Una riflessione su un aspetto del nostro essere molto mercificato
SESSUALITA’, EROTISMO, PORNOGRAFIA: SOLO SPAZZATURA?
Quale atteggiamento tenere come singoli, come coppia, come cristiani? Come aiutare i figli?

Questa riflessione vuole essere un invito a riflettere, più che a fornire delle soluzioni.
Oggi siamo di fronte ad una grossa e continua provocazione o inondazione di "immagini e fatti erotici", qual è il nostro atteggiamento di fronte a questa realtà?
Ne ho individuati tre: l’atteggiamento d’impotenza, quello da crociata e quello tollerante.

L’ATTEGGIAMENTO D’IMPOTENZA
Molti di fronte a questa realtà "selvaggia", a questa ondata di forme erotiche pensano che sia impossibile arrestarla. Basta ricordare qualche trasmissione televisiva dove sono intervistate, sullo stesso piano, personalità della cultura e della politica e prostitute di mestiere.
E’ giusto vivere quest’atteggiamento d’impotenza? E’ proprio vero che questa proliferazione commerciale è inarrestabile?

L’ATTEGGIAMENTO DA CROCIATA
Alcuni gruppi cattolici, di genitori in particolare, intraprendono una crociata difensiva contro la pornografia, la prostituzione, contro gli spettacoli erotici. Questa protesta è ingaggiata specialmente per proteggere i minori, i figli che sembrano, e certamente lo sono, insidiati da questa realtà "selvaggia". Tale posizione di crociata dei cattolici è definita e bollata come integralismo, come tabù, come oscurantismo. Questa crociata non è sempre condivisa, anche da alcuni cattolici, non tanto per il problema in sè, quanto per le modalità d’intervento.

L’ATTEGGIAMENTO DI TOLLERANZA
Non si nega la mercificazione del corpo oggi così devastante e imperversante, ma si vede anche il valore della sessualità. Di fronte al passato dove tutto era negato, tutto era tabù, l’esplodere di una sessualità sfacciata e selvaggia è stato forse un modo per far risaltare il valore del corpo, della sessualità. Il modo è sbagliato, ma perché non approfittarne per valorizzare la sessualità, stimarla ed in qualche modo riscoprirla?
In questo senso non servono tanto delle leggi, ma essere seri nel dire le ragioni, i perché, il senso della sessualità, nella convinzione che ci possa essere un’intesa in base alla scientificità. Anche in campo laico, a livello professionale, sta crescendo un’attenzione alla sessualità, non a quella "selvaggia", mercificata, ma a quella relazionata e relazionale. Ci sono quindi le premesse per un incontro tra professionisti di credenze diverse che potrà permettere di affrontare meglio questa realtà.

L’EROTISMO E LA COPPIA
Il vero senso di questa parola non ha un significato negativo, come noi siamo soliti attribuire quando parliamo, ad esempio, di film erotici.
Erotismo significa eros, attrazione, desiderio, piacere che sono realtà positive. Noi però ora lo intendiamo più nel suo senso negativo, come è comunemente inteso. Per cogliere l’erotismo nel suo senso problematico, parto da una definizione che si trova nell’enciclopedia europea: "L’erotismo è un atteggiamento che privilegia le forme della vita sessuale in modo da proporle come valori assoluti".
Questa definizione è illuminante perché il corpo e la sessualità non sono visti negativamente. Afferma che l’erotismo privilegia, ossia che accentua l’attenzione verso la sessualità, che però rimane una realtà positiva.
Il problema sta nel far diventare l’erotismo un valore assoluto, staccando la sessualità dalla persona. Una realtà positiva staccata dalla persona non giova più alla persona. L’assoluto è la persona, non il corpo e neppure l’anima: anima e corpo sono relativi alla persona.
Questo vale anche per la coppia in campo morale ed etico. Ciò che fa crescere la coppia, che porta comunione, e cioè: intesa di coppia: capirsi, dialogare, perdonarsi,… è valido.

