienza delle famiglie sei chiamato e stimolato ad essere un fratello, insieme con altri fratelli e sorelle, superando quella separazione e quel distacco che era caratteristico dei tempi passati. Ti senti, in un certo senso disarmato, non hai una ricetta, la predichetta da fare, la risposta ad ogni domanda o problema, ma devi cercare con loro e vali per quello che tu stesso vivi e per quello che sei.

3.               Scuola di riconciliazione

vivendo con le famiglie ed ascoltando la loro vita, sono stato obbligato a pensare e a confrontarmi con cose molto concrete e con problemi molto attuali, che spesso conoscevo solo dall’esterno. Dalla salute dei figli, degli anziani, dal lavoro all’impegno civile sociale e politico. Riconciliazione con il mondo femminile, per un rapporto di chiarezza fondato su amicizia e non su paura diffidenza o difesa.

4.               Scuola di umiltà

Tante famiglie hanno la vita più dura della mia di prete. Spesso mi chiedo, con un senso di disagio in me stesso, se ho diritto di lamentarmi quando ci sono famiglie che hanno problemi e pesi da portare molto più grandi dei miei. Noi preti apparteniamo ad una delle categorie più garantite in Italia, anche in questi tempi di crisi. Siamo protetti e garantiti molto più di tanti papà e mamme di famiglia.

5.               Scuola di fedeltà

Quante volte noi preti la predichiamo agli altri e alle famiglie in particolare. Ma io so veramente quanti eroismi, quante fatiche quale prezzo può costare. Fedeltà fra marito e moglie, fedeltà ai figli, e non per qualche ora ma per sempre, fedeltà ai genitori anziani… ho capito meglio le parole di Gesù “state attenti a non mettere pesi pesanti sulle spalle degli altri e mentre voi non li toccate nemmeno con un dito”. E la mia fedeltà di prete? Senza cercare surrogati o giustificazioni di basso profilo? Fedeltà di sposi e genitori, di preti e consacrati, forme diverse dell’unica fedeltà di Gesù, “testimone fedele” fino a morire. Fedeltà come amore totale e indiviso all’unico Signore.

6.               Scuola di profezia

Anche per la comunità parrocchiale oltre che per il mio ministero. Tante volte noi preti diciamo che la parrocchia è una famiglia. Ma spesso sono belle parole perché la parrocchia può diventare organizzatissima “azienda”, stazione di servizi… io prete che cosa sono in una parrocchia? L’amministratore delegato e datore di lavoro, il manager, il capo… o dovrei essere il segno di Gesù lo sposo, Gesù il servo, il Bel Pastore? Tante famiglie che ho conosciuto vivono questa bellezza del matrimonio nello spirito delle beatitudini. Quando una parrocchia è “bella”? Quando la messa è uno “sposalizio”? Quando gli incontri sono una “festa”? Le famiglie sono una provocazione in merito a vivere e far vivere così una comunità cristiana.

Conclusione.

Ho notato in questo scritto alcune cose che le famiglie mi hanno insegnato direttamente o indirettamente, che le abbia in parte assunte non lo garantisco! Ma ci ho provato e vorrei provarci ancora!

Vorrei ancora dire un grazie a tutte quelle coppie che in tanti anni mi sono state vicine, in particolare a quelle famiglie dove ci sono stati momenti duri e drammatici (morte del marito o della moglie o di altre persone care). La loro fede e coraggio mi sono state di esempio e di sostegno; a quelle coppie o famiglie che hanno portato avanti, o lo stanno facendo ancora, un compito di responsabilità, di coordinamento, di sostegno e servizio ad altre coppie di sposi o famiglie; anche da loro ho imparato una serietà di preparazione, di metodo, di passione nella gratuità di un servizio e nella parola di Gesù: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

Don Alessandro Dussin, (testo fornito Roberto Vescovo)

 

R-Al servizio della parrocchia

 

“25 anni, ma non li dimostra”. Mi sembra ieri… Ascoltavamo Guido Lazzarini, che con entusiasmo, ci proponeva a noi giovani coppie della SS. Trinità, le cose belle che avremmo potuto fare come “gruppi famiglia” nella nostra parrocchia.

Devo dire, che a distanza di anni il suo messaggio è stato recepito. Sono nati i gruppi d’incontro mensili di “revisione e Lectio”, alcuni di noi, come me e Mauro hanno fatto la bellissima esperienza dei campi, nel Veneto poi a Spello, abbiamo partecipato cuochi a S. Pietro V.Lemina e a Gressoney.

Ricchi di queste esperienze con altre coppie di Nichelino e la collaborazione insostituibile dei mitici coniugi Piccin siamo riusciti ad organizzare un campo sulle nostre montagne, a Richardette in val di Susa. Ora tutto questo fa ormai parte del nostro bagaglio spirituale e umano, ma sentiamo il bisogno di cogliere l’occasione per salutare tutti coloro che abbiamo incrociato in questo percorso della nostra vita. Grazie!

