Una proposta di attualizzazione partendo dal Giubileo biblico
IL SOGNO DI DIO ESPRESSO NELL'ESODO
di Alex Zanotelli (1)

Il cuore della Bibbia è il sogno di Dio espresso nell'Esodo che cozza contro la realtà imperiale. L'Egitto rappresenta l'impero, ogni impero, il faraone non è soltanto il faraone, è Cesare, è Clinton, non c'è differenza.
Ogni impero è basato su tre pilastri: un'economia di opulenza, in cui poche persone, un 20%, hanno la pancia piena e il rimanente 80% lavora per loro, una politica di oppressione, dove lo stato è al servizio delle pance piene, e una religione (perché ogni uomo è religioso) in cui Dio fa parte del sistema, in cui Dio benedice il sistema.

MOSÈ
Nell'Esodo abbiamo una storia stranissima di un uomo chiamato Mosè, un ebreo educato alla corte dei faraoni.Un giorno finalmente ha scoperto che i suoi fratelli fuori soffrivano, ha tentato di fare qualcosa, ma si è visto minacciato ed è fuggito nel deserto. Si è trovato una bella ragazza e ha fatto tre figli. Con un po’ di cammelli, di capre e di vacche viveva tranquillo.
È la storia di noi, di tanti sessantottini, che oggi sono diventati parte integrante dell'impero del denaro.
È il tradimento totale!
Sarà Yahvè che prenderà Mosè per il cravattino: "La tua gente sta soffrendo, ritorna in Egitto!". Dio ha ascoltato il grido del suo popolo, non Mosè (e Mosè siamo noi), Dio non è il Dio dei faraoni, Dio non è il Dio dei sistemi.
È un Dio che si rifiuta di darsi un nome perché, se ha un nome, quel Dio te lo metti in tasca. Dio è un Dio nomade con il suo popolo.
Anche il sogno di Dio è basato su tre pilastri: un'economia di eguaglianza, una politica di giustizia, uno Stato che faccia l'interesse della gente. Per fare questo c'è bisogno di un'esperienza religiosa dove Dio è il Dio delle vittime del sistema.

PER UN'ECONOMIA D’UGUAGLIANZA
L'Esodo è stato lo scontro tra il sogno di Dio e la realtà imperiale. Dio vince, vince il mare, vince l'esercito del faraone. Gli Ebrei, dopo essere fuggiti e aver ottenuto la libertà, hanno capito che Dio è il Dio che ascolta il grido di chi è oppresso e soffre. Lo fa attraverso uomini come Mosè. Sarà la tribù di Mosè a portare la propria fede nel Dio degli schiavi alle altre tribù che si erano insediate in Canaan.
Questa tribù di Mosè, portatrice di un messaggio carico di speranza, ha dato l'elemento religioso: il grande sogno di Dio, che ha tentato di tradurre in realtà, partendo dall'economia di uguaglianza, dividendo equamente la terra tra le varie famiglie. Questo domanda una politica di giustizia.
Tutto questo fu poi tradito dalla monarchia. Saranno i profeti a fare una critica radicale della monarchia aiutando il popolo a "ricordare" il sogno di Dio.
Ma né il tentativo dei profeti, né quello del movimento deuteronomico potrà fare granché. Israele va verso la morte. Il sogno sarà rilanciato alla grande solo nel dopo esilio, dalla letteratura apocalittica. Il sogno è che finalmente arrivi un uomo; noi lo chiamiamo il Figlio dell'uomo.
Sarà Gesù a riproporre questo sogno, nella Galilea schiacciata dall'imperialismo romano. Gesù inizierà la sua esperienza promuovendo un movimento nuovo di piccole comunità fatte di povera gente, di peccatori, di emarginati, di lebbrosi che spezzano il pane insieme. E Gesù ha ascoltato il grido del suo popolo e ha portato l'istanza del suo popolo nel cuore di Gerusalemme. Ma il sistema lo vede come un elemento pericoloso e decide la sua morte. Gesù, che ha rifiutato la via delle armi, che ha rifiutato tutto, muore come un criminale, ma il Padre rimane fedele a questo cane bastonato.
Gesù è vivo, è risorto!
E si rilancia il sogno, il sogno contro ogni impero, sia esso Roma, come l'impero del denaro. Ecco il cuore del Giubileo.
Il Giubileo è venuto come richiamo fondamentale, per ricordare il sogno di Dio: era basato su questi quarantanove anni (sette per sette che è il massimo dei numeri perfetti); dopo quarantanove anni il cinquantesimo era l'anno giubilare: chi aveva perso il campo, chi aveva perso la libertà, chi si era indebitato, ritornava ad essere quello di prima, ad avere la sua terra, a godere la libertà. Era un’istituzione legale, il Giubileo, per ricordare il sogno originario di Dio.

