Collegamento, non movimento

A partire dagli anni ‘70 abbiamo dovuto constatare il forte cambiamento sociale che stava attenuando - e quasi cancellando - i valori della la famiglia.

Contemporaneamente ci siamo sentiti interpellati dal forte invito, proveniente dal Concilio,alla responsabilità personale dei credenti.

Tutto ciò ci ha convinti che, per “rievangelizzare” le famiglie, fosse necessario offrire una catechesi vitale e un metodo che, nelle singole realtà parrocchiali, facessero crescere nella fede e favorissero la comunione, ma senza altra etichetta se non quella di “Gruppi Famiglia ”,volendo così sottolinearne l ’incarnazione in

parrocchia e la fedeltà ai piani pastorali parrocchiali e diocesani.

La varietà delle situazioni e il non facile coinvolgimento di adulti in un ’esperienza di cammino di fede hanno fatto emergere la necessità, pur nella totale autonomia dei gruppi,di momenti di incontro che, coinvolgendo tutte le realtà,fossero di incoraggiamento, sostegno, riscoperta delle motivazioni iniziali. Così è nato il Collegamento, questo sito e iniziative in esso proposte.

Anna e Guido Lazzarini

 

Un cammino che inizia nel 1983 e che porta
alla nascita del Collegamento nazionale tra Gruppi Famiglia

Tutti coloro che sono inseriti nei Gruppi Famiglia li conoscono o almeno ne hanno sentito parlare: ci riferiamo ad Anna e Guido Lazzarini, senza i quali questa esperienza di collegamento tra i gruppi non esisterebbe.

 

Un po’ di storia

Anna e Guido sono entrambi romagnoli, sbarcati a Torino per amore della sociologia.

Già impegnati nella pastorale familiare, una volta a Torino sono entrati a far parte del CPM,un movimento di spiritualità di coppia di origine francese che, partendo dalla formazione permanente delle coppie che vi fanno parte,attraverso soprattutto la Revisione di Vita,si occupa della preparazione dei fidanzati al Matrimonio.

 

Dai fidanzati alle famiglie

Dopo anni di impegno nei CPM,“Centri di Preparazione al Matrimonio ”,che li porta ad essere segretari diocesani,verso la fine del loro mandato incominciano ad interessarsi anche delle coppie sposate approfondendo un ’esigenza molto sentita nei CPM,cioè il “post-CPM ”, condividendo i primi progetti con don Beppe Anfossi.

Ad un convegno nazionale di pastorale familiare,tenutosi a S.Benedetto del Tronto verso la primavera dell’83,ricevono una richiesta di “aiuto ”dal delegato per la pastorale familiare della Diocesi di Vittorio Veneto.

Non potendo recarsi facilmente fin là (figli ancora piuttosto piccoli, insegnamento,distanza notevole)nasce l’idea dei Campi Estivi:una sola settimana il primo anno, poi subito 4 settimane dall’anno successivo,nello stupendo scenario delle Dolomiti.

La partecipazione ai campi, inizialmente limitata alle coppie di Vittorio Veneto, coinvolge col tempo persone di altre Diocesi e nascono i Campi Estivi anche sulle Alpi lombarde e piemontesi.

Per mantenere i contatti con le coppie che hanno partecipato ai campi si iniziano ad organizzare alcuni incontri durante il resto dell’anno:di qui sono nati alcuni moduli del “Percorso di fede della coppia ”e del “Percorso di fede della famiglia” e le scuole per avviare i gruppi famiglia.

Ogni scuola nasce dall’invito del Vescovo o di Vicari per la pastorale familiare o anche di Parroci o di coppie in accordo con Vicari Zonali o Parroci; in tutti questi anni le scuole sono state più o meno una trentina (senza contare i campi).

 

Le scuole

Tracce di questo loro nuovo impegno lo troviamo nel notiziario CPM dell’ottobre ‘86:“...pensiamo ad un lavoro concreto, in collegamento con altri Movimenti e con le Parrocchie, per far sorgere, o rivitalizzare, i Gruppi Famiglia, quanti più gruppi possibile, in modo che i nostri fidanzati dopo il matrimonio trovino chi li

possa accogliere e sostenere ”.

Sempre in questo periodo organizzano quattro scuole di formazione nella diocesi di Torino.

Di queste scuole così parlano, sul notiziario CPM del febbraio ‘87:“...È in questo spirito di “mandati dalla Chiesa ”che, in collaborazione con l ’Ufficio Diocesano per la famiglia,abbiamo avviato in alcuni Distretti una scuola di formazione per coniugi e famiglie ”.

Anche all’interno del CPM di Torino si affronta il problema e,del dibattito che ne segue,troviamo traccia nel notiziario dell’ottobre ‘87:“La Scuola di Formazione che Anna e Guido Lazzarini hanno avviato e continuano a portare avanti a Belmonte, Carmagnola, Reano e Torino città non è un attività estranea al Movimento,ma la manifestazione profetica di esso.

Chi ha,come i Lazzarini,una maggiore carica e vede più lontano traccia una nuova strada ed è giusto che nel

Movimento vi sia chi cammina avanti coi primi,come è giusto che vi sia chi cammina con gli ultimi perché nessuno si senta lasciato indietro e il Movimento resti unito ”.

 

Il cammino continua

Nell ’88 Anna e Guido iniziano le scuole di Moretta (CN),Torino zona Cenisia - S. Donato, Sacile (PN), Vedelago (TV), Arona (NO),Conegliano (TV).

I Gruppi Famiglia sono pronti a divenire una realtà, i temi della scuola di formazione sono definiti, i metodi di lavoro anche, manca il battesimo ufficiale.

Questo avviene a Castelnuovo Fogliari dove si tiene, nel giugno dell’89 sotto l’egida del CPM,una due giorni di riflessione dal tema “I Gruppi Famiglia nella parrocchia e nella diocesi ”.

Le relazioni sono tenute da mons. Franco Costa,all’epoca responsabile dell’Ufficio Famiglia della CEI e da don Beppe Anfossi, delegato per la pastorale della famiglia della diocesi di Torino; sono presenti ai lavori don Giacomino Piana e i coniugi Blangetti, rispettivamente assistente nazionale e presidenti del CPM.

 

La nascita del Collegamento

Si percepisce ormai chiaramente l ’esigenza di “sganciarsi ”dal CPM e avviare strumenti di collegamento.

Pochi mesi dopo (ottobre ‘89) si tiene a Piacenza il primo incontro di collegamento dei Gruppi Famiglia; a gennaio ‘90 esce il primo numero del Foglio di Collegamento.

Sul foglio si parla non solo della vita dei gruppi o del calendario dei campi e delle scuole, ma si cerca di approfondire, di volta in volta, le strutture dei gruppi, il ruolo della coppia responsabile e del sacerdote, ponendo sempre al centro la necessità,per i gruppi,di essere inseriti nella Parrocchia.

Il resto della storia lo conoscete già, è quello che state vivendo nelle vostre realtà parrocchiali e di zona.
La redazione