Mauro e Lucia Cristino

 

La nostra famiglia ha incontrato i GF durante un campo estivo nel 1997.

Fu un’esperienza molto positiva tanto che ai campi scuola siamo ritornati più volte e sempre ci siamo ricaricate le batterie per tutto l’anno e le amicizie nate durante i campi sono poi proseguite nel tempo.

È bello vedere come le nostre vite si incrociano nel nome del Signore e come l'esempio dei ragazzi più grandi faccia breccia nel cuore dei più piccoli.

Per noi coppia è invece importante vedere che le scelte controcorrente fatte sono condivise da altri, è importante non sentirsi soli.

Il confronto leale e sincero che si è sempre instaurato ha fatto molto maturare la nostra famiglia.

Adesso lavoriamo in parrocchia col nostro gruppo famiglia nato un po’ sullo stile dei GF e i nostri figli sono impegnati in oratorio e nell'UNITALSI bambini.

Sicuramente avere vissuto come ragazzi prima e poi come animatori i campi estivi per loro è stata una bella palestra.

Ci sentiamo davvero parte della stessa chiesa anche se veniamo da posti diversi e il vivere esperienze cristiane in modo così diverso ci fa solo " allargare la mente " e allontana il rischio di rinchiudersi nella propria comunità.
Loretta e Graziano Consonni (con Ambro, Carlo, Sebi e Desi)

 

In occasione del Giubileo del 2000, Fabio ed io abbiamo deciso di trascorrere una vacanza estiva “diversa”, accettando la proposta del giornalino di coordinamento, capitatoci provvidenzialmente a casa: così, con i nostri tre figli, di 12, 9 e nemmeno 2 anni, e con una Fiat Tipo stracarica, siamo partiti alla volta di Gressoney La Trinité, per il nostro primo campo famiglia.

Ho usato il passato prossimo, invece di quello remoto, per sottolineare l’importanza di quella esperienza, anche per il nostro oggi: come giorni di ferie non sono stati dei più riposanti, ma davvero densi e significativi per tutti noi, questo sì!

A noi sposi è stata offerta la possibilità un dialogo serrato e profondo, quasi impossibile nella normale routine, e di un confronto aperto e incoraggiante con altri sposi-genitori, oltre a uno spazio per la preghiera altrimenti impensabile con i bambini.

Il nostro piccolo Bruno proprio lì si è innamorato della musica e della chitarra, suonata nelle serate e nella messa da Gabriele (dieci anni), e tuttora la suona anche lui per accompagnare la liturgia; Ilaria e Paolo, i più grandi, non sarebbero voluti venire via, Paolo quasi piangeva nel partire per tornare a casa!

Insomma, ci siamo così appassionati a questo modo di fare vacanza, che l’anno successivo è stata la volta del famoso campo “itinerante” di Spello, sotto la guida di Tony e Valeria. Da lì ci siamo portati a casa lo stile del mettere insieme la crescita spirituale dell’intera famiglia con la conoscenza dei luoghi che ci ospitano, oltre ad amicizie forti, che ancora resistono all’usura del tempo e della distanza. Eh, già, perché di toscani, come noi, a giro per quei “campi” allora non ne abbiamo trovati!

Così, nel 2004, abbiamo portato con noi, a Sauze d’Oulx, una coppia di amici della parrocchia, dopo aver fatto loro sperimentare un primo tentativo di campo auto-ri-prodotto, durante il ponte di San Giovanni. Il risultato è stato che l’anno successivo i giorni del nostro campo sono passati da tre a sette, e con un maggior numero di famiglie coinvolte! Da allora le nostre esperienze estive parrocchiali si sono susseguite ogni anno, pur con alcune variazioni nello stile, dovute alle esigenze del gruppo. La partecipazione ad esse si è poi estesa ad altre realtà dei nostri sacerdoti Salesiani, molto sensibili al tema famiglia, così da due anni abbiamo fra noi anche due famiglie di Roma.

Grande, dunque, è stata l’importanza di tutti i campi famiglia vissuti, ma hanno rappresentato il mio “imprinting”… i gabinetti di Gressoney! Sì, dove, durante i turni di pulizia, oltre ad aver conosciuto molto da vicino persone splendidamente ... normali, ho sperimentato quanto fosse autentico il clima di “famiglia di famiglie”: i bagni, infatti, erano lasciati da tutti esattamente con lo stesso rispetto di quelli di casa propria, non come si trovano tanti bagni comuni!