CIO` CHE FA CRESCERE LA COPPIA
La norma ultima è: "ciò che fa crescere la persona è per la persona, ciò che fa crescere la coppia è per la coppia". Ci si può chiedere: chi definisce i limiti di ciò che fa crescere la persona e ciò che può diminuirla? Qui può decidere solo la coscienza, se è una coscienza retta, illuminata, che si interroga. Non ci sono leggi esterne che lo decidono oppure norme etiche. Le normative esterne devono esserci, sono regole su cui confrontarsi in modo che la coscienza si possa interrogare, ma alla fine è la coscienza che deve discernere, che deve decidere.
Gesù affermò che è dal cuore che escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo.
E’ il cuore nuovo che fa cambiare la vita, non le norme esterne. Un cuore nuovo, convertito fa nascere cose nuove e coglie cose nuove, e sa anche discernere dove sta il puro e l’impuro. La Chiesa non dovrebbe preoccuparsi di dare norme e di pretendere norme dal civile (dallo Stato), ma di cambiare il cuore.
Anche in ambiente scientifico sta prendendo piede un nuovo atteggiamento. Si è verificato che la sessualità selvaggia crea più problemi di ingrovigliamento psicologico di prima, quando la sessualità era tabù. I ragazzi e i giovani in particolare sono in qualche modo disturbati da questo tipo di sessualità selvaggia. Si pone perciò il problema di cercare il senso della sessualità. La sessualità è una realtà umana che domanda di essere espressa secondo le sue leggi interne, che vanno coltivate, colte e capite al di là delle barriere religiose. Le persone impegnate oggi in questo settore, anche di cultura laica, dicono: educhiamo i ragazzi alla sessualità, non per restringerla ma perché possa avere il suo senso relazionale.

I GIOVANI E LA SESSUALITA’
Non so se si possa affermare che i giovani oggi siano meno "affamati" a livello sessuale. Di certo oggi ci si scandalizza meno, e potrebbe essere un aspetto positivo. Il rischio che corriamo come adulti è che ci manchino occasioni per far capire la realtà della sessualità senza negarla, per comunicarne il senso positivo, il suo valore come strumento di relazione con l’altro.
Anche all’interno della Chiesa se si parlasse meno contro i mezzi contraccettivi e più della grandezza del corpo e della sessualità come relazione, se si educasse a questa positività, si creerebbe una maggiore coscienza e si otterrebbe un risultato migliore di quello che si ottiene con i divieti.
Nell’approccio con la sessualità è diverso il comportamento dei giovanissimi e dei giovani.
I giovanissimi, dai 14 ai 18 anni, sono portati a fare molte esperienze anche in campo sessuale. I giovani, dai 18 anni in su, incominciano a pensarci; in particolare le ragazze si chiedono: che senso ha, posso vivere la mia vita in questo modo, senza una regola, con uno o con un altro? Oppure: tutto ciò ha un senso? Ecco il risveglio. Le esperienze precedenti non vanno sicuramente incoraggiate, ma vanno accettate come sbagli. L’educatore non deve stroncare, maledire, condannare impietosamente la persona ma richiamare a riflettere sull’esperienza fatta per maturare dei rapporti duraturi, che abbiano un senso.
I giovani quindi avvertono che non si può vivere in maniera selvaggia, che la sessualità deve tendere verso una relazione stabile, e questo diventa un fatto positivo. Si accorgono che l’amore è prima del corpo, al di sopra di esso, coinvolge il corpo ma non si riduce al corpo.
Se noi trasmettiamo questo senso positivo i giovani lo capiscono. L’amore si nutre del corpo, ma non è solo corpo: il corpo deve essere dominato e non dominare.
I ragazzi avvertono i valori dell’amicizia, del sentimento, dell’emozione, della meraviglia, anche al di là del corpo; aiutiamoli a riscoprire questi valori: contrasteremo la visione del corpo mercificato e li aiuteremo a scoprire la persona nella sua interezza.

Sintesi della relazione tenuta a Vallà (TV) da don Battista Borsato il 16 Gennaio 2000 in occasione del 4º incontro dei Gruppi Famiglia locali.

Brani per la lectio Divina:

Domande per la Revisione di Vita: