"Educarsi per educare alla socialità".
Quattro articolate relazioni sulla dimensione sociale della famiglia: la realtà politica, il mondo del lavoro, il riposo e la festa, le nuove povertà

Di seguito pubblichiamo una breve sintesi degli argomenti trattati nel sussidio.
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1-Introduzione: Educarsi per educare alla socialità
"In quel carcere di massima sicurezza quel camorrista alla fine sorrise e mi disse: "Lo vedi come è fatta la vita. A me è arrivata prima la camorra e mi sono fatto camorrista, a te è arrivato prima un prete e ti sei fatto prete". La vita è segnata da chi "arriva prima", in questo sta l'urgenza del nostro lavoro educativo".
DELL'OLIO T., www.liberapiemonte.it.
C'è l'urgenza di un'educazione alla socialità, nella società ma soprattutto in famiglia.

2-La famiglia e il mondo socio politico
"Date a Dio quello che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare" (Lc 20,20-26). Questo brano ha una prima spiegazione corrente: Gesù sancisce la distinzione tra politica e religione, tra gli obblighi verso lo stato e quelli verso la chiesa. Ma in realtà, più che parallelismo vi è antagonismo: quello che sta veramente a cuore a Gesù riguarda i doveri verso Dio. Gesù, con le sue parole mette fine ad ogni forma di teocrazia, sia giudaica che pagana, "secolarizza" il potere imperiale, privandolo del suo fondamento religioso...
Dio non mi vuol bene solo perché io gli voglia bene, Dio mi vuol bene soprattutto perché io voglia bene agli altri, Dio ci invita alla "fraternità". Nella coppia il marito dovrebbe essere felice che il suo voler bene alla moglie la aiuta a voler bene ai figli e viceversa. Un genitore non deve lavorare perché i figli gli dicano: "quanto ti voglio bene" ma perché i figli si vogliano bene tra loro.
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3-Il lavoro e le sue implicazioni sulla vita di famiglia
Per il cristianesimo il lavoro è un valore. S. Girolamo scriveva: "svolgi un qualsiasi lavoro, affinché il diavolo ti incontri sempre occupato"...
"Gesù è il figlio del carpentiere. Fino a 40 anni fa nei libri per bambini si vedeva Gesù che imparava a costruire la sua croce nella bottega del padre. Ma in questa anti catechesi, sciocca e anti storica, fatta da benpensanti si intravedono comunque due verità:
1. In un mondo governato dalla logica del profitto il lavoro può diventare una croce.
2. Il realismo dell'incarnazione. Gesù non ha voluto farsi uomo a metà: ha imparato il mestiere del suo padre putativo prima di compiere la missione per cui era stato inviato: "il Padre mio opera sempre e anch'io opero" (Gv 5,17) "...
"Dio non conferisce ad Adamo ed Eva soltanto il potere di procreare per perpetuare nel tempo il genere umano, ma affida loro anche la terra come compito, impegnandoli ad amministrare le risorse con responsabilità… In questo compito, che è in misura essenziale opera di cultura, sia l'uomo che la donna hanno, sin dall'inizio, uguale responsabilità… A questa unità dei due è affidata da Dio non soltanto l'opera della procreazione e la vita della famiglia, ma la costruzione stessa della storia" .
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4-La famiglia vive il riposo e la festa
Al sabato e la domenica si fa tutto quello che non si è riusciti a fare in settimana. Gli acquisti per la settimana, quelli più importanti che è meglio fare in due o in cui è necessario avere insieme i figli (in settimana sono a scuola!) fanno del sabato il giorno più pesante della settimana. In questo modo il mal di testa è assicurato e la domenica verrà dedicata in gran parte a dormire, cercando di recuperare le forze per la successiva settimana che incombe (quanti sono i genitori dei bambini dei catechismo che accompagnano i figli alla messa domenicale? A molti la cosa non interessa, a molti altri la messa è tempo tolto al sonno!)...