Nota scherzosa (ma non troppo!) a parte, con Fabio ricordiamo, oltre ai team di eroici e capaci organizzatori, veri testimoni, per noi, dell’amore familiare e fecondo nel senso più lato, anche splendide figure di sacerdoti, che si sono messi in gioco… giocandosi le ferie, per manifestarci, è il caso proprio di dire “sul campo”, la possibilità e la bellezza della sinergia dei “due sacramenti per la missione”, l’Ordine sacro e il Matrimonio.

Che bello! Cosa dire se non GRAZIE?

Elda e Fabio Andreuccetti

 

S-Al servizio delle diocesi e della Chiesa

 

Eravamo sposati da alcuni anni e con i figli ancora piccoli. Provenivamo dalla città di Torino, seguendo il consiglio di un medico che ci aveva suggerito di andare a vivere in campagna, individuando nell’acidità dell’aria inquinata una possibile causa dell’eczema atopico che aveva colpito il nostro secondogenito. Era il 1995 quando l’anziano parroco di Roletto, con la sua consueta semplicità, annunciò l’invito a una serata con una coppia di sposi disposti ad accompagnare altri sposi in un cammino di fede. Il sabato dopo la coppia spiegò quali erano i motivi e le modalità di svolgimento degli incontri. Alcuni sposi furono interessati e accettarono l’invito a proseguire, altri non si videro più. Fu così che alcuni sposi, delle parrocchie di Roletto, Cantalupa e Frossasco, in provincia di Torino, cominciarono un piccolo gruppo famiglia. Raccontare la storia di un gruppo famiglia ha il sapore di un racconto di vite che misteriosamente si intrecciano, si toccano, confluiscono in altro… secondo un disegno che sfugge all’umana sapienza.

Gli incontri cominciarono a svolgersi con regolarità una volta ogni tre settimane, alternativamente nei locali delle tre parrocchie. I coniugi-guida, furono splendidi accompagnatori. Seppero creare da subito un clima di amicizia e rispetto reciproco e seppero seminare la parola di Dio con quella prospettiva propria della coppia e della famiglia. Noi non conoscevamo nessuno in questo gruppetto di persone, ma presto ci sentimmo uniti e partecipi, tutti, alle altrui vicende. Crescemmo alimentati insieme con lo stesso nettare. La condivisione, i suggerimenti, il porsi sullo stesso respiro spirituale coagulò poco alla volta in noi il senso della fraternità: ci sentivamo Chiesa! Per noi fu come respirare aria nuova; un’aria che non si sentiva in altri ambienti ecclesiastici. Questo fu un primo miracolo suscitato dalla preghiera comune.

La coppia guida, dopo due anni di percorso insieme, ci lasciò. Da allora cominciammo a camminare da soli. A turno ci incaricammo di guidare in coppia il gruppetto. Questa coppia prendeva a cuore l’organizzazione degli incontri, sentiva i parroci per la disponibilità dei locali, ricordava alle altre coppie gli appuntamenti, si preoccupava della presenza dei figli agli incontri. A poco a poco il gruppo silenziosamente cresceva… non in numero, ma alla maniera di Dio!!!

Raccontare ora la storia degli aderenti a quel gruppo sembra assistere alla crescita di un albero: l’albero della fede.

Dopo due anni uno dei membri, insieme alla moglie, cominciò a frequentare la scuola per il diaconato mentre nel gruppo cresceva il numero di figli: una benedizione di Dio per la specificazione di una vocazione!

La casa editrice Effatà, fondata proprio in quegli anni da una coppia del gruppo, prendeva il largo curando gli scritti dei Padri missionari della Consolata presso la Certosa di Pesio.

L’apertura alla vita e all’incontro con gli altri fece germogliare anche in noi il desiderio di fare esperienze profonde. Fu così che a partire dal 1998 e poi ancora nel 1999, 2000 e 2003 partecipammo a campi famiglia e settimane di ritiro organizzate dalla Pastorale familiare della CEI. In quegli stessi anni l’albero del nostro piccolo gruppo-famiglia si accresceva ulteriormente con il dono di ricevere altre coppie che si univano a noi, mentre altre dovevano mollare per i diversi impegni, o per trasferimenti.

Arrivò anche per il gruppo il momento di una scelta determinante: era il 2001 e il Vicario generale del Vescovo ci incaricò, insieme ad altri laici e coppie provenienti dalle diverse zone in cui è suddivisa la diocesi, di costituire l’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare. Tre coppie del gruppo, in momenti diversi, diedero la loro disponibilità…. Nel frattempo una coppia si avvicinava al movimento di RnS, divenendo poco alla volta responsabile del settore famiglia e animatrice di un gruppo di preghiera per separati e divorziati. Un'altra coppia si prende a cuore l’animazione di corsi prematrimoniali e il catechismo in parrocchia.