L'IMPERO DEL DENARO
Ecco l'importanza di rilanciare questo sogno in questo nostro impero del denaro.Rimaniamo esterrefatti e continuiamo a condannare l'olocausto di sei milioni d’ebrei, ma chi è che piange i quaranta milioni di persone che ogni anno muoiono di fame? Chi è che condanna il fatto che la Banca Mondiale dichiari un miliardo di persone inutili per il sistema e senza futuro?
Se vogliamo celebrare il Giubileo dobbiamo contestare un sistema che è indifferente a quaranta milioni di morti l'anno. Pensate che tredici miliardi di dollari potrebbero essere sufficienti per sfamare i poveri e offrire loro un minimo di cure mediche per un anno; eppure li spendiamo in Occidente in profumi in un anno. E poi andiamo beatamente a Roma in pellegrinaggio! Se non ci rendiamo conto delle nostre complicità, non so che razza di Giubileo possiamo celebrare.

CHIESE, SVEGLIA!
Chiedo allora alle Chiese il coraggio (dobbiamo aver tutti il coraggio) di domandarci se questo sistema economico che è indifferente a quaranta milioni di morti l’anno, che obbliga oltre un miliardo di persone a vivere in maniera disumana, non sia in stato di peccato mortale.
Si accorgono le Chiese che il problema oggi non è l'ateismo, ma l'economia che è diventata il nuovo idolo cui sacrifichiamo tutto?
La Chiesa è convocata oggi dalla storia a fare una scelta di campo: o condanna il sistema come peccato o diventa funzionale al sistema, rinnegando il messaggio della tradizione biblica e di quel povero Gesù di Nazareth.

IMMORALE PAGARE IL DEBITO
Sempre in questo contesto economico, penso sia importante la campagna sullo sdebitamento dei Paesi impoveriti. Il debito è una specie di cappio al collo dei poveri e penso sia arrivato il momento di fare una seria analisi economica del problema e arrivare a cancellazioni radicali.
Condivido la posizione di quegli uomini di cultura africani che hanno detto che è immorale pagare i debiti ma la loro cancellazione deve avvenire a condizioni ben precise per i Paesi interessati che devono impegnarsi in processi di democratizzazione reale, rispetto dei diritti umani, smilitarizzazione, reinvestimento del denaro derivante dai debiti cancellati in micro-realizzazioni volute dalle comunità locali.

CHIESE POVERE
Ancora in campo economico, le Chiese devono iniziare a vivere loro stesse con uno stile di vita più semplice. Sia singolarmente come cristiani che come Chiese, continuiamo a dare l'esempio di gente che vive al di sopra di quello che può realmente permettersi. Questo nostro vivere ci deruba della nostra umanità, ci rende "cose".
Se vogliamo parlare di un cambiamento radicale mondiale questo potrà avvenire solo se noi rimettiamo radicalmente in discussione il nostro sistema di vita.
È compito delle Chiese proporre valori nuovi, stimolare nuovi processi trasversali che porteranno a dei volti politici nuovi che tradurranno tutto questo in scelte politico-economiche nuove.

LA NON VIOLENZA DI GESÙ
Come Chiese dobbiamo anche avere il coraggio di ritornare alla scelta fondamentale cristiana che è la scelta della non violenza.
La Chiesa deve avere il coraggio di proclamare dogma di fede che "Gesù di Nazaret ha inventato la non violenza attiva". Se la Chiesa avesse il coraggio di tradurre questo in politica sociale avremmo una rivoluzione umana di proporzioni mondiali. La Chiesa darebbe così un esempio credibile anche alle altre religioni.
La Chiesa coglierebbe e aiuterebbe tutti a vivere quello che è il cuore del Giubileo: il grande Sogno di Dio. Il sogno di un mondo dove regni un'economia di eguaglianza, una politica di giustizia, una religione dove Yahvè sta dalla parte delle vittime. Solo così la Chiesa farà fare al mondo il Giubileo perché questo è il sogno di Dio per tutti i suoi figli.

(1) missionario comboniano nella baraccopoli di Korogocho, Nairobi, Kenya.

Quest’articolo è la sintesi di un saggio pubblicato, insieme con altri d’autori diversi, sotto il titolo "Giubileo purificato. Itinerari di conversione personale e di riforma ecclesiale per l’anno 2000", editore EMI, dicembre 1999, Lit 10.000.

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