Di sabato, per Israele, non è lecito fare alcun lavoro, neanche guarire, se la persona non è in pericolo di vita. Eppure Gesù prima afferma che "il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato" (Mc 2,26) e subito dopo, in modo conseguente, guarisce nella sinagoga l'uomo dalla mano inaridita (3,1-6).
"In questo brano la legge impersonata dai farisei - che siamo noi! - decide di lasciare l'uomo nella sua aridità perché muoia e di uccidere colui che vuole "fare il bene e salvare la vita" (v. 4). Questo si ripete continuamente nella chiesa: gli stessi discepoli, nella "sezione eucaristica" (6,6-8,33) non capiscono il significato del pane di vita (6,52) e chiedono segni come i farisei (8,10 ss)...
"Nella vita familiare il tempo è risorsa decisiva, è opportunità forte per costruire relazioni, legami, significati. Il tempo familiare è il momento privilegiato in cui le persone allacciano e costruiscono quelle relazioni primarie che definiscono l'identità stessa di ciascuno. Nella famiglia è molto più evidente che viviamo dentro una storia, che da un lato ci arricchisce di un passato da cui proveniamo, dall'altro ci offre un futuro di cambiamento, di evoluzione, di crescita, di speranza nel domani".
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5-La famiglia e le nuove povertà
L'insicurezza nel campo sociale e del lavoro si riflette anche nel campo delle relazioni affettive in generale e del matrimonio in particolare. Questo è evidente soprattutto tra i giovani.
Per prima cosa "appare vistosa la relativizzazione, sino al limite della banalizzazione, della sessualità. Tutte le relazioni sessuali, anche quelle matrimoniali, sembrano porsi nella prospettiva della precarietà e provvisorietà. La relativa crisi del matrimonio si collega a questa sorta di orrore del tempo lungo che, per un verso, mette in crisi il matrimonio, e per un altro verso scoraggia l'ingresso nel matrimonio stesso"...
"La parabola del samaritano è una miniatura di quel volto di Dio rivelato nell'A.T. che Gesù riflette pienamente nel suo: "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14,9). È rivolta al dottore della legge perché veda l'amore Padre/Figlio aperto ai piccoli...
Ordinando: "Va, e anche tu fa' lo stesso" (Lc 10,37), Gesù non ribadisce una legge impossibile. Sarebbe una beffa. Fa invece un annuncio evangelico: in lui, il samaritano, Dio si è preso cura di me e mi ha amato ; perché anch'io, guarito dal mio male, possa amare lui con tutto il cuore e i fratelli come me stesso..
Aiutare l'altro non è solo l'aiuto economico, significa molte cose. Molti hanno bisogno solo di essere ascoltati o di essere aiutati a trovare da soli la soluzione ai loro problemi (non dare i pesci ma insegnare a pescare!).
Ascoltare l'altro significa fare in noi questo vuoto interiore, "svuotarci" di noi stessi per accogliere l'altro. Come faccio ad ascoltare ciò che Dio vuole dirmi se il mio cuore è pieno di preoccupazioni mondane? Come faccio ad ascoltare mia moglie se penso solo alle sue presunte inadem-pienze nei miei confronti?
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6-Appendice: i metodi di lavoro
Ogni argomento presentato si presta a realizzare un annuncio, cioè una riflessione approfondita su un tema, visto alla luce della realtà quotidiana e illuminato dalla fede. In questo caso si tratta di un annuncio che può anche essere autogestito dal gruppo stesso, senza intervento esterno. Conviene allora leggere il testo a più voci, facendo pause di riflessione, e poi condividere quello che più ci ha toccato, a livello personale, di coppia e di famiglia.
Suggeriamo di non utilizzare tutto il materiale disponibile ma di affidare preventivamente ad una coppia il compito di selezionare quelle parti di testo che risultano più significative.

Questa monografia è stata resa possibile grazie ai servizi offerti dal VSSP, Centro Servizi per il Volontariato, Sviluppo e Solidarietà in Piemonte.