Tra il 2003 e il 2006 noi siamo sempre più coinvolti nel servizio all’Ufficio di Pastorale Familiare, che oggi è una stabile e ricca realtà della diocesi, con le sue iniziative e le generose persone che offrono la loro competenza e il loro tempo. Risale a quegli anni la Scuola dei Gruppi Famiglia, proposta a livello diocesano dai coniugi Lazzarini di Torino, iniziatori dei Gruppi Famiglia, e seguita da numerose coppie e la costituzione di altri piccoli gruppi-famiglia sparsi qua e là nella diocesi.

Così la vita del nostro iniziale gruppo-famiglia si è col trascorrere del tempo trasformata fino al punto che, quasi inavvertitamente, non si è stati più in grado di incontrarci per fare gruppo insieme!

Cosa ne è di quel gruppetto iniziale di persone che si trovavano per pregare, ignare del loro futuro?

Oggi è come un albero di Chiesa su cui tanti possono sostare: Dio, artefice di tutto, ha fatto crescere, come dice il vangelo di San Marco, quel seme di chiesa senza che l’uomo se ne accorgesse.

Negli anni successivi la vicenda di un figlio che ha preso strade sbagliate ci ha portato a volgere all'interno della nostra famiglia tutte le nostre risorse. L'amore di coppia e ancora una volta l'aiuto e la preghiera di tanti amici e famiglie ha permesso di superare anche questo momento buio.

Noi ci sentiamo stupiti e riconoscenti per quanto il Signore ha fatto in noi e attorno a noi, capaci di dargli solo quel poco che avevamo, la nostra disponibilità!

Concludiamo con un appello che è anche un augurio. Giovani sposi, unitevi in piccoli gruppi, per vivere momenti di preghiera insieme! In questo momento di fragilità sociale poter condividere le gioie e le difficoltà è una forza in grado di infondere coraggio, come una carezza al cuore. Il gruppo-famiglia è la carezza al cuore!

Fabrizio e Mariangela Franco

 

Anche per noi tutto è incominciato intorno al 2000, quando siamo stati invitati dal nostro parroco ad un incontro in parrocchia e lì abbiamo conosciuto Guido Lazzarini.

Incuriositi e attratti dall’argomento “Famiglia” che fino ad allora non era mai stato molto trattato, abbiamo deciso di partecipare al Campo estivo a Gressoney La Trinitè.

Prima di partire i nostri due ragazzi che allora erano adolescenti, hanno fatto di tutto per dissuaderci e dicevano che non volevano assolutamente partecipare.

Siamo partiti e alla fine della settimana... piangevano, perché non volevano tornare a casa

La nostra storia come impegno verso le famiglie è poi continuata, abbiamo sempre ascoltato i suggerimenti, gli inviti e i sogni che avevamo in cuore e adesso… a distanza di anni, la vita ci ha portati a trasmettere lo stesso amore per la Famiglia anche nell’ambito della Famiglia Salesiana di cui siamo parte attiva.

Tre anni fa è partito il primo Campo Famiglie a Gressoney Saint-Jean/località-Woald con 5 famiglie partecipanti, l’anno dopo eravamo sette, lo scorso agosto eravamo in 17 famiglie.

Quest’anno continueremo a portare avanti il sogno che è iniziato quasi per gioco.

Abbiamo capito che il Signore ti chiama attraverso i fratelli, ti parla dall’intimo, ti fa sognare ciò che lui pensa per noi. Ascoltiamo i nostri sogni e saremo felici.

Antonella e Angelo Pultronaggio, Vercelli

 

Una delle maggiori difficoltà che in questi anni abbiamo riscontrato nelle coppie è sovente quella di non avere la piena consapevolezza della propria vocazione familiare.

Per noi, come marito e moglie, i Gruppi Famiglia hanno rappresentato la risposta che cercavamo: avevamo infatti bisogno di trovare una realtà che ci aiutasse a crescere e scoprire la bellezza del nostro matrimonio cristiano e del nostro essere famiglia cristiana e perciò ringraziamo il buon Dio per il cammino che abbiamo percorso e che stiamo proseguendo.

Incoraggiati dall’esperienza dei GF, abbiamo portato, tempo addietro, la proposta dei Gruppi Famiglia nella nostra parrocchia di Pinerolo: da un primo gruppo ora siamo diventati tre, rendendo partecipi, anno dopo anno, le coppie più giovani.

Quando cammini col Signore succede che ti chieda sempre più coinvolgimento e così è stato per noi, dapprima con la responsabilità dell’ufficio pastorale diocesano della famiglia e poi del collegamento dei GF.

Non ci siamo mai reputati degni di ricoprire questi incarichi, ma abbiamo sempre confidato molto nell’opera dello Spirito Santo che suggerisce ed aiuta. Non esiste progetto impossibile o troppo difficile se sappiamo abbandonarci a Dio con la preghiera e la fiducia: più noi ci facciamo piccoli e più lasciamo fare a Lui.

Il collegamento GF ci ha aiutati a condividere le nostre esperienze con quelle di molte altre famiglie in Italia, tramite i campi estivi che sono stati sempre un appuntamento importante, non solo per riposarci, ma anche per crescere nella fede, per ricaricarci di energie ed idee nuove; nel primo periodo come partecipanti e poi come organizzatori.

Ricordiamo con particolare emozione il Family 2012 a Milano ed il campo dell’agosto 2013 che siamo riusciti a realizzare a Medjugorje e che è stata per tutti i partecipanti un’occasione di intensa preghiera e spiritualità.

Essenziale è la dimensione della restituzione; questo concetto è sempre molto presente nella filosofia dei GF: se non ci fosse stata questa restituzione del bene ricevuto, l’esperienza delle coppie fondatrici non sarebbe andata avanti per così tanto tempo. Invece in questi 25 anni molti si sono dedicati con passione e gratuità a far sì che questo cammino continuasse. Con riconoscenza pensiamo a tutte queste persone che sono state e sono per noi un esempio di dedizione ed una testimonianza di vera e profonda fede.

Infine riteniamo che le linee guida dei Gruppi Famiglia siano quanto mai attuali: formazione, preghiera e collegamento, pilastri che sono ancora fondamentali e che danno speranza ad una società annichilita dai fallimenti e dalle problematiche familiari.

La Chiesa ha immensamente bisogno del nostro impegno e della nostra disponibilità per crescere insieme nelle comunità e nei gruppi, affinché ci possano riconoscere, come i primi cristiani, da “quanto ci amiamo”.

Nicoletta e Corrado Demarchi, Pinerolo (TO)

 

Come coppia sentivamo il bisogno di trovare una realtà che ci aiutasse a crescere e scoprire la bellezza del nostro matrimonio cristiano e del nostro essere famiglia cristiana e i Gruppi Famiglia sono stati la risposta che cercavamo.

Incoraggiati dall’esperienza dei GF, abbiamo portato, tempo addietro, la proposta dei Gruppi Famiglia nella nostra parrocchia di Pinerolo: da un primo gruppo ora siamo diventati tre, rendendo partecipi, anno dopo anno, le coppie più giovani.

Quando cammini col Signore succede che ti chieda sempre più coinvolgimento e così è stato per noi, dapprima con la responsabilità dell’Ufficio pastorale diocesano della famiglia e poi del collegamento dei GF.

Il collegamento GF ci ha aiutati a condividere le nostre esperienze con quelle di molte altre famiglie in Italia, tramite i campi estivi che sono stati sempre un appuntamento importante, non solo per riposarci, ma anche per crescere nella fede, per ricaricarci di energie ed idee nuove.

Ricordiamo con particolare emozione il Family 2012 a Milano ed il campo dell’agosto 2013 che siamo riusciti a realizzare a Medjugorje e che è stata per tutti i partecipanti un’occasione di intensa preghiera e spiritualità.

Essenziale è la dimensione della restituzione; questo concetto è sempre molto presente nella filosofia dei GF: se non ci fosse stata questa restituzione del bene ricevuto, l’esperienza delle coppie fondatrici non sarebbe andata avanti per così tanto tempo. Invece in questi 25 anni molti si sono dedicati con passione e gratuità a far sì che questo cammino continuasse. Con riconoscenza pensiamo a tutte queste persone che sono state e sono per noi un esempio di dedizione ed una testimonianza di vera e profonda fede.

Infine riteniamo che le linee guida dei Gruppi Famiglia siano quanto mai attuali: formazione, preghiera e collegamento, pilastri che danno speranza ad una società annichilita dai fallimenti e dalle problematiche familiari.

La Chiesa ha immensamente bisogno del nostro impegno e della nostra disponibilità per crescere insieme nelle comunità e nei gruppi, affinché ci possano riconoscere, come i primi cristiani, da “quanto ci amiamo”.

Nicoletta e Corrado Demarchi

 

Il 26 e il 27 ottobre 2013 abbiamo vissuto un'esperienza bellissima: il pellegrinaggio mondiale delle famiglie nell'anno della fede, sulla tomba di Pietro. È stato bello incrociare il desiderio di tante famiglie di vivere quest'esperienza anche di quelle che non avevano mai fatto nulla del genere

Oltre al piacere del ritrovarsi in Piazza San Pietro in quelle due giornate ed i momenti di riflessione e festa donatici dal Santo Padre, portiamo ancora nel cuore la grande disponibilità di coloro che hanno accolto nelle loro case famiglie sconosciute così con naturalezza e semplicità, lo stesso dicasi per coloro che sono entrati nelle loro case. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa vuol dire la parola" collegamento" dei gruppi famiglia. famiglie che pur essendo di realtà diverse, ognuna con un proprio percorso, si riconoscono unite dalla consapevolezza di essere una grande famiglia di famiglie: la Chiesa.

Antonio e Maria Grazia Luca

 

T-Che cosà è rimasto

 

Se abbiamo partecipato ai gruppi famiglia dobbiamo ringraziare Maria Rosa e Franco Fauda per averci invitati: essi sono stati un po' il nostro Mentore.

Siamo stati alla scuola a Moretta e siamo cresciuti come coppia e genitori anche grazie all'aiuto dei docenti Anna e Guido Lazzarini; inoltre è stato importante conoscere e condividere il nostro cammino di coppia e di genitori con altre coppie e constatare che le problematiche sono molto simili.

Ad Airasca sono nati 3 gruppi famiglia che poi col tempo si sono sciolti.

Momenti toccanti ed importanti sono state le settimane dei campi perché abbiamo beneficiato dell'amicizia tra noi coppie, della condivisione della settimana con profitto e gioia sia per noi che per le figlie; ricordiamo in particolare i campi di San Pietro Val Lemina, Calalzo, Ceretto, Pra del Torno e Val Mala.

Vogliamo qui ricordare, oltre agli amici del nostro gruppo, Maria Rosa e Franco, Renato e Caterina Baretta per la loro disponibilità ad accoglierci a casa loro mensilmente e per diversi anni a pregare con altre coppie della zona; si passavano delle serate insieme in grande amicizia riflettendo su un brano del vangelo e pregando con il metodo della lectio divina. Renato, sei stato un grande dono per noi. Abbiamo intensificato gli incontri durante la malattia di Renato per pregare ancora con lui; è stato di grande insegnamento fino all'ultimo giorno.

Speriamo di trovarci ancora anche se sporadicamente perché ogni volta è una gioia per tutti.

Vogliamo ringraziare tutte le persone con cui abbiamo condiviso questi anni di gruppi famiglia e tutte le coppie conosciute ai campi.

Giovanna e Michelangelo Nota

 

L’adesione ai GF è iniziata quando eravamo ancora morosi. Fede ed io abbiamo ricevuto la proposta a parteciparvi da una coppia di amici che ci parlavano con entusiasmo di questa esperienza e del sacerdote che la guidava. Gli incontri consistevano in un confronto fra noi a partire dalla Parola di Dio ed erano l’occasione per scavare a fondo nel nostro rapporto sentendoci allo stesso tempo voluti bene dalla Chiesa che ci circondava.

Siamo partiti che eravamo piuttosto giovani e abbiamo affrontato insieme a degli amici e compagni di fede alcuni passaggi fondamentali della nostra vita a due: il matrimonio, la nascita ravvicinata dei nostri primi due figli e il conseguente “terremoto” che ne è seguito. Abbiamo inoltre avuto la fortuna di incontrare nel sacerdote che aveva dato avvio al gruppo la nostra guida spirituale che tuttora ci segue ed incoraggia.

Insieme a tutti loro è stato possibile leggere gli eventi, non sempre in discesa, della nostra vita come tessere che componevano quel disegno d’amore che Dio ha per ciascuno di noi. È stato un periodo molto intenso e significativo, reso ancora più importante dalla partecipazione a qualche campo estivo e dalla conoscenza di coppie di sposi provenienti da altre realtà. È stata inoltre la partenza per prendersi qualche piccolo impegno in parrocchia: nel Consiglio pastorale, nella catechesi e come supporto alla scuola materna.

Attualmente i GF non esistono più nel nostro paese, ma resta il desiderio, forse inespresso ma sicuramente diffuso, di non chiudersi nelle proprie mura domestiche e di tornare ad una Parola che illumini il percorso delle coppie e delle famiglie. Il nostro nuovo parroco ha più volte ribadito la bellezza di un simile cammino e noi speriamo davvero che l’esperienza riprenda…

Paola e Federico Fornasier

 

Ricordiamo quasi con emozione i primi passi nei Gruppi Famiglia della nostra coppia: i primi incontri alla scuola di Anna e Guido all’Istituto Piccola Betania di Vicoforte Mondovì; la visita a casa del vicario zonale, don Giacomo, che ci invitava a casa sua insieme ad altre famiglie per cercare di far partire anche da noi un gruppo famiglia, nel quale abbiamo creduto, sperato, al quale ci siamo appoggiati nei momenti di gioia e in quelli di fatica, nel quale ci siamo riconosciuti e siamo cresciuti; il primo campo scuola organizzato da Céline e Paolo Albert con i primi due dei nostri quattro figli ancora piccolissimi; la carica d’entusiasmo che ci portavamo a casa ogni anno dopo il campo scuola e la voglia di comunicare agli amici, al parroco alla comunità intera la bella esperienza vissuta. Purtroppo il nostro gruppo non esiste più. In diocesi, nonostante ben due scuole tenute da Anna e Guido è rimasto ben poco e di questo ci rammarichiamo assumendocene anche le responsabilità, forse non abbiamo fatto abbastanza, non abbiamo saputo essere vicino alle coppie giovani e meno giovani, forse semplicemente i tempi sono cambiati e anche le esigenze delle nuove coppie e il loro modo di rapportarsi agli altri e alla Fede.

Ci rimangono nel cuore tanti bei momenti, è stato un periodo importante della nostra vita, fondamentale per la nostra crescita individuale e di coppia, ha permesso il nostro aprirci al servizio sia in diocesi che in parrocchia almeno fino a quando i nonni anziani e malati ce lo hanno permesso.

Isabella e Stefano Tomatis

 

Circa un quarto di secolo fa, una domenica dopo la Messa, un conoscente ci invita, ad un incontro programmatico per la nascita di Gruppi Famiglia nella nostra zona, i relatori una coppia che arriva da Torino.

Incontriamo ANNA e GUIDO LAZZARINI - amore a prima vista-

Iniziamo la scuola- Entusiasmante-

Impariamo: a pregare " LECTIO DIVINA", il confronto con altre famiglie, aprirci agli altri e alle loro necessità.

Ben presto ci ritroviamo responsabili di gruppo.

Per più di un decennio prestiamo servizio per le varie necessità dei gruppi non solo nella nostra zona: sostegno e nascita nuovi gruppi, organizzazione campi estivi e invernali con diverse mansioni.

"Cosa ci portiamo a casa?": La convinzione che per poter essere noi stessi è necessaria l'apertura all'altro chiunque esso sia, con le nostre competenze e con i nostri talenti.

Ciò è tutto quello che vogliamo comunicare.

Vi abbracciamo, Giulia e Pino Rossi

 

U-Ci accompagnano dal cielo

 

Dopo tanti anni di amicizia e condivisione profonda di esperienze di preghiera, di Lectio e di campi con Renato Baretta e sua moglie Caty, non potevamo esentarci dal commentare il grande esempio di cristianità che ci ha regalato lungo la sua vita, anche negli ultimi mesi della dolorosa malattia.

Come non ricordare i viaggi in Francia a Taizé, vicini in ginocchio, durante l’adorazione della Croce, o i tanti momenti di formazione, a Villafranca, a Cavour, a Bra, a Torino, a Candiolo, a Pinerolo... solo per citare i luoghi più vicini e cari al cuore.

Lui e Caty ci aiutavano nel seguire le coppie nella Lectio Divina, entrambi hanno dato un contributo importantissimo alla formazione sul campo di interi Gruppi Famiglia.

Era nei Campi Scuola che si apprezzavano le doti pratiche di cui era un esperto, senza tante parole sapeva trovare la soluzione al pasto da preparare, o al mal funzionamento di una caldaia.

Negli ultimi due anni aveva pregato di poter sopravvivere per vedere la sua nipotina che stava per nascere in Australia, ed ora ripeteva sempre che il Signore era grande perché non solo gli aveva concesso quella grazia ma gli aveva regalato la gioia di un genero come Marco e del bellissimo nipotino Gregorio.

A chi lo andava a trovare, finché le forze gliel’hanno consentito, regalava sempre un sorriso e una buona dose di serenità, invariabilmente ripeteva che non era lui a sopportare il dolore fisico o la consapevolezza della fine imminente, ma era Gesù che gli dava un aiuto considerevole.

Io che vivo in mezzo alla sofferenza ho constatato una volta di più di come il Signore l’abbia illuminato fino alla fine.

Siamo consapevoli che questo distacco abbia lacerato gli affetti più cari, ma la nostalgia è in secondo piano alla Pace che Lui ha trovato.

A questo proposito mi ha molto colpito ciò che sua figlia Enrica ci ha confidato al suo funerale: “Quando papà ha scambiato con me il segno di Pace, durante l’ultima messa celebrata in casa, mi ha esortato a stare tranquilla che Lui era già nella Pace, perché sentiva che il Signore era con Lui”.

Quanti di noi avrebbero il coraggio di vivere così la malattia? Quanti avrebbero la Fede che Lui aveva? Quanti vivrebbero il trapasso con le musiche di Taizé in sottofondo, esalando l’ultimo respiro in sordina, per non disturbare?

Voglio rubare un pensiero che l’amico di sempre Piero Gennarino ha detto: “Arrivederci Renato vieni ad accogliermi, quando sarà la mia ora!”.

Questa esortazione la faccio mia, perché chi vive come Lui e muore con Cristo sulle labbra, nelle orecchie e nel cuore, non può che essere nelle braccia di Dio, e sperare che un giorno ci rivedremo è per noi tutti una grande consolazione: Ciao Renato veglia su di noi, sui tuoi cari, e sui Gruppi Famiglia che tanto hai amato!

Maria Rosa Tonda

 

Abbiamo conosciuto Caterina e Silverio al campo invernale di Betania (Mondovì) nell’inverno del 1990. Erano con loro due ragazzi, di cui uno sordomuto, che avevano in affido. Erano di Roma ma la distanza non li aveva spaventati.

Oltre ad occuparsi di ragazzi in difficoltà collaboravano con il movimento Incontro coniugale, la prima versione di quello che sarebbe poi diventato Incontro matrimoniale.

L’ultima volta che li abbiamo incrociati è stato a Spello nel 2000, con loro avevano una bellissima bimba di origini gitane.

Caterina diceva che per lei i campi estivi erano come una boccata di ossigeno: con quello che riceveva riusciva ad andare avanti per tutto l’anno. A inizio anno Silverio ha telefonato a Toni e a noi affranto per comunicarci che era mancata. Siamo però sicuri che ci è ancora vicina come lo è al caro Silverio.

Noris e Franco Rosada

 

Tanti di voi mi conoscono personalmente e a voi in particolare faccio dono di questa mia testimonianza che sono stata invitata a fare in occasione del 25° dei Gruppi Famiglia. Sono Marilena e sono stata sposata con Giuseppe per diciotto anni. Dico “sono stata”, perché il Signore l’ha voluto con sé dopo due anni e mezzo di malattia.

Io e Giuseppe siamo cresciuti in gioventù facendo parte dei Gruppi giovani e tante esperienze di volontariato in vari campi, quindi ci è venuto spontaneo accettare l’invito a fare parte dei G.F. appena sposati, perché ci sembrava una continuazione di un percorso iniziato tanti anni prima ed in quel modo ci veniva offerta l’opportunità di intraprendere come coppia, una strada di formazione di cui noi sentivamo il bisogno.

Tanti sono stati i campi scuola a cui abbiamo partecipato. Tante le persone incontrate e le testimonianze ascoltate. I sacerdoti conosciuti sono state guide molto importanti e con tanti di loro si è consolidata in quelle occasioni un’amicizia che ancor oggi ci accompagna.

Ciò che è nato in questi anni di cammino è stato segnato soprattutto dalle esperienze fatte assieme alle coppie del nostro gruppo che negli anni si sono susseguite. Da qui è nata, con tutti una profonda amicizia, fatta di dialogo, confronto e solidarietà. In questi anni siamo stati allietati anche dalla nascita di Linda, Mosè, Luca ed Elia.

Dopo circa quindici anni di matrimonio a Giuseppe è stato diagnosticato un tumore che l’ha portato dopo circa due anni e mezzo di malattia a lasciarci. È stato difficile. Anche per noi come tutti, ci siamo sentiti impotenti. Credo sia umano vacillare, nel senso che ti chiedi: “perché?”.

Talvolta la vita ti costringe ad affrontare dei momenti troppo difficili per poterne capire il senso. Non si è mai pronti ad affrontare, accettare la morte. Noi abbiamo scelto di abbandonarci al Signore e così non ci siamo mai sentiti soli.

La presenza del Signore si è manifestata anche attraverso gli amici del G.F. che si è rivelato un sostegno importante. Il viaggio della sofferenza è stato lungo, ma loro ci hanno aiutato, ci hanno accompagnato, hanno camminato con noi. Non ci siamo mai sentiti soli. Inutile dire quanto ci sono stati vicini.

È stata da parte loro una gara “d’amore”. Le loro visite durante il giorno con le belle chiacchierate in compagnia. L’alternarsi per portarlo a Vicenza a fare le radioterapie o per accompagnare me a trovarlo. L’assistenza necessaria nell’ultimo periodo, a cui loro hanno voluto essere sempre presenti fino agli ultimi giorni e i momenti di preghiera organizzati da loro che ci facevano sentire vicini e più forti nell’affrontare questo brutto momento. Credo che tutto ciò sia stato possibile, perché assieme a loro avevamo fatto un cammino che è stato bellissimo, in cui si condivide tutto: momenti belli e momenti meno belli, molti difficili da affrontare se si è soli Affrontarli da soli sarebbe stata dura, affrontarli con delle persone speciali quali sono sempre stati i nostri compagni di gruppo è stato sicuramente molto importante.

Forse anche attraverso loro il Signore si è manifestato a noi. Sono passati quasi nove anni da quando Giuseppe non c’è più, io faccio ancora parte del G.F. perché tanto mi ha dato e tanto continua a darmi anche da vedova.

Talvolta uscire di casa per andare a gruppo è difficile, ma so quanto è importante per me continuare questo cammino, perché la nostra è sempre comunque una famiglia e Giuseppe vive ancora in mezzo a noi.

Marilena Cavarzan, Fanzolo di Vedelago (